domenica 26 febbraio 2017

Serie A 26> Juventus vs Empoli 2-0 – J|Stadium 30 e lode

Trentesima vittoria interna consecutiva, seconda squadra in Europa (dietro al Barcellona anni '60) di tutti i tempi, solo tre punti in meno della Juve dei 102 punti. Un cancello che pare sempre più il portone di un inferno dantesco, in cui si invita le avversarie a lasciare speranza e tre punti. Che siano piccole o grandi la Juve tesse la sua tela e tu puoi dimenarti quanto vuoi, alla fine soccombi. 2-0 come "nell'anticipo del futuro", quello giocato prima a Napoli in cui gli juventini Spinazzola e Caldara stendevano i partenopei con un assist e una doppietta.

Se c'è nel calcio una dimostrazione di forza che si può dare questa è la costanza dei risultati. Le chiacchiere estetiche sono solo un piacere momentaneo che a volte rischia di diventare una consolatoria scusa. Inanellare una serie di sei netti ed inesorabili 2-0 (su nove vittorie consecutive) lo è, più di fare goleade (magari con reti subite) con le piccole in un paio di partite per poi balbettare qua e la con le medio-grandi. Farlo con chiunque ti capiti a tiro, che sia piccola o grande, come una spada di damocle che pende sulla loro testa.

Come ieri con l'Empoli, parso tutt'altro che rinunciatario ma abbattuto di forza, nel secondo tempo, con quel tiro di Mandzukic che getta dentro palla e portiere. Il fatto che negli almanacchi quel gol resterà autogol è già un delitto. Il Manzo scardina, Sandro sigilla. Due gol nati da due belle azioni corali e da cross di Cuadrado. Tanto basta. Niente scherzi in questo sabato di carnevale. Dopo aver sciupato e incosciamente temuto di pareggiare questa partita i bianconeri la fanno propria con eleganza. Elegante come i tredici tocchi che han portato al raddoppio di Alex Sandro. 

"Nel calcio tutto è opinabile/discutibile/criticabile. Tutto. Meno Alex Sandro che non viene mai convocato dal Brasile" parole e tweer di Sandro Sabatini (Premium Sport) a cui noi, egoisticamente, rispondiamo: "meno male", vorrà dire che ne godremo a pieno solo noi. Sandro dimostra di essere in un periodo di forma strepitosa, giustificando l'addio di Evra. Inarrestabile sulla sua fascia sinistra, corona la sua serata con un gol. Come inarrestabile sulla sua fascia destra è Cuadrado, uno che. anche non essendo totalmente immune alle mie critiche per la fase di gestione palla, ha della velocità la sua caratteristica migliore, ieri espressa nello splendido cross per la testa del Manzo e per il dribbling che libera al cross sul gol del raddoppio.

Il resto solo chiacchiere, fatte per tentare di scalfirci. Con le polemiche Allegri-Bonucci rientrate nello spogliatoio prima che sulle TV e i giornali, i quali continuano a spremere lo spremibile. Ormai ogni settimana in TV si assiste ad una sorta di replica della domenica precedente. Ieri tutta la squadra ha voluto manifestare sostegno a Leo ad inizio partita e alla fine è lui a restare in campo con la fascia di capitano. Allegri lo schiera titolare nel suo turnover dimostrando professionalità da un lato e l'esagerazione che i media ci han messo dall'altra. 
La rosea si dà al fotoromanzo
La squadra, reduce dalla mini odissea aerea di Porto, scendeva in campo con un solo allenamento. Naturale aspettarsi attimi di appannamento, soprattutto da quelli che che mercoledì scorso erano in campo. Mi riferisco in particolare al Pipita, che di solito sotto porta quei gol non li sbaglia.
Ad ogni modo, anche non segnando, resta a più gol di tutto l'Empoli (19-15) ed è in testa ai capocannonieri aspettando Dzeko, di scena stasera a Milano, contro l'Inter. Ma come ho già detto in una grande squadra la squadra stessa viene prima del singolo. 

Una squadra si gioca sulla progettazione e sul lavoro. Così mentre gli altri devono ancora posare la prima pietra dello stadio (che negli sfottò è simbolicamente il dischetto del rigore) noi vediamo Caldara e costruiamo il nostro futuro. Poi cercando su Wikipedia notando che è nato il 5 Maggio 1994... Profezie?

Nessun commento: