venerdì 21 agosto 2015

True Detective - Stagione 2 [Serie TV 2015]

"Tu non sai recitare"

Questa è una delle frasi che la moglie di Frank gli rivolge all'inizio dell'ultima puntata di questa seconda stagione. Pizzolatto deve essere proprio uno col senso dell'umorismo: una delle critiche più feroci a questa seconda stagione da parte degli internauti è proprio (ma tu guarda un po') l'incapacità recitativa di Vince Vaughn, il suo essere un cane come attore e adatto soltanto a parti da commedia.
Poi andiamo ad indagare meglio e scopriamo che le critiche arrivano pure agli altri attori della serie, giudicati inadeguati, inadatti, indegni di una serie di tale "peso" (ehhhh, vabbè che la prima stagione di True Detective è stata ottima, ma non esageriamo). Poi inesorabile arriva la critica massima, quella destinata ad annientare qualsiasi possibile replica: "Questa serie fa schifo perchè non c'è Macconagghiu".

Si, Macconaggiu non c'è, si sapeva, non è che lo scopriamo quando la serie è già iniziata. Il bello è che in quella prima serie c'era pure Woody Harrelson (che non mi sembra fosse l'ultimo arrivato), una costruzione della trama intrigante, una regia raffinata, delle musiche coinvolgenti. Poi inzia la seconda stagione, tempo una puntata di rodaggio e alla seconda vai con "Ma si vede che non siamo all'altezza della prima serie, non c'è Macconaggiù". Questa è la critica principale.

Impossibile non paragonare la prima stagione alla seconda in un telefilm come questo, inutile dire che non lo si farà o non ci si proverà nemmeno, il paragone viene naturale: è lo stesso Pizzolatto che si diverte a giocare con i rimandi (basti pensare all'inizio della prima puntata simile a quella della prima serie, o alla puntata 4 con inseguimenti e sparatorie ecc), inquadrature, dialoghi (Nel finale Bezzerides sembra "rispondere" a modo suo a "Rust" Cohle) ecc.

Il paragone quindi va fatto (è normale paragonare due cose simili, non parliamo di una serie comica e una drammatica ma della stessa serie), il punto non è quello, ma bisogna giudicare la struttura della serie, la sua evoluzione, il modo col quale vengono scostruiti i personaggi e la loro evoluzione, la regia e cose di questo tipo. Non se c'è o meno 1 attore (per quanto bravissimo)

Ma insomma com'è questo True Detective 2.0? E' proprio questo il problema. Pizzolatto deve avere avuto voglia di raccontare qualcosa di completamente diverso (li avevamo due protagonisti? Qua ce ne mettiamo quattro), lontano da quanto fatto in precedenza (lì c'era l'orrore nascosto nell'apparente tranquillità della Louisiana, qui il potere e gli intrighi di un caotico agglomerato che si accentra nell'immaginaria cittadina di Vinci), eppure con la necessità di mantenere un impianto simile a quello della prima stagione (8 puntate, regia stilosa, costruzione lenta della trama...).
Il rischio qual è? Che se cerchi di voler fare tutto, di sommare troppe cose, di aggiungere e aggiungere trame, sottotrame, personaggi, tradimenti, nomi (ma quanti nomi, si fa fatica a stargli dietro già dopo un paio di puntate) alla fine rischi di preparare un bel minestrone. Non necessariamente il minestrone è pessimo, anzi di ottime pietanze ce ne trovi, ma spesso alcune sono infilate a forza e risultano ben poco prelibate.
Eccoci allora nelle prime puntate a sorpenderci dell'ottima regia, a godere dello stile noir e a lasciarci affascinare dalle ambientazioni ma allo stesso tempo ad avere sempre in testa un insistente e fastidioso "Embè?". Non si capisce perchè ma continuiamo a vagare nel buio alla ricerca di un qualcosa che renda i personaggi non forzati e la trama qualcosa d'interessante o intellegibile.

- C'è un poliziotto problematico e corrotto
- No, c'è un poliziotto problematico e corrotto e un'altro poliziotto problematico
- No, c'è un poliziotto problematico e corrotto, un poliziotto problematico e una polizotta problematica. Ok, e poi c'è un criminale che non vuole essere criminale che è legato a doppio filo col polizotto corrotto.
- C'è un uomo "di potere" che muore.
- C'è una rapina di diamanti
- C'è la costruzione di una fantomatica linea ferroviaria
- C'è un giro di prostituzione
- C'è una comunità spirituale
...

