USA 2014 |
Cosa sarebbe successo se Daniel La Russo, invece di Miaghi, avesse avuto come maestro il sergente maggiore Hartman? Wiplash! Ovvero un mix tra Karate Kid e Full Metal Jacket (prima parte) in salsa Jazz con citazioni addirittura esplicite. Ma se il motto del sergente maggiore Hartman era: "Uccidere! Uccidere! Uccidere!", qui potrebbe essere più un "Uccidersi! Uccidersi! Uccidersi!"... nel senso di faticare e impegnarsi oltre i propri limiti. Come in Karate Kid di "percosse" ne abbiamo anche qui, anche se per lo più legate alle percussioni, e persino "più sangue". I protagonisti invece si somigliano molto, due ragazzi timidi e con pochi amici, ma molto volitivi e motivati in quello che fanno. Uno (Daniel) era senza padre, L'altro (Andrew) rimasto senza madre dopo che questa è scappata di casa; una mancanza che pare influire molto sulla loro crescita.
Andrew è ragazzo con la passione per la batteria che frequenta una delle scuole di musica più prestigiose di New York. Un giorno viene notato dal famoso professore Terence Fletcher, che lo vuole nella sua band di Jazz. Andrew accetta onorato ma non sa cosa lo aspetta. Terence è un maestro severo, con una fissazione maniacale per la perfezione che spinge i suoi allievi oltre il limite fino a "fargli uscire i muscoli al buco del culo". Andrew però non vuole arrendersi, non tanto per il professore, quanto per lui. Per eccellere e divenire il migliore e dimostrare qualcosa al mondo. Una sfida personale che sà di bisogno di accettazione, iniziata forse con l'abbandono della madre.
La locandina è emblematica, con Miles Miller in piedi sulla punta di una bacchetta, come in bilico su di un trampolino e descrive al meglio questo film, incentrato sull'eroica perseveranza nel perseguire i propri obbiettivi. Il tema musicale è dunque un pretesto in tutto questo, come un pretesto era il Karate per Daniel La Russo. Ma cosa in questa vita non è un pretesto per dimostrare ciò che si è e di quello di cosa si è capaci? Basta solo scegliersi una passione abbastanza forte per farci sopportare gli ostacoli e le avversità. Il resto è solo sfida contro se stessi. Un continuo migliorarsi e superarsi. Ma in tutto questo c'è una scrematura naturale.
Jazz = Improvvisazione? Col cavolo! Con Fletcher non si improvvisa nulla. Per arrivare a certi livelli devi avere si il talento ma ci devi costruire muri solidi attorno per non sprecarlo. Fatto salvo che in ambito scolastico questo va benissimo, perchè si è in fase di costruzione e di apprendimento ma... poi la musica è fatta di perfezione tecnica assoluta?
La storia dell'arte ci ha insegnato che il talento puro si distingue anche per i suoi "strabismi di venere". Se pensi a Jimi Hendrix e alle emozioni che ha regalato suonando la chitarra ad orecchio un po' storci il naso. Ma si sa che al mondo il talento puro lo hanno in pochi, e ne nascono solo in determinati periodi storici. Il resto è fatto da gente che deve sgobbare e correre per rimanere a certi livelli. Ma se poi la lotta ti frena e ti scoraggia, come fai a sapere se saresti divenuto un grande? O se l'eccessiva perfezione, il seguire pedissequamente uno spartito ti porta a divenire una macchina infallibile, ma senza il tocco umano e senza quindi la capacità di trasmettere emozioni? Est modus in rebus.
Il film ha rappresentato un'autentica sorpresa, vincendo anche un Golden Globe per il migliore attore (J.K. Simmons) e ottenendo 5 nominations agli Oscar 2015. Tanto da divenire già un cult, soprattutto tra gli amanti della musica, ed in particolare di Jazz e di batteria. La colonna sonora, anche se con riferimenti a mostri sacri del passato, è interamente originale e composta da Justin Hurwitz e Tim Simonec.
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