giovedì 4 febbraio 2016

Serie A 23> Juventus vs Genoa 1-0 - Tredici Per Crederci

Vittoria importante. Una di quelle vittorie che non arrivano mai facilmente.Strappata via con la determinazione e con un autorete di De Maio. Fondamentale perché han vinto tutte le grandi. Questi stoici ragazzi conquistano la tredicesima vittoria consecutiva, superando il record di Conte, stasera più grazie alla loro superiorità tecnica che non con quella fisica. Impegnati ogni tre giorni e con una infermeria che continua ad allargarsi in maniera preoccupante. Anche stasera, tra crisi di vomito (Evrà) e infortuni seri (quasi sicuramente stagione finita per Caceres) finiamo i cambi abbastanza subito e siamo costretti a soffrire fino alla fine per portare a casa questi tre punti. Nella sera in cui Italia 1 ridà Troy, lesione al tendine d'Achille per Martin, forse (dati i tempi) alla sua ultima partita con noi. 


Il Genoa è parsa, sin da subito, più in forma di noi. Noi appannati, noi col fiato corto. Noi che comunque, grazie alla migliore difesa del campionato, zitti zitti riusciamo a concedere a loro solo un pericoloso tiro in porta, in rapporto alle azioni che in realtà hanno avuto. Ripartendo in contropiede abbiamo addirittura fallito più volte il raddoppio. E abbiamo temuto più l'antica legge del gol mangiato gol subito che altro. Perché quello sciagurato inizio di campionato lascia ancora i suoi segni, quando ogni errore l'abbiamo pagato caro, e perché una squadra come la Juve può sempre giocare meglio di così.

Ecco che in questo contesto si incastonano le due facce di questa partita. Entrambe con intenti nobili ma con risultati divergenti. L'uno scuro e dalla folta chioma (Cuadrado), che "causa" l'autogol decisivo e sventa, praticamente da solo con la sua velocità, un paio di pericolose ripartenze. L'altro chiaro e pelato (Zaza), pur sempre volenteroso e pieno di cuore, ma troppo irruento e poco furbo. E passi per quel gol che si divora, può capitare, e capita spesso anche ad uno con la percentuale realizzativa come la sua, tanto più che se poi non lo fermano per un fuorigioco inesistente magari si riscatta. Più grave è però quella sconsiderata espulsione che rimedia. Inutile perché si era nella loro trequarti. Dannosa perché il nostro reparto offensivo era già in emergenza assenze. Morata stesso, dopo le due ottime partite da ritorno di forma, si ferma di nuovo in una prestazione bruttina. 



Noi che, così abituati a non perdere la concentrazione, non ci esaltiamo neppure tanto. Nemmeno dopo tredici vittorie. Perché, come ha detto Allegri, i record sono fini a se stessi, se non portano a nulla. E un secondo posto è ancora nulla. Mentalità, altro che fatturato. Quello lo si costruisce, non te lo regalano mica come i biglietti di certi stadi. Stadi che invece di venire chiusi o puniti quasi si vorrebbe diventassero un vantaggio per qualcuno anziché una punizione. Come lo chiamiamo, infatti, vietare una trasferta all'andata per inadempienza della struttura e pretendere diverso trattamento al ritorno perchè l'altra struttura è invece all'avanguardia? Chi verrebbe premiato anziche essere punito? Come lo chiamiamo invece non proferire parola allora e gridare allo scandalo adesso? Ma d'altronde parliamo degli stessi giornali del campionato falsato alla sesta e degli stessi personaggi che già hanno trovato il modo di aggirare divieti, come da loro abitudine, descritta splendidamente da un racconto di Luciano De Crescenzo.

Ma noi non molliamo noi che dobbiamo crederci per "contratto". Non vogliamo regalare nulla, chi vince lo scudetto deve meritarselo e sudarselo e se saranno loro gli faremo i nostri complimenti e non ci suicideremo (non dopo questi quattro anni). Di bestie ignoranti ce ne sono in tutte le tifoserie, non ne è esente neppure la nostra, ma quando è una laureata (sempre che non gliela abbiano regalata anche quella) a parlare di certe cose allora il cancro dell'insensata violenza e della becere morale è davvero diffuso. Poi magari si mettono bandiere contro il terrorismo e si pretende di non essere trattati in egual misura.

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