E così via. Nelle prime puntate ci sorbiamo questi pezzi di trama gettati così alla rinfusa, senza una ben precisa collocazione che ci possa far appassionare alla trama.
Si è capito che True Detective è un noir e fonda la sua ragion d'essere nei suoi protagonsiti e le loro storie, non tanto nel caso da risolvere che risulta più sfumato e meno "importante". E' proprio per questo che se per 60 minuti a volta mi bombardi di nomi, sottotrame, personaggi che appaiono e scompaiono e si presume che invece siano importantissimi e centrali nella vicenda (basta guardare ad esempio una delle puntate finali, nella quale Frank va a trovare il figlio di uno dei suoi che è crepato qualche puntata prima e fa discorsi apparentemente profondi, mentre cerchiamo di ricordarci chi fosse il padre del ragazzino) è un po' difficile appassionarsi. Anche perchè, come di consueto, gran parte del tempo viene spesa per caratterizzare i protagonisti, che in questo caso sono 4 e non più due, quindi abbiamo un ulteriore dispendio di tempo e sottotrame.

Ora, ok, hai preso la scelta rischiosa di inserire 4 protagonisti ma alla prova dei fatti a voler fare i maligni si potrebbe sostenere che di almeno un paio si poteva fare a meno. Si, tra questi due c'è Vince Vaughn ma non perchè non sappia recitare, ma perchè è il personaggio che non funziona al 100%. Di certo si poteva fare a meno del polizotto che "vuole correre con la moto", che sarà a ben vedere "cruciale" nella vicenda ma molto forzatamente (e haivoglia a metterci pure il miglior attore possibile in quella parte, più di tanto non può fare).
Se andiamo quindi a scavare sotto sotto cosa abbiamo? Due soli "veri" protagonisti, dei quali soltanto il poliziotto corrotto Velcoro (interpretato da Colin Farrell) è davvero caratterizzato alla perfezione, mentre la Bezzerides nelle prime puntate finisce per girare a vuoto. E' per questo che quando nella seconda parte di stagione si decide di dare un'accellerata molte cose sembrano forzate, affrettate, pretestuose per quanto affascinanti e ben girate.

Nelle puntate finali di stagione abbiamo delle sequenze tese, convincenti sotto il profilo del ritmo, che riescono ad appassionare il vecchio cinefilo, che sa anche apprezzare qualche citazione fin troppo evidente (Scarface nell'ultima puntata) e qualche clichè di troppo. Si, i protagonisti si comportano in un certo modo, ma avete mai visto Carlito's Way o Heat? Sono cose che si vedono spesso ma aumentano la drammaticità di certe scene. Sotto questo punto di vista non si può imputare a Pizzolatto più di tanto, gioca con i classici del genere e a tratti ci sguazza fragorosamente.Nell'ultima puntata di un'ora e mezza (una specie di film conclusivo) c'è la summa della stagione, il meglio e il peggio che ha saputo offrire: grande stile, grandi dialoghi (alternati con altri piuttosto banalotti), ottima regia, musiche azzeccate, trama confusa e affrettata (risolta abbastanza decentemente comunque), personaggi non così interessanti (a parte Ray Velcoro, come già detto).

Insomma i fanatici del "bianco o nero" come al solito si sono spellati per dimostrare quanto questa serie sia stata una delle peggiori della storia o invece un'opera d'arte (i social sono così, l'esagerazione è il nuovo standard), alcuni si staranno ancora disperando perchè non c'è Macconaggiu, altri invece staranno ancora cercando di spiegare la magnificenza della costruzione e la poeticità della trama.
Per quanto mi riguarda, la versione 2.0 di True Detective è ancora affascinante, ben fatta, raffinata ma spesso si prende un po' troppo sul serio quando non potrebbe permettersi di farlo e cerca di essere un po' troppe cose rischiando di perdere di vista il fulcro di tutto.
Promossa senza tante riserve, ma speriamo che in seguito (se ci sarà un seguito) Pizzolatto perda meno tempo a mostrare quanto e bravo e più invece a mostrare e basta.

PRO

- Regia raffinata e musiche azzeccate (se non vi piace la sigla fatevi una cultura)
- Ambientazioni affascinanti
- Il personaggio di Ray Velcoro è ben costruito e Colin Farrell è bravo (sebbene molti si siano stracciati le vesti all'annuncio che sarebbe stato tra i protagonisti)

CONTRO

- Trama confusionaria che cerca di tappare troppi buchi senza averne il tempo
- Il personaggio di Woodrugh alla prova dei fatti è quasi irrilevante
- Non c'è Macconaggiù...no scherzo: forse i clichè a tratti sono effettivamente troppi.

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