Gran Bretagna 2014 |
"Francamente penso che il suo mondo fosse svanito molto prima che lui vi entrasse, ma devo dire che lui vi sostenne l'illusione con grazia magistrale"Recupero doveroso. GBH è la storia del racconto di un racconto... no, non si tratta di una specie di strano Inception, ma della trama di questa pellicola che si dipana attraverso tre ere diverse, legate da un racconto tramandato nel tempo. Un racconto romanzato e fiabesco. Una storia di devozione e amicizia, sulle surreali vicissitudini di Monsieur Gustave H., Consierge e direttore del prestigioso ed imponente Grand Budapest Hotel, e del suo fido assistente Zero.
Gustave e un brillante uomo di mondo e "marpione". Seduce le vecchie signore del suo albergo così da poter avere una vita agiata da "mantenuto". Il suo motto è "quando si è giovani conta solo il filetto, col passare degli anni bisogna passare a tagli meno pregiati!". Una di queste attempate signore, Madame D, alla sua morte gli lascia un quadro dal valore inestimabile, mandando su tutte le furie la famiglia di lei. Una famiglia poco raccomandabile che fa subito in modo di incolparlo del suo omicidio e farlo arrestare. Ma Gustave conserva la gratitudine di Zero: Un immigrato assunto come "garzoncello" (Lobby Boy) che non lo abbandonerà.
Commedia brillante, fiabesca e surreale, vincitrice di quattro premi oscar (cosidetti "tecnici") tutti meritati. Un esercizio di stile da parte del già avviato (al genere) Wes Anderson. Composto di deliziose scelte tecniche, quali ad esempio il formato video in 4:3 per la storia principale, che conferisce al tutto la forma inquadrata di un dipinto, oltre che a ricordare l'aspetto delle pellicole classiche; per poi tornare al 16:9 nelle altre "ere". Un dipinto rinascimentale, fatto di primi piani a "mezzo busto" inframmezzati da campi lunghi e lunghissimi, ricchi di particolari. La storia si dipana sullo sfondo di questo albergo incastonato tra le montagne dell'immaginaria Repubblica di Zubrowka. Tra le accurate composizioni delle scenografie artificiali.
Un film condito da un arcipelago di camei di grandi attori, che si susseguono in parti, particine e semplici apparizioni. I più attenti, oltre al protagonista Ralph Fiennes, potranno riconoscere volti come Willem Dafoe, Bill Murray, Edward Norton, Jude Law, Owen Wilson e qualcun altro, susseguirsi nella storia come fossero ospiti di un hotel. Una composizione di ciliegine su una torta. Una commedia spassosa, elegante ed "evasiva", ma anche significativa e ricca di messaggi pacifisti. Come quando Gustave chiede al suo garzoncello: "In nome di Dio, che cosa ti ha indotto a lasciare la Terra Natia cui appartieni e percorrere indicibili distanze per diventare un immigrato squattrinato in una società raffinata e colta che, francamente, avrebbe potuto fare a meno di te?" e questo gli risponde: "La guerra".
Un film da non perdere, un albergo assolutamente da visitare.
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