lunedì 29 febbraio 2016

Serie A 27> Juventus vs inter 2-0 – Notte da Oscar

Qualche ora prima che (finalmente) Leonardo Di Caprio vincesse l'agognato Oscar, un altro Leo ritirava il suo. Leonardo Bonucci. Auto-inseritosi tra le nomination per il ruolo di "affossa inter" passa dalle promesse ai fatti. A consegnargli l'ambita onorificenza l'unico italiano in campo di una società Indonesiana con sede a Milano. Come Sophia Loren con Benigni ad Hollywood. Quasi avesse voluto omaggiare quella curva che aveva celebrato con tanta passione, nella sua coreografia, il loro campione di rappresentanza (un pagliaccio di 108 anni) e i loro successi principali (il cartone n.14) D'Ambrosio si offre come (Di) caprio espiatorio per tutto il popolo nerazzurro, immolandosi al posto dei propri compagni.

Eh, già! Immolandosi. Per dare all'interista medio la possibilità di nascondersi una situazione dai contorni più oscuri. Tutto questo nel secondo minuto del secondo tempo, nemmeno il tempo di togliere dal campo i cartoni di quella stessa coreografia. Una coreografia come una locandina di un circo, per lo spettacolo andato poi in scena in campo, che in qualche modo cita la sezione speciale del forum Vecchia Signora che tratta i deliri degli interisti su web.

Certe vittorie hanno un sapore particolare. A volte basta l'avversario contro cui le ottieni, altre volte è solo il modo. Altre volte ancora capitano entrambe le cose. Le vittorie della Juve sull'inter sono sempre particolari, perché sono storie che contengono premesse e altre storie. Sono da sempre vittorie simboliche. Come simbolica è stata la notte di ieri. Una notte che parte da Hollywood, passa per Torino e arriva in Indonesia. Una notte che parla di una rapida ascesa, costruita su un nemico ferito ma non morto, e di una altrettanto rapida caduta e ricorda tremendamente la trama di un film (uno a caso). L'Inter ha dilapidato tutto quello che gli era caduto addosso con la nostra degenza. Come chi vince un bel gruzzolo inaspettato e se lo gioca tutto alle slot machines, accumulando un debito di 440 milioni. Noi che invece avevamo perso (quasi) tutto siamo stati capaci di rialzarci, con l'impegno, il lavoro e la mentalità vincente. Peccato che il tifo in Italia ci accechi a tal punto da non farci vedere quanto questo potrebbe diventare un film ad Hollywood.
And the winners are...

Ma senza andare troppo lontano con la storia, potremmo descrivere l'annata ancora in corso. Loro che volevano farsi salutare come capolista nel girone d'andata noi navigavamo in acque agitate. E poi come è andata? (o sta andando, visto che non è ancora finita). Eppure i segnali c'erano. In tutte quelle partite vinte stentando e giocando male, alla ricerca di uno strano record di vittorie per 1-0. Eppure in pochi (io tra quelli) l'avevano visto all'andata con quello 0-0. Ricordo ancora quel secondo tempo e quei due pali presi a San Siro che urlano vendetta. Come in quel secondo tempo di San Siro, in questo primo tempo la Juve sciupa di tutto, prendendo addirittura un palo che poteva essere l'eurogol dell'ex. Mandzukic si divora un gol che pare Dzeko (o Mandzekic). Tutto senza che l'inter riesca a rendersi pericolosa. 

Meno male che nel secondo tempo il registro cambia. La Juve ritrova la sua cinicità e fa quello che sarebbe stato più facile fare nel primo. L'impegno ha alla fine pagato e se c'era una squadra che aveva meritato di segnare un gol, quella era la nostra. Perciò, amici interisti, se proprio dovete portare alla gogna D'Ambrosio fatelo. Io invece penso che sia solo un martire delle circostanze. Sull'1-0 per noi, l'Inter era così lenta nelle sue manovre che sembrava lei in vantaggio. Sul 2-0, stremati e con le fatiche di coppa ancora nelle gambe, continuavamo a chiedere quanto mancasse alla panchina, ma stranamente correvamo più di loro. Solo sul finale, giusto per far vedere che c'eravamo portati anche il portiere, concediamo a Buffon quel paio di parate che sanciscono il suo record personale di imbattibilità (l'ultimo è stato Cassano, in tutto il girone di ritorno ancora nessun gol subito).

Chiellini usciva in maniera precauzionale (Allegri dixit) ma nulla cambiava in difesa. Rugani lo sostituiva egregiamente. Dybala che non tanto ha brillato lasciava il posto a Morata, che metteva la pietra tombale sulla partita. Rigore dubbio? Si qualcuno l'ha detto ma bastava andare a leggere o vedere le moviole per capire che chi lo diceva era di parte. Se c'è contatto il rigore lo fischi, c'è poco da fare. Fate l'esercizio di invertire le maglie e le aree e vediamo se uno juventino che frana su un interista per voi è un rigore dubbio. Fatene un altro, ipotizzate un secondo giallo per fallo di mano di Miranda già ammonito. Semplificate infine togliendo il raddoppio dal risultato finale, cosa ottenete? E mentre rocchi arbitrava teso come una corda di violino, organizzando ogni punizione come fosse una recita scolastica, non gli son serviti a nulla i sei minuti di recupero, nemmeno per appellarsi a quel rigore. La legge dello JStadium veniva alla fine verificata e a loro non resta che celebrare quel "falso positivo" del 3/11/2012 o, per andare sul classico, affidarvi alle solite interviste di Simoni prima di Juve-Inter come "Una Poltrona Per Due" alla vigilia di Natale.

Consolatevi col fatto che aveva ragione Zanetti: non è stata come quella di Coppa Italia. Ieri Bim e Bum son rimasti senza Bam. Adesso avete l'opportunità di rifarvi mercoledì in Coppa Italia. Non vi prendo per il culo, se non riuscite a fare l'impresa della qualificazione sul campo potreste tentare il colpaccio: la qualificazione morale.

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