USA 2015 |
Sale piene per il ritorno al cinema della banda di "Nafta", 10 testoni europei incassati nella prima settimana di lancio solo in Italia, una folla variegata di gente che va dal curioso al fan coatto. In una parola: un evento. Per quello che è divenuto (in corso d'opera) un omaggio a Paul Walker: strappato alla vita da un destino beffardo. Tanto che persino alcuni TG (Studio Aperto... chi voleva essere?) si son affacciati sullo spoiler pur di parlarne.
Poco da dire sulla trama, questi film non ne hanno bisogno. Gli serve giusto per tenere insieme le scene. La vita tranquillizzata dei membri della squadra viene scossa da una nuova minaccia. Direttamente dal dopo titoli di coda del precedente, Deckard Shaw, fratello dell'Owen, ridotto in fin di vita da Toretto, arriva dall'Inghiterra come un Terminator inarrestabile, per far fuori tutti. Stavolta di fronte al gruppo c'è un osso duro, addestrato dal servizio segreto britannico. Per prenderlo la CIA gli offre aiuto, ma in cambio dovranno rubare (alla loro maniera) l'occhio di Dio. Un programma capace di acquisire le immagini di tutte le videocamere di un luogo e cercare chi vuole... La Macchina di Person of Interest, praticamente.
Qualcuno s'è sorpreso che a uno come me fosse piaciuto tanto il precedente capitolo. A mio parere infatti, strettamente parlando dell'universo caciaron-catastrofico dell'action americano, FAF6 è stato davvero un prodotto pregevole. In fondo la saga FAF ridisegna il confine di un genere. Come negli anni 70, quando il Folk-Rock dei Jethro Tull entrò per acclamazione nel Progressive-Rock, col sesto capitolo Brian e i suoi fratelli a quattro ruote si scavavano un tunnel che porta dritto al genere fantascienza. Le leggi della fisica si piegano alla fantasia degli sceneggiatori, tanto che se entri nel cinema non puoi più lamentarti ogni secondo della gravità benevola. E' così! Ti lamenteresti per un cartone animato?
Il settimo capitolo fa di più, i suoi personaggi sono ormai supereroi senza mantello e maschera. Arriva persino a citare la serie di Hulk degli anni 70. In una scena esplicitamente, in un'altra solo un rimando. Lo stesso cattivone (Jason Statham) è il cattivone dei supereroi: implacabile e inarrestabile. Le scene poi sono spettacolo puro. La frase ricorrente: "le macchine non volano" è solo un "Don't try this at home", perche le vetture passano più tempo in aria che a terra. Un bel risparmio di pneumatici. E poi strafighe a grappoli, macchine da 3 milioni di dollari, musiche da Stereo a 3000 W. Una dose di testosterone tale che persino le ragazze combattenti sembrano prendersi calci nelle palle.
Nel cast anche un paio di "attori veri" (e inutile che gli altri si incazzino) come Jason Statham e Kurt Russell e il film si "Mercenarizza" un po', anche se l'unico monento di stacco dalla serietà resta il personaggio di Tyrese Gibson. Per il resto il sorriso lo strappa l'assurdità delle scene e non i personaggi. In una Walker anticipa l'uscita al cinema di Uncharted (scena dell'autobus). La nuova regia di Wan taglia definitivamente con le zamarrarte al neon e nelle scene di lotta usa la prospettiva di camera già vista in The Raid.
Il risultato finale è leggermente inferiore al precedente. La trama è ancora più scarna e più commemorativa, rattoppata qua e la (e a volte lo si intuisce) per necessità legate alla morte di Paul Walker. In suo soccorso il fratello del compianto e computer, come per Il Corvo. Molti gli omaggi alla "buonanima", persino un inseguimento in un cimitero (non so quanto voluto sia il riferimento).Qualcuno ha cacciato acqua dagli occhi (esagerato).
Seguito? può darsi. Con operazioni del genere, in cui girano valanghe di soldi non penso si accantoni la gallina dalle uova d'oro. Solo, non sò chi possa scegliere di fermarsi tra gli attori. Vin Diesel ha dato segni di cedimento nelle sue interviste. Speriamo di non dover assistere ad una lunga degenerazione che culmini in un capitolo 20: Fast and Furious in the Space, con un cameo di Machete.
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