In molti aspettavano questa vendetta. Da quel (ormai) lontano 23 Agosto 2015. Giorno in cui, con un solo tiro in porta, l'Udinese portò via da Torino una vittoria immeritata. Partita d'inizio di questo campionato che aprì anche quella crisi, nella testa e nelle gambe dei giocatori, che fece perdere a noi tutti quei punti e agli altri tutto quell'inchiostro a darci già per spacciati. E la vendetta è giunta. Severa e implacabile. Dopo quella partenza con il freno a mano tirato, oggi ci rincontriamo infilando la decima vittoria consecutiva. E che vittoria!
Ad Udine si inaugurava il nuovo stadio dell'Udinese, chiamato anche Marotta Stadium, per tutti gli acquisti fatti da lui in terra friulana che hanno contribuito a costruirlo. La festa però la facciamo noi. Coi fuochi d'artificio. Un 4-0 roboante, costruito in un solo tempo. Iniziato con un altro gol di Dybala su punizione, proseguito con uno di Sami Khedira di testa (che nel secondo tempo avrebbe potuto anche portare a casa un doppietta) e chiuso con quel rigore dello stesso Dybala. Quando Danilo si faceva superare in corsa dal Manzo e per non saper ne leggere e ne scrivere lo fermava in area una volta che questi giungeva a tu per tu con il portiere. Rosso. 11 contro 10 e partita virtualmente chiusa. Giusto il tempo di vedere lo splendido primo gol di Sandro con la maglia della Juve (quest'oggi in rosa).
Il secondo tempo è stato solo un allenamento, giocato a controllare e non stancarsi troppo, in vista delle due romane da incontrare in coppa (Italia) e in campionato, da qui a domenica prossima. Visto con la sola (vana) speranza di vedere segnare di nuovo Morata. Ma pazientiamo, quel momento arriverà. Come è arrivata la seconda partita da titolare di Rugani. Come arriverà il momento del ritorno di Pereyra e Lemina. E' stata anche un'occasione per far riposare il Polpo e far giocare Asamoah.
Ma Udine è sempre stata anche il simbolo del sorpasso sull'inter, come in quel 5 maggio di sedici anni or sono. Oggi pure mettiamo la freccia e li superiamo, e ricordiamo tutti quei risolini e quelle dichiarazioni di chi pensava fosse così facile lasciarci dietro. Dieci partite a darci tutti per morti e altre dieci a vederci solo
vincere. Ma ancora non basta per raggiungere i futuri campioni d'Italia
del Napoli, dati per imprendibili dai giornali di ieri. Lasciamo a voi la "libertà" di stampa preferendo i verdetti finali del campo. Finora stiamo vedendo un campionato in cui nessuno si sente sicuro di poterlo vincere. Forse perchè sono soltando due punti? Sicuramente ci sbagliamo e lo stesso non ce la sentiamo di darvi torto. Scrivete ciò che volete, noi preferiamo il parlare dopo al parlare prima. Comunque vada. Non a caso il nostro motto resta "fino alla fine".
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