USA, 2022, Scenario fantapolitico post rivoluzionario. La crescente criminalità ha determinato uno stato di polizia che, se da un lato, ha portato benessere, sicurezza e sconfitto la disoccupazione, dall'altro, ha riempito le carceri in maniera allarmante. Per poter sopperire a questa anomalia da maxi rigore si è deciso di bilanciare il sistema con 12 ore all'anno di immunità totale da ogni crimine. Una valvola di "sfogo" della società, altrimenti destinata ad esplodere sotto la pressione dello zio Sam trasformatosi in Grande Fratello.
Una notte di lecito "fuoco e fiamme" dunque, un macabro Halloween criminale che non solo viene depenalizzato ma viene addirittura promosso con una sorta di rito che pare più una pratica di qualche setta satanica. Un'occasione semi-celata di epurazione (Purge. Titolo originale) civile, che ha lo scopo di combattere la povertà eliminando il problema alla radice... i poveri.
Una notte di lecito "fuoco e fiamme" dunque, un macabro Halloween criminale che non solo viene depenalizzato ma viene addirittura promosso con una sorta di rito che pare più una pratica di qualche setta satanica. Un'occasione semi-celata di epurazione (Purge. Titolo originale) civile, che ha lo scopo di combattere la povertà eliminando il problema alla radice... i poveri.
Fatto salvo tutto questo - che io stesso ho voluto mettere subito in evidenza prima del resto del post - il bisogno più pressante di chi andrà a vedere il film, potrebbe essere quello di analizzare e persino criticare quella che ne è solo la premessa. Cioè, quella cosa che in ogni film va presa come ferreo assioma. Una condizione imprescindibile. Piaccia o non piaccia esiste questa notte di epurazione e da qui bisogna partire, come si parte dalla legge di gravità che ci condiziona dalla nascita. Lungi da noi l'idea di mettere in discussione la premessa di un film che (voglio sperare) si è scelto coscientemente di andare a vedere.
In verità, capisco però che risulta alquanto difficile non analizzare o parlare più di questa premessa che della trama stessa, basata su un assedio alla John Carpenter. D’altronde la condizione iniziale è il vero motivo per cui si sceglie di vedere il film. Così come ad esempio (forse) all’epoca si era scelto di andare a vedere Fuga da NY, dopo aver letto che si trattava di una prigione a cielo aperto entro cui vigeva la legge del più forte.
L’interrogativo alla base di questo film è, come si comporterebbe il genere umano, in assenza di regole e freni inibitori, sotto la pressione di una ferrea dittatura? Riuscirebbe a conservare la propria umanità? L’idea è davvero geniale e davvero questi assalitori pare abbiamo perso ogni loro parvenza di scrupolo o umanità, tanto da indossare maschere schizzate nelle loro scorribande. Il risultato non è certo un nuovo Assalto a Distretto 13 (la causa legata all’assalto è praticamente simile), ma è tutto sommato un thriller-horror ben congegnato, che regala attimi di tensione claustrofobica. Alcuni potrebbero trovarlo anche abbastanza corto con i suoi 85’, scelta che una volta era legata sia alla concentrazione di patos che davano questi film, sia al loro consueto budget che era soventemente abbastanza basso. Certo qualche trovata in più la si poteva inserire, ma la cosa appare più come l’auspicio di un amante di Carpenter, ma tant’è, Carpenter è Carpenter.
nel complesso però è un voto 7 pieno.
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