Dopo i due schiaffi esterni del tutto immeritati, nelle due gare interne successive la Juve non lascia ma raddoppia. da 2-0 a 4-0 in pochi giorni. Due prestazioni reattive e caparbie. Confermata la legge dello Stadium, che ci vede sino ad ora a punteggio pieno in casa. Una Juve sul velluto, che giusto all’inizio stenta a carburare, quasi fosse partita con la seconda. Il Catania ci impegna però per solo per 5 minuti di orologio, nei quali quel velluto è parso abbastanza scivoloso. Con le gomme da asciutto su un campo bagnato, continuiamo a scivolare e a proseguire con passo titubante, sotto gli occhi di un Conte che inizia ad infuriarsi non poco. Poi da lì è stata una passeggiata di salute.
Vidal anche non facendo male non eccelle. Gli basta però il gol per mettere la firma anche stasera e uscire tra gli applausi. Così anche Andrea Pirlo, detto Dangerous, che su ogni palla decine in modalità random se fare una cagata o una magia, per quanto anche lui fa il suo dovere mettendola dentro con la sua specialità, la punizione. E poi ancora lui, l’Apache, che per una volta lascia la maglietta celebrativa a casa e dedica la sua sesta marcatura in campionato al suo futuro figlio.
Dato per sicuro partente in estate, un altro che stasera ci teneva a far bene, e si è visto, è stato il tanto bistrattato De Ceglie. Gli infortuni e il turnover gli danno l’opportunità di mettersi un po’ in mostra, lui allora coglie la palla al balzo per darsi una mossa. Corre, crossa e entra su tutti i palloni anche sul 4-0. Strappa persino un sorriso di tenerezza allorquando tenta di emulare Asamoah con un timido doppio passo che gli ricorda di non montarsi troppo la testa.
Tra i più disastrosamente pericolosi ancora una volta Leonardo Bonucci, che sembra tornato quello del primo anno. Non gli basta infatti l’addobbo, quel gol inutile del 4-0, per fargli riscattare una brutta prestazione. Meno male che il suo antidoto stasera si chiamava Giorgione Chiellini, autore di una prestazione maiuscola. E’ proprio lui che (tra l’altro) impedisce due gol già fatti, prima immolandosi in scivolata su un tiro del Catania, lanciato in un pericolosissimo contropiede quando eravamo ancora sullo 0-0, e poi strappando dai piedi di Almiron una palla persa dallo stesso Bonny, dopo un suo liscio alla Mai Dire Gol, proprio quando l’ex Juve già era a tu per tu con Buffon.
Peccato invece per Llorente ancora a secco che è parso anche meno tonico di domenica scorsa e per Giovinco, tanto sfortunato quanto impreciso, ci mette volontà in un paio di tiri centrali respinti da Andujar, ma non verrà certo ricordato per questa partita.
In una serie A sempre più simile all’NBA, con tutti i suoi match ravvicinati, non abbiamo neppure il tempo di soffiarci il naso che sabato alle 18 dobbiamo tornare in campo, tutto alla faccia del fatto che il calcio non è il basket, ma uno sport a cui serve una cosa chiamata allenamento, e di cui ne è continuamente privato. E meno mele che si era detto che i calendari dovevano tenere conto degli impegni delle italiane in coppa. Ma noi siamo il paese dell’arte di arrangiarci chissenefrega, vero?
Nessun commento:
Posta un commento