Altro confronto tra un film e il suo Remake che come è ormai congeniale, da un po’ di tempo a questa parte, prende il nome del titolo originale
a cura di Napoleone Wilson |
a cura di Snake Plissken
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Negli anni 80' sono usciti una miriade di piccoli film che nel corso del tempo si sono rivelati dei cult, soprattutto per quanto riguarda le commedie e l'horror. Alcuni film provarono a mescolare i due generi creando prodotti particolari, ambigui, che magari utilizzavano l'horror come spunto di partenza per narrare altro: l'affacciarsi dell'età adulta, i problemi adolescenziali, la voglia di appartenere ad un gruppo... Tra questi film probabilmente il più famoso è quel Ragazzi Perduti, che lanciò attori come Kiefer Sutherland, Jason Patric, Corey Haim e Corey Feldman. Tra le pellicole simili che vale la pena ricordare c'è Ammazzavampiri (Fright Night in originale), che narrava le gesta di un ragazzo che scopre che il suo vicino di Casa è un vampiro. Tutti i suoi tentativi di smascherare a "far uscire alla luce del sole" le abitudini di questo vicino si riveleranno vane, così si troverà costretto a chiamare in aiuto un "vero" Ammazzavampiri. Qui siamo ancora lontanissimi dalle sovrabbondanti saghe odierne dedicate ai "succhiasangue", che sfruttano un tema affascinante per attirare una miriade di ragazzini e ragazzine attirati dai bellocci di turno, eppure siamo sempre dalle parti del film "per ragazzi". Ammazzavampiri è un film semplice, genuino, laddove la figura del vampiro è sinonimo di estraneo, di sconosciuto, di figura che affascina gli altri e non il protagonista. Per tutto il film si respira un aria da humor macabro, di vere scene "da paura" ce ne sono poche, il più delle volte si utilizza l'ironia e l'ambiguità e piuttosto che puntare sulla tensione e su scene spaventose si privilegia l'aspetto avventuroso della vicenda, un po' come tutti i film simili usciti all'epoca (Un lupo mannaro americano a Londra, L'erba del vicino...). La pellicola è infarcita di omaggi ai film horror classici, a volte li riprende per ironizzarci su. Ammazzavampiri insomma è un film godibile e perfettamente figlio dei suoi anni, sbagliato catalogarlo come un horror o come una semplice commedia, il suo pregio sta nel prendere il meglio da entrambi. Voto 7,5 |
Uscito nel 2011 col sottotitolo di Il vampiro della porta accanto, questo remake di Ammazzavampiri (1985) ci tiene a prendere esplicitamente le distanze col filone zuccheroso sui vampiri, conosciuto come Twilight, e lo fa con una battuta dell’attore Christopher Mintz-Plasse, (Kick Ass e Kick Ass 2) sempre a suo agio nella parte del adolescente cattivone. Non a caso all'epoca dell'originale, il suddetto filone non era ancora in gestazione e i vampiri facevano ancora i vampiri. Mica come oggi, in cui, ad esempio, gli smartphone fanno tutto tranne che i phone e persino gli orologi per dirti l’ora hanno bisogno di una app.
Qui il nostro vampiro (Colin Farell) è meticoloso, sceglie le sue vittime con cura e si guarda bene dall’entrare non invitato, figurarsi se trova il tempo per innamorarsi. Rispetta il ruolo. Redarguisce persino il suo cacciatore quando tenta di accopparlo con i proiettili d’argento destinati ai licantropi. Ma a differenza del suo antenato degli anni 80, vive da solo, si fa sgamare subito, ed è molto meno ironico.
Nella parte del tele-ciarlatano ritroviamo il dottor who David Tennant, all’inizio truccato e quasi irriconoscibile. Come Easter Egg abbiamo invece un cammeo del vecchio vampiro, quello del film originale, nella scena del tamponamento notturno.
Metafora della crescita. Il tempo in cui non si è più disposti a credere nei vampiri, magari per far colpo sulle tipe, ma si è in realtà ancora legati alla propria infanzia per rinnegarla tanto esplicitamente e senza conseguenze. Proprio come accade in Christine di Carpenter.
Forzando un po’ la fantasia possiamo trovarci in questo un implicito legame con il regista, cresciuto e formatisi in quegli anni e ora alla riscoperta della tradizione in un mondo che cambia.
Continua dunque l’opera di saccheggio dei film anni 80, perpetuata negli ultimi anni. Chiaro che l’originale resta l’originale, anche dal punto di vista delle maggiori sfaccettature ma finche lo si rifà in questo modo a noi sta bene. Fright Night è godibile e rispettoso della tradizione.
Voto 7
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