Le scorie del blackout di Firenze e la sconfitta del tutto immeritata di Madrid (che è costato il posto in Champions all’arbitrucolo crucco) erano ancora tutte li nei nostri occhi, farcite dallo dallo scempio di Napoli all’ora di pranzo, dove il famoso De Marco (quello del quadruplo fuorigioco interista del 2008, per intenderci), prendendo alla lettera la fine dell’ora “legale” e l’inizio di quella solare, regala due rigorini al paese del sole. Ecco perché Non ci basta vedere la Juve vincere solo 2-0 senza subire nessun tiro in porta. E’ qualcosa di psicologico. Non dopo aver visto di nuovo strameritare e mangiarsi l’impossibile e dall’altra parte guardare squadre come l’Inter vincere, anche ampiamente, segnando tre gol su tre gollonzi.
Cose positive oggi però se ne sono viste molte, anche se rapportate pur sempre all’avversario non eccezionale. In primo luogo la reazione, la voglia di continuare a lottare. Anche se la Roma non molla ancora, dobbiamo rimanere lì e farci trovare pronti per approfittare del calo che, fisiologicamente o per troppa sicurezza, arriverà (se il mio pronostico va in porto vedrete che sarà contro una medio piccola) e che già oggi vince del tutto immeritatamente, contro una Udinese che la domina. Secondariamente perché era dalla seconda giornata che non vincevamo con due gol di scarto, il che non è da poco. In terzo luogo perché c’è stata la bella prestazione di Llorente, che dopo lo spizzico di buona partita offerta a Madrid, sta crescendo a vista d’occhio, soprattutto spalle alla porta e quando deve far da perno. Meno però quando deve essere cinico e far gol. Tevez invece segna ed è una costante, è il numero 10 che ci serviva dopo Del Piero. Di negativo c’è quindi ancora la scarsa cinicità offensiva e alcune palle perse troppo pericolosamente quando non ce ne bisogno. Tra questi c’è Bonucci, che passa decisamente un periodo di appannamento e spesso arriva poco convinto su palloni minati.
Lasciamo le note dolenti per ultime, perché nessuna vittoria deve farci abbassare la guardia e perché nessuno ci farà mai vincere senza farci ostruzione. Dopo l’indecente Napoli-Torino di oggi si tenta prima di minare questi tre punti con una polemica su un rigore (da quale pulpito) che ancora una volta gli occhi di falco vorrebbero facilissimo da vedere, ma che gli stessi occhi di falco hanno avuto bisogno di rivederlo più di una volta per giudicare. Poi visto che il terreno era davvero infertile, visto che il 2-0 è fin troppo stretto, iniziano a montare un nuovo caso per portare alla squalifica dello Stadium (o quantomeno della curva) per cori contro i napoletani… ma non saranno gli stessi napoletani ai quali, forse qualcuno, non ha perdonato un assurdo rigore fischiato a Glick? Usate la testa e fate due più due.
Due chicche finali ce le lasciano proprio i nostri amici media. Se su Sky si chiede a Conte con chi ce l’avesse con quel suo: E’ colpa dei giornalisti, sentendosi naturalmente rispondere che era rivolto anche a loro, visto che ancora si vantano di essere iscritti all’albo, su Premium Pistocchi (con tutta la pistacchiera) resuscitano ed esaltano il lavoro di preparazione fatto da Bohemian Rhapsody, per dargli meriti che non può più avere, visto che su quella panchina non c’è più ormai da tempo. Si proprio lui. Mister “Robben mi ricorda Cerci”. Parafrasando allora un grande artista come Massimo Troisi in “le vie del signore sono finite”, mi chiedo allora (se poi fosse fantascientificamente vero) perché invece di fare l’allenatore non ha mai fatto semplicemente il preparatore atletico? Visto che questo non farebbe di lui un buon allenatore, come un imbianchino qualsiasi non è Salvador Dalì.
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