lunedì 21 marzo 2016

AVE CESARE (Hail, Caesar!) - Joel & Ethan Coen

L'ultima pellicola dei fratelli Coen è uno spassoso omaggio alla Hollywood anni 40-50. Un film alla cui trama semplice e a tratti molle (da alcuni criticata) contrappone il fatto di essere una sorta di film nel film, o meglio, un film tenuto insieme da una serie di sketch e generi cinematografici variegati che ci conducono attraverso le vicissitudini dei vari personaggi.

E' la storia delle tribolazioni di Eddie Mannix (Josh Brolin), capo di produzione della Capitol Pictures, casa cinematografica che sta girando il film storico Ave Cesare, e del rapimento del suo protagonista (Geoge Cloney) principale da parte di un gruppo di sceneggiatori comunisti. Di qui una carrellata di interpretazioni, al limite del Cammeo, di attori come Ralph Fiennes, Channing Tatum, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Christopher Lambert e l'immancabile moglie di Joel, Frances McDormand.

I Coen alternano film crudi, dalla trama vagamente grottesca e ironica, a commedie disimpegnate come questa, che a ben vedere nascondono pur sempre la loro razione di critiche nei confronti della società. Qui ad esempio si gioca con le manie, le eccentricità e le ipocrisie del mondo del Jet Set cinematografico di quegli anni e lo si fa mostrando anche ciò che di bello è stato prodotto. Un epoca d'oro che aveva le sue idiosincrasie ma che in questo film ci vengono presentate quasi in maniera nostalgica e senza accenno di biasimo. Come un mondo infantile coi suoi peccatucci che sfociano in buffetti di rimprovero.

Un film condotto, come detto, sullo sketch quasi da avanspettacolo. L'attore-cowboy ignorante, perfetto nel suo ruolo naturale che viene trapiantato nel cinema impegnato e deve affrontare un dialogo recitativo, pur non "sapendo neppure parlare" (come dice Mannix al telefono). Il dialogo col regista che a tratti ricorda le ordinazioni di "Vieni Avanti Cretino" (i vari caffè con humor o con utopia) in cui lo stesso fraintende ogni direttiva e non sa come comportarsi nella scena. L'elemento musical coi ballerini, o piuttosto il grottesco rapimento del centurione "Cloney" sono esercizi di stile che rimangono come i pregi di questo film.

Poi è chiaro che alla gente "comune" interessa di più una trama che un'opera d'omaggio, ma in fondo i Coen sono anche questi. Han sempre dato più importanza alla caratterizzazione e alle vicende singole dei protagonisti, dalle quali unendo i punti otteniamo una trama. La firma la vediamo nell'immancabile riferimento al mondo religioso e alla loro cultura ebraica. No, Stavoltà nessun bar mitzvah, ma un brillante siparietto di discussione tra vari organismi religiosi (un rabino, un prete cattolico, un pastore e un sacerdote ortodosso) seduti attorno a un tavolo, col rabbino che ridicolizza le loro credenze sulla trinità di Dio con una battuta.

Ave Cesare è dunque una commedia disimpegnata ma brillante, che prende varie tematiche più complesse e li semplifica quasi alla maniera dei Monty Python. La vicenda degli sceneggiatori comunisti, ribelli al mondo capitalistico hollywoodiano, ci ricorda le vicessitudini di Dalton Trumbo (ad esempio) omaggiato anche dal recente L'ultima Parola, che colpevolmente devo ancora vedere, visto che si tratta di un film interpretato da Brian Cranston (già Breaking Bad) candidato agli oscar 2016 come miglior attore e arrivato dietro Di Caprio.

Per questi motivi, forse poco esaustivi, considero questo film tutto sommato divertente. Certo non sarà il primo film che useremo quando ci chiederanno di citare un film dei Coen, ma rimane pur sempre un film con cui passare un po' di tempo in allegria. 

Mi rivolgo a chi non tanto è piaciuto, dite la verità sul finale avete fatto una strana espressione. Come di chi su una giostra si accorge che il giro era finito. Quel "tutto qui?" che attendeva chissà quale finale a sorpresa. Tant'è! Anche i Coen vogliono rilassarsi un po' qualche volta e dare sfogo solo alla loro vena comica.

voto 7

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