domenica 6 marzo 2016

Serie A 28> Atalanta vs Juventus 0-2 - Un Muro Alto 836 minuti

Dopo la Grande Paura di mercoledì, a Napoli ci credevano. La sconfitta (indolore) della Juve (B) a San Siro contro l'inter era, a loro illustre parere, il sintomo di una crisi palese. Per altro loro avevano già vinto "agevolmente" in casa contro il Chievo, mentre noi dovevamo andare a Bergamo, con la pressione sulle spalle. Persino a Roma ritornava a muoversi qualcosa, dopo il 4-1 contro la Fiorentina. Al "noi ci crediamo ancora e speriamo in una sconfitta della Juve" di Nainggolan (manco ci fossimo solo noi sopra di loro) faceva eco il "qualcuno a Torino o a Madrid inizia a farsela sotto" del nostro talismano Pruzzo. Chissà se anche a Madrid conoscono le sue innate doti, di tirare i piedi alla sua squadra.


Ed ecco che vincere oggi era importante, per classifica e per il morale. Il segnale è ci siamo ancora. Liberi voi di sperare il contrario ma noi ci siamo ancora. Una vittoria, quella di oggi, che poteva arrivare persino più agevolmente se non avessimo più volte sprecato le nostre occasioni di raddoppio. Da qui a dire che ce la siamo "fatta sotto", però, ce ne passa. Diciamo che dopo il gol di Barzagli avremmo potuto chiuderla subito lì, invece di trascinarla fino alla fine.  Quando Mandzukic la ruba al portiere ma non sfrutta l'occasione d'oro o quando Dybala vuole per forza sempre portarsela sul sinistro (suo piede naturale). 
Chissà poi quanto ci sono rimasti male tutti quelli che credevano che fosse fuorigioco. Quante proteste hanno dovuto ingoiare dopo aver visto De Roon a fianco al suo portiere, tenere in gioco "la roccia". Confesso che anche io pensavo sarebbe arrivato il fischio dell'arbitro. Laddove non riescono a sbloccarla gli attaccanti ci pensa lui, andandosi a prendere il suo meritato momento di esultanza dopo un po' di anni dall'ultima volta, che capitava, guarda caso, contro l'Atalanta e con la maglia rosa, nell'ultima giornata del primo scudetto di Conte. 

Qualche imprecisione di troppo, come la prestazione sotto tono di Marchisio, o la testardaggine di Pogba di non volersi liberare mai del pallone, tengono a galla i nostri avversari, che in verità un paio di volte arrivano vicini ad accarezzare il sogno dello scherzetto. Una volta persino provandoci con la mano. Ma sono in realtà poca cosa contro la nostra difesa. Reja aveva promesso una passeggiata da Bergamo a Gorizia, in caso di vittoria della Dea, dovrà quindi ringraziare Lemina per aver risparmiato fiato e coronarie. Un gol letteralmente concepito, prodotto e realizzato in maniera splendida dal franco-gabonese entrato nel secondo tempo. Il suo esterno destro si insacca alla destra del portiere e spegne la luce sulla gara. L'Atalanta allora abbandona ogni piccola velleità di speranza, affidata alla vecchia conoscenza Borriello e a qualche altro stoico attaccante nero-blu.

Ma forse qualcuno ancora non voleva fosse finita. E' l'arbitro Valeri che concede 6 minuti di recupero, cosa che, se poco preoccupa noi fa imbufalire Buffon, ad un passo dall'incrementare il proprio record di imbattibilità e con il fantasma dello Stadio Atleti Azzurri che gli ricordava l'ultima volta che tentò e cadde.

Alla fine c'è gioia anche per lui che può piazzarsi al terzo posto dei portieri più imbattuti di tutti i tempi (dopo Rossi e Zoff) con i suoi 836 minuti e permette alla Juve di restare ancora a reti inviolate nel girone di ritorno, oltre che nel 2016. Il prossimo scoglio è il Sassuolo, l'ultima squadra che è riuscita a batterci in questo campionato, nella partita che costituiva il punto più basso di questi 5 anni. Mancano 10 partite e tutto ancora è aperto, perciò lascio che la parola torni a voi per le chiacchiere preventive. Ci sentiamo sabato prossimo.

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