Una boccata d’aria presa da un sospiro di sollievo.
In un periodo nel quale non si fa che parlare di bel gioco e di sconfitte "a testa alta", la Juve arriva invece alla partita decisiva del suo girone di champions (quasi un sedicesimo di finale si potrebbe dire) con poche certezze e un po' di pessimismo. Un gioco non spumeggiante (seppur neanche pessimo come molti raccontano), i soliti giocatori indisponibili (e l'ormai cronico problema terzino destro), due stop di fila in campionato e anche una buona dose di sfortuna. Insomma il modo peggiore col quale approcciarsi ad una partita del genere. Va da se quindi che molti dei problemi citati sarebbero rimasti immutati e bisognava trovare i 3 punti a tutti i costi con le risorse disponibili.
Che non sarebbe stata una passeggiata era ampiamente prevedibile. Lo Sporting Lisbon...(no, non chiamateli così che poi si offendono, per carità, non fategli sapere poi che Paganin in telecronaca continuava a chiamarli Boavista che poi lo vanno a cercare sotto casa) è una squadra molto compatta che sa come difendersi (chiedere al Barcellona, vittorioso contro di loro solo su autogoal qualche settimana fa), pure troppo. Non a caso il loro allenatore Jorge Jesus è poprio colui che col Benfica ci chiuse la porta d'accesso alla finale nell'infausta EL del 2013-14. Se poi ci mettiamo che riescono perfino ad andare in vantaggio quasi senza sapere nemmeno come, capisci che si prospetta l'ennesima serata no, con noi che (come contro Lazio e Atalanta) ci proviamo e riproviamo con i soliti attacchi sterili e inconcludenti fino a fine partita. E invece no, ti capita una punizione dal limite e ti accorgi che è finalmente tornato in campo un certo Pjanic (quasi un talismano oltre che calciatore ormai imprescindibile). Soliti passettini all'indietro, rincorsa classica, goal. Quasi come fosse una cosa naturale, quasi come fosse un rigore (e ora c'è già chi vorrebbe fargli battere pure quelli). La squadra quindi comincia a crederci, crea e sciupa tanto ma questa reazione viene frustrata dal gong che sancisce la fine del primo tempo. Nel mentre Benatia è costretto ad abbandonare il campo per un problema alla caviglia, sostituito da Barzagli.
Ti aspetti quindi una ripresa con il coltello tra i denti e invece no, la squadra, come spesso gli capita, rientra in campo spenta, stanca, imprecisa. Se Higuain continua a sbattersi e a provarci (inutilmente ma con grande volontà) fino alla fine, Dybala continua a trotterellare a vuoto per tutto il campo confermando il suo momento no. Gli attaccanti però sono tutti in campo, cosa fare per mettere questi 3 benedetti punti in cascina? Allegri prova il tutto per tutto, si gioca una mossa che può rivelarsi vincente quanto controproducente: inserisce Costa ed arretra Cuadrado a fare addirittura il terzino (Sturaro oltre che non avere i mezzi tecnici per fare il terzino non regge nemmeno per 90' minuti, e vabbè...). Non c'è manco il tempo per rifletterci su ed annotarsi la cosa però che proprio Costa sgroppa sulla fascia e crossa in mezzo. Dal nulla spunta all'improvviso il capoccione di Mandzukic che tuffandosi insacca nella rete. Non poteva che essere lui d'altronde a risolvere la gara, uno che troppo spesso viene dimenticato o criticato quando invece in champions ha più di una volta dimostrato quanto in queste gare riesca ad esaltarsi e risultare fondamentale (l'unico ad accendere la luce pure a Cardiff con un goal premiato dalla Uefa come il più bello della competizione). Con questo fanno 4 goal nelle ultime 4 partite di champions da lui disputate.
Cuadrado terzino si diceva, proprio lui poco dopo si perde Doumbia che non riesce ad arrivare su un cross a pochi centimetri dalla porta. Pericolo scampato, per fortuna stavolta almeno il risultato è salvo.
Come prendere quindi una vittoria di questo tipo, un vittoria ottenuta faticando più del previsto, arrivata senza risolvere i soliti problemi della squadra?
Gran parte delle tv e molti juventini stanno cantando il de profundis, raccontandoci di una Juve in crisi e allo sbando. Poco importa se poi a ben vedere la tanto bistrattata difesa, pure in emergenza causa infortuni, rischia poco o nulla e il loro unico goal arriva su un episodio sfortunato. A poco serve ricordare che comunque pur giocando malino i nostri 17 tiri in porta (contro 5 loro) li abbiamo fatti. Inutile poi ricordare che con questi 3 punti la Juve mette un importante tassello sulla strada della qualificazione (vincendo la prossima a meno di incroci improbabili e fantascientifici saremmo agli ottavi con 2 turni d'anticipo, alla faccia della squadra in crisi). Perchè se poi quelle stesse tv ti raccontano che è molto più importante giocare bene, che è meglio perdere ma a testa alta (anzi "altissima"), che la "personalità" è più importante dei risultati, che pure se subisci 18 tiri in porta e vieni preso a pallate poi però è importante "reagire" (con attacchi sterili e tanto possesso palla, mica con i goal o i tiri in porta)...beh due domande te le fai.
E allora se devi scegliere tra una qualificazione agli ottavi a "testa bassa" ed un'eliminazione in un girone alla portata ma "a testa alta" beh, mi spiace ma scegli la prima. Come se fossimo nati ieri, come se gli altri anni pur arrivando in finale non avessimo faticato nei gironi (chiedere al Lione). Le qualificazioni e le vittorie passano anche da qui, dai periodi bui nei quali devi solo pedalare "a testa bassa" appunto, pensando solo a te stesso e non facendo caso a quello che ti sta intorno.
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