giovedì 18 febbraio 2016

Fargo - Stagione 2 [Serie TV 2015-16]

Così come per True Detective, la seconda stagione di Fargo era attesa al varco. Dopo una prima stagione sorprendentemente riuscita (anche se non priva di difetti), Noah Hawley era chiamato ad un compito piuttosto arduo: dare finalmente alla serie una sua autonomia, alzare la posta staccandosi dal cordone ombelicale del film dal quale era tratta e restare comunque fedele allo spirito e allo stile originario. Ci è riuscito? Sostanzialmente si.

Premesse e sviluppo sembrano quelli classici: una coppia apparentemente normale, a causa di un evento fortuito, si ritrova invischiata in un qualcosa di criminoso che ha a che fare con la spartizione del territorio tra la malavita del midwest settentrionale. Gli sviluppi saranno imprevedibili e grotteschi. Sembra non esserci poi tanta differenza da quanto accade a Lester Nygaard e da quel tipo di narrazione, anche perché ci troviamo di fronte ad un prequel: le vicende riguardano infatti ciò che accade a Lou Solverson nel 1979 (se ne fa accenno nella prima stagione).

La fanno (quasi) sempre franca

Se però nella prima stagione le vicende tragicomiche finivano spesso per avere il sopravvento e la costruzione si scontrava spesso con delle lungaggini, qui invece a farla da padrone è lo stile: la fotografia, i colori, il montaggio (davvero particolare e riuscito) e soprattutto la musica. Raramente si vede una colonna sonora di questo tipo in una serie TV: perfettamente aderente allo spirito della serie, varia, inserita nei momenti giusti e al posto giusto, costituisce di fatto la grande marcia in più della seconda stagione e del telefilm in generale.

Nella colonna sonora ci sono pure i Jethro Tull, e chi me lo doveva dire!
Questo "stile" finisce per ripercuotersi sulla narrazione stessa e sulla trama: l'ironia e il tragicomico non mancano ma la serie acquisisce un aspetto più crudo, diretto, a tratti anche nostalgico e amaro che la prima stagione soltanto vagamente avevano. Non siamo di certo dalle parti di True Detective ma se in precedenza ci si divertiva, si guardava il tutto sempre col sorriso sulle labbra, anche nei momenti più splatter, qui invece c'è una maggiore costruzione della tensione, una maggiore attenzione a temi più importanti, c'è la voglia di indagare l'animo umano con maggiore consapevolezza.
A ben guardarla questa stagione di Fargo in fondo è un po' un'analisi sulle scelte che compiamo, su quanto i nostri desideri e le nostre ambizioni si scontrino con la cruda realtà del quotidiano e del destino, spesso beffardo, a volte addirittura assurdo: una madre che desidera soltanto veder crescere sua figlia, una famiglia criminale che mira ad espandere il suo business ma senza avere le idee chiare, una donna che vuole sentirsi realizzata e diventare qualcuno, un macellaio che vuole avere una famiglia come le altre con un attività ben avviata, due malavitosi di diversa etnia e colore della pelle che lottano per affermarsi e dimostrare che possono essere allo stesso livello di coloro che li discriminano...

Tutti insomma hanno un'aspirazione, un sogno, più o meno difficile da raggiungere in apparenza, ma che finirà comunque per infrangersi sulle onde degli eventi. Nell'ultima puntata ci si chiede "perché vivere sapendo che comunque dovremo morire?". Pur sapendolo avremo però ognuno un nostro obiettivo, un nostro scopo, un nostro significato, magari non riusciremo mai a capire quale realmente esso sia.

Ecco, qui a differenza della prima stagione non abbiamo magari un Lorne Malvo con la sua aria di infallibilità (anche se non mancano di certo i personaggi caricaturali, vedi il macellaio e la moglie) ma i personaggi hanno una profondità maggiore. Per questo quindi alcune scene che in passato potevano sembrare perfette in questo caso sembrano quasi fuori posto, eccessive, fini a se stesse, esagerate (si, gli alieni, ma anche la rivelazione finale sull'indiano). E' strano, perché in Fargo ti aspetti questo ed altro eppure sembrano incursioni non richieste, che stridono con quanto si sta vedendo fino a un minuto prima.

Qui sta uno dei piccoli difetti di una stagione comunque riuscita e sostanzialmente superiore alla prima per profondità e densità (come detto in precedenza il primo ciclo di puntate non sempre entusiasmava ed aveva più momenti morti). Non mancano certo i rimandi e le citazioni, anzi nell'ultima puntata assistiamo così come nella prima stagione ad una "quiete dopo la tempesta" e a situazioni simili, con tanto di Ester eggs che faranno piacere (o no, punti di vista) a coloro che avevano adorato le vicende ambientate nel 2006

Quindi questa seconda stagione è superiore alla prima? Si, magari se si potesse omettere quella piccola cosa degli extraterrestri...

PRO

- Stile a palate: musica, fotografia, montaggio stratosferici
- Personaggi ben caratterizzati
- Tematiche più profonde rispetto alla prima serie

CONTRO

- Alcune scene eccessivamente esagerate pur nel contesto della serie
- Alcune questioni e personaggi lasciati in sospeso
- 10 puntate finiscono presto

Voto 8,5

Nessun commento: