Un "certo" Steven Spielberg (vi dice nulla questo nome?) ritorna sul grande schermo e lo fa in grande stile, con una pellicola che è insieme un inno ed un omaggio alla cultura POP della fine del secolo scorso. Quella stessa cultura POP di cui Spielberg, oltre ad essere uno dei maggiori esponenti, è icona incontrastata e che ha come fulcro il favoloso e fantomatico decennio degli anni 80.
Un film auto-celebrativo dunque? No, affatto, Ready Player One è invece una mastodontica e spettacolare opera citazionistica e celebrativa, che spazia "a 360 gradi" nelle arti del periodo, che vanno dalla letteratura al cinema fino al mondo dei videogames, in cui il termine "a 360 gradi" va inteso anche in accezione letterale, legata all'immersione in una realtà virtuale planetaria.
Siamo nell'anno 2045 e la Terra è ormai una discarica che gira intorno al sole. La vita è un tale schifo che gli esseri umani si sono rifugiati in un mondo virtuale chiamato OASIS, in cui si fa tutto e si può fare tutto (tranne che mangiare e dormire) essendo chi si vuole ed avendo come limite solo la propria fantasia. Il suo creatore, James Halliday, venerato come un Dio (in quanto creatore di un universo virtuale intero