venerdì 10 gennaio 2014

AMERICAN HUSTLE - di David O. Russel

Se quelli di Giorno&Notte avessero piú soldi (o se lui ne avesse bisogno) Christian Bale sarebbe perfetto come loro testimonial. Il mago della dieta Stanislavskij colpisce ancora, ormai si gonfia e sgonfia come un palloncino. Dopo esser dimagrito per "l'insonnia", messo su muscoli per volare come un "pipistrello" e ridimagrito per "tirar pugni", Qui mette su molti chili (non si capisce quanti di grasso e quanti al trucco) e si trasforma in un truffatore alla Confidence.

USA, fine anni stettanta. Irving Rosenfeld (Christian Bale), truffatore di professione e la sua collega amante Sydney Prosser (Amy Adams) vengono incastrati dall'agente dell'FBI Richie DiMaso (Bradley Cooper). Per uscirne puliti dovranno collaborare con lui e aiutarlo ad incastrare il sindaco Carmine Polito (Jeremy Renner) e un po' di pezzi grossi del congresso degli Stati Uniti, dando così all'agente la possibilitá di far carriera. Ma come in tutte le commedie... cherchez la femme!

Il tema si dipana attraverso un mondo di inganni e bugie, nel quale i personaggi non fanno altro che creare sotterfugi e scappatoie per scalare la piramide del potere e fare carriera o soldi facili. In tutto questo marasma il più autentico appare paradossalmentre Irving, truffatore si, ma vecchia scuola, che conserava ancora un certo calcolo per il rischio, e si ritrova quasi ad affogare nella situazione. Guardando la copia di un quadro ad una mostra, spiega come chi l'ha falsificato in realtà non sia meno artista di l'ha fatto. In quanto il falsificatore ha saputo farci vedere ciò che volevamo, senza che alcuni di noi se ne fossero accorti.

Prendiamo ad esempio DiMaso, a lui non interessa tanto combattere la corruzione, quanto beccare pezzi grossi per proprio tornaconto, a costo di metterceli lui con le mani nella marmellata (ricorda tanto una storiaccia sul calcio italiano). Lo si vede dalla sua cieca foga arrivista, dalla sua voglia di svoltare, tanto da non aver tempo per storielle o sermoni moralistici. E se proprio una morale poi deve esserci è meglio che sia breve. Ben ci sta allora quel Live And Let Die dei Beatles, cantato dalla moglie di Irvin in una scena (Jennifer Lawrence), "altro personaggio!" (come si usa dire da noi per rapperentare uno che "te lo raccomando").

Uscito col solito geniale sottotitolo italiano (L'Apparenza IngannaAmerican Hustle è una commedia molto variegata, in cui rivediamo anche Phil di Una Notte Da Leoni e Aaron di The Bourne Legacy. Spazia dalla storia vera (basato sull'operazione Abscam: indagine FBI sulla corruzione del congresso USA) al grottesco, navigando tra gangester movie e musical. Cita il suo semi-omonimo American Gangster ma lo fa in chiave ironica (ad un certo punto al suo protagonista regalano anche un forno a microonde) e lo condisce in salsa Quei Bravi Ragazzi.

Quando Robert De Niro appare sullo schermo nella sua comparsata, pensi abbia ottenuto il dono dell'ubiquita, visto che nell'altra sala si stava prendendo a cazzotti con Stallone ne Il Grande Match.

Solo l'inizio è un po' posticcio, quando, forse per imitare proprio Goodfellas, i personaggi eccedono nella loro autobiografia raccontantosi addosso con la bocca chiusa. Poi però nel secondo tempo decolla definitivamente, divenendo un il film davvero brillante. Ben fatto, sotto il profilo tecnico, e al tempo stesso godibile, sotto l'aspetto del puro intrattenimento.

Voto 8

Nessun commento: