La recensione potrebbe contenere spoiler importanti
Premessa
Fin dall'annuncio Wayward Pines è stata definita una serie "alla Twin Peaks" e vabbè lo scrittore del romanzo ha detto di "essersi ispirato a...", ma anche dopo i primissimi episodi in rete si leggeva della "serie che ricorda fortemente Twin Peaks", "il nuovo Twin Peaks" quando non addirittura si parlava di "serie clone". Ora, le cose sono 2:
1) Chi lo ha detto non ha mai visto una puntata di Twin Peaks. Se basta una persona che si ritrova all'interno di una cittadina di provincia, abitata da strani personaggi, per fare un clone di Twin Peaks allora gran parte dei film e dei telefilm che abbiamo visto sono dei cloni di Twin Peaks, pure quelli usciti prima della serie di Lynch. Qui premesse, sviluppo, tematiche sono diversissimi fin dal principio e a parte qualche strizzatina d'occhio qua e là (molte meno che ad altre serie televisive) le due serie non c'azzeccano un fico secco.
2) Chi lo ha detto non ha mai visto Il Prigioniero: un uomo misterioso, con un passato non meglio identificato ma a conoscenza di importanti informazioni si ritrova imprigionato improvvisamente in un villaggio dal quale non può uscire. Viene controllato da telecamere e sorvegliato. Chi comanda all'interno del villaggio lo ha scelto perché è una persona importante (ma non sappiamo perché). Lo scopo del prigioniero sarà quello di scoprire chi comanda e perché non può fuggire, provando puntata dopo puntata a trovare una soluzione per tornare a casa.
Questa è sostanzialmente la trama de "Il Prigioniero", questa è sostanzialmente la trama di Wayward Pines, almeno quella delle prime puntate. Si perché la serie in questione è stata ideata da M. Shambalambalam. Orrore!
A me Il Senso Senso piacque, come quasi a tutti, mi piacque però pure Unbreakable e, ve lo devo dire? Mi piacque pure The Village... Tiè!
The Village aveva una particolarità: per una buona metà della sua durata costruisce dei misteri, dei personaggi ambigui, crea tensione, ci immerge in un posto che non conosciamo e ci fa temere per quello che potrebbe esserci fuori. Poi arrivati appunto a metà arriva inaspettato un colpo di scena che ribalta tutto e trasforma la pellicola in un qualcosa di completamente diverso. Un fulmine a ciel sereno che ci costringe di punto in bianco a vedere qualcos'altro, ad abituarci ad un film che è diversissimo da quello delle premesse ma che comunque mantiene intatta una riflessione di fondo, piaccia o non piaccia. A molti non è piaciuto, anzi ha fatto schifo. Wayward Pines fa sostanzialmente lo stesso.
Fino al quinto episodio Matt Dillon si ritrova catapultato in una cittadina misteriosa dalla quale non si può fuggire, che adotta uno stile simile a quello visto in romanzi come "1984". Non riesce a mettersi in contatto con nessuno che sia al di fuori della cittadina, non riesce a capire perchè tutti si comportino come dei lobotomizzati. Il suo scopo quindi sarà svelare il mistero dietro tutto questo per poter fuggire e ricongiungersi con la sua famiglia.
All'improvviso però, inaspettatamente, a 5 puntate dalla fine, in una puntata "spiegone" noi e lui verremo a sapere cosa c'è dietro tutto questo. Tutto, o quasi. La spiegazione è sorprendente e abbastanza originale (o meglio lo è quella del romanzo, visto che è uguale), è innegabile.
Bello, finalmente una serie di questo tipo che non si chiude col solito finale "a sorpresa" che però sta là solo perchè non si sa come chiudere il tutto. Finalmente con metà serie a disposizione gli autori avranno modo di seguire un percorso coerente e che non faccia finire il tutto con un WTF. Magari non tutto sarà "spiegato" (ed è meglio così) ma quello che sapremo avrà un suo perchè, un suo fine, una valenza ai fini del significato del telefilm. Assolutamente no.
Proprio a cominciare da quel momento la serie comincia a perdere acqua da tutte la parti fino ad avere nell'ordine:
- Personaggi che in una puntata fanno una cosa e in quella dopo un'altra che sta all'opposto.
- Evoluzioni repentine.
- Scelte di sceneggiatura discutibilissime (non si dice niente a nessuno, non serve a niente farlo e non ha senso ma lo dobbiamo fare) che invece diventano il fulcro di tutta la storia.
- Leader deficienti che non sanno più gestire nulla.
- Ribelli cretini (in 12 anni riesco a costruire una bomba, pure pezzente, ma mi accorgo che potevo "risolvere" con un camion)
- Ragazzini ancora più deficienti: si bevono tutto come fosse un bicchiere d'acqua e se ne convincono ciecamente, eh, si sa, i quattordicenni seguono tutto alla lettera e non si ribellano mai (tranne uno), mica come gli adulti.
...
Ma su tutto ciò alla fine finiamo per sorvolare, si è capito che in realtà Wayward Pines è la classica serie estiva da guardare per passare un po' di tempo e non certo "La" Serie. Dai, alla fine ci facciamo pure coinvolgere, quasi che tutto si trasformi in una specie di The Walking Pines. Almeno così la tensione c'è, la minaccia è chiara, il protagonista acquista un senso, cominciamo a vedere i personaggi per quello che sono realmente, in una situazione estrema.
Tutto sommato la puntata finale è guardabile, se ci scordiamo delle voragini di sceneggiatura e di tutto quello che avevamo visto prima, abbiamo perfino qualche falla tappata (Ah ecco, è forzatissima la questione del non dire nulla a nessuno, ma almeno mi fate capire da cosa nasce realmente), poi arriviamo al finale.
M. Shambolambalam...Finale. Si, avete capito, c'è il finale a sorpresa.
Ma non era come The Village? La sorpresa che il finale a sorpresa non era alla fine ma al centro?
No, qua vi dovete sorbire pure il finale a sorpresa "finale".
- La scena dopo il finale canonico è pretestuosa e insensata. Messa lì soltanto per stupire lo spettatore (nel romanzo non c'è)
- Ma come, non capisci? La morale del circolo, del ripetere gli stessi errori, dei figli che diventano come i genitori...
- La morale l'ho capita (ed è pure banale), è il finale che è una cazzata pazzesca. Finisce così perché
deve finire così. Come ci si è arrivati?
- Sono passati 3 anni eh.
- Se uno è un ragazzetto alle prime armi senza conoscenze scientifiche come fa a conquistare il
mondo contro degli scienziati e dei volontari adulti e poi a farlo andare avanti?
- Ma loro erano "il futuro" immaginato da Pilcher.
- Ah, beh, allora...
Si, ma gli altri "protagonisti"? Evaporati? Uccisi? Ibernati. Come? Che senso ha farci appassionare alle loro vicende e dargli una benchè minima caratterizzazione se poi nella puntata finale ce li fai scomparire come se nulla fosse?
- Boh, che importa, ti faccio vedere tutto dalla prospettiva del ragazzetto, così è tutto come in un circolo, capito? La storia dei figli che faranno gli stessi errori dei genitori, le stesse inquadrature della prima puntata, geniale...
- Ti ho capito, tu e i circoli, ma è che è tutto campato in aria. Morto un papa se ne fa un altro, però "non azzardatevi a fuggire altrimenti vi impicchiamo". Ma cosa devono fuggire che sanno già tutto e sarebbero degli idioti se volessero farlo, quindi se lo fanno non vi dovrebbe fregare un beneamato. Ribelli bombaroli non ce ne sono più e non possono essercene più.
- No, quei cartelli sono un monito per altre persone che hanno disibernato e che non sanno nulla. Così ricreano tutto come prima e si torna al punto di partenza, come un cerchio.
- E che li hanno disibernati a fare se hanno ibernato gli altri? Per noia? Volevano un giocattolino? Sono cresciutelli per i peluches. La statua come la costruiscono, con il Pongo?
- Ma non importa, ma come fai a non vedere che tutto alla fine combacia, come un loop, come un cerchio...
- Vai a cacare, tu e i "cerchi"
- Primi episodi interessanti e "misteriosi"
- All'inizio il protagonista è credibile e ben caratterizzato
- Alcune puntate creano una giusta tensione
- Seconda parte di stagione da dimenticare
- Scelte discutibilissime e illogiche degli abitanti
- Colpo di scena finale pretestuoso e forzato.
Voto primi 5 episodi: 7+
Voto episodi successivi: 4
Voto globale: 6--
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