Vigilia di Pasqua in casa Juve. A Torino arriva l'Empoli, accompagnato da ubriacanti elogi, con un allenatore corteggiato dal Milan (media dixit) per la bella stagione da salvezza finora espressa. Come tutte le cenerentole di provincia, sognano e sperano nella sorpresa di Pasqua. Si illudono che più grande sia l'uovo più meraviglioso sia il suo contenuto, di quel meraviglioso scrigno chiamato JStadium. Ma come tutte poi si svegliano e affrontano la realtà. Come quando da piccoli nel bussolotto c'era solo un adesivo.
Da quelle parti son poco disposti a sacrificare Agnelli pasquali.
Pure, non è che ci saremmo stracciati le vesti sul monte Calvario, lì a +14. Ma sai comè, qui non ci si accontenta mai. Lo dimostra l'incazzatura di Allegri sul finale. Con la luna piena si trasforma in Conte e rifila un calcio ad una bottiglietta, tra una bestemmia e l'altra, ha sete di vittoria. Non ci giocavamo una finale ed anche loro nulla avevano da perdere in questo match, e poco han perso. Ma di questi tempi a noi non serve molto per liquidare le pratiche.
Un Tevez in forma strepitosa e tutto va in cavalleria. Lui che però di rigori ne ha sbagliati quest'anno, come se i gol facili non facessero per lui, fa una scommessa e dice: "Datemi piuttosto un rigore con la barriera, sennò non c'è gusto". Dopo oltre un secolo si rivede un calcio a due in area e sembra fatto apposta per lui. Come può farla passare attraverso quel muro blu? Basta trovare il pertugio giusto. La scaraventa sopra le loro teste con una tale potenza che se solo si fossero azzardati a saltare la partita sarebbe divenuto un film splatter. Qualcuno mugugna, ognuno non amerebbe ricevere una tale sorte, ma fossi in loro me la prenderei col portiere. In questi casi, per non saper nè leggere nè scrivere, è prassi spazzarla alla viva il parroco. Invece Sepe si accuccia sulla palla.
Un Tevez in forma strepitosa e tutto va in cavalleria. Lui che però di rigori ne ha sbagliati quest'anno, come se i gol facili non facessero per lui, fa una scommessa e dice: "Datemi piuttosto un rigore con la barriera, sennò non c'è gusto". Dopo oltre un secolo si rivede un calcio a due in area e sembra fatto apposta per lui. Come può farla passare attraverso quel muro blu? Basta trovare il pertugio giusto. La scaraventa sopra le loro teste con una tale potenza che se solo si fossero azzardati a saltare la partita sarebbe divenuto un film splatter. Qualcuno mugugna, ognuno non amerebbe ricevere una tale sorte, ma fossi in loro me la prenderei col portiere. In questi casi, per non saper nè leggere nè scrivere, è prassi spazzarla alla viva il parroco. Invece Sepe si accuccia sulla palla.
Mi fan ridere coloro i quali dicono, Senza Tevez questa Juve... come se Tevez non fosse un giocatore della Juve. Come se si giocasse con le chiacchiere del Bar. Con che maglia gioca Carlitos? Con che maglia gioca Buffon, che ieri compie due miracoli su Pucciarelli lanciato a rete? E con che maglia scende in campo Morata, artefice della vittoria di Palermo? O Pogba prima di lui? O Pirlo prima ancora? Il loro è giusto un esercizio filosofico da quattro soldi, fatto di se e di ma.
Un gusto che ha anche Sarri, indignato dal cuore viola. No, non è che si sia montato la testa con le voci del mercato (come dicono alcuni juventini dopo averlo ascoltato ieri), è solo che per i viola come lui il lamento contro la Juve è una prassi. Una tradizione forse più antica della Pasqua ebraica. Poi, per accogliere l'ovazione finale come un calciatore che esce, si fa persino espellere dopo il raddoppio. Eroe!
Buffon vecchio? Trovatemene uno meglio per la Juve. no perchè io qui sento solo chiacchiere. Llorente male? Vidal pure, ma non mi pare che si sia chiesto la sua testa. Morata pure ieri non ha brillato, per quel poco che ha giocato. A fine stagione si faranno le scelte più opportune. Ora non è tempo di distruggersi in campo. Ieri abbiamo anche trovato il raddoppio dopo tanti 1-0. Un gol da assegnare solo in parte a Pereyra, visto che fa tutto quell'alchimista che si fa chiamare Apache.
I pensieri vanno già alla partita col Monaco, passando oltre alla partita di martedì in Coppa Italia, con poche speranze di miracolo, transitando per Parma, che ha battuto l'Inter nella sfida atta a determinare chi fossero i veri falliti. Giusto un passaggio, qualunque sia il suo risultato. Tanto poi lo sappiamo, che al di là dei propositi, quando si scende in campo, il desiderio è sempre e solo uno solo: vincere... l'unica cosa che conta.
I pensieri vanno già alla partita col Monaco, passando oltre alla partita di martedì in Coppa Italia, con poche speranze di miracolo, transitando per Parma, che ha battuto l'Inter nella sfida atta a determinare chi fossero i veri falliti. Giusto un passaggio, qualunque sia il suo risultato. Tanto poi lo sappiamo, che al di là dei propositi, quando si scende in campo, il desiderio è sempre e solo uno solo: vincere... l'unica cosa che conta.
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