Torino, ora di pranzo, si inizia con un primo... l'atto di una triplice sfida tra due storiche rivali. A servire la portata è il ghanese Kwadwo Asamoah al 42' che, con questa similitudine numerica col 4-2 dell'andata, porta a compimento la prima, piccola, vendetta bianconera sulla Fiorentina. Senza la coppa d'Africa il nostro "Lunedì" è migliore (traduzione del suo nome).
La Juve eguaglia così il record di vittorie interne consecutive del Torino e continua la serie (sempre record) di partite consecutive con gol fatti. Con questa tutta la serie A le ha prese da noi, almeno una volta e l'ein plein prosegue allo Stadium.
L'inizio è la riproposizione di quella maledetta Domenica, ma l'imprecisione è addirittura maggiore, tanto che dopo i primi 45 minuti conduciamo solo di un gol, quando invece potevamo dilagare. Tutti sappiamo il grande rischio che questo comporta quando ci si avvicina a quei fatidici venti minuti finali. Stavolta però i violacei non vanno oltre una traversa, autori di una prestazione rinunciataria, come al solito basata sull'attesa del calo o dell'errore nostro. La sofferenza ci chiude lo stomaco fino al 93' ma poi lo stesso si riapre dopo il fischio finale. Possiamo finalmente correre a mangiare o iniziare a digerire quel che si è mangiato.
Per il resto dell'Italia invece è sempre più fegato spappolato. Non si danno pace e non riescono più a capire a cosa appellarsi, cominciando a bestemmiare la fortuna. Quella traversa è stata un brutto colpo per tutti. Intanto questi tizi si segnino che (Paparesta dixit) sembra ci manchi ancora un rigore. Ricordiamo che questo promemoria vuole avere l'unico scopo di dimostrare che gli arbitri sbagliano anche contro di noi, ma allo stesso tempo sappiamo che sarà un post-it senza colla, pronto a volar via al primo colpo di vento.
Intanto ancora una volta, anche se il Lunedì in campo segna quello sul calendario non arriva. Di nuovo giocheremo Giovedì e poi Domenica sera, ancora dopo solo tre maledettissimi giorni.
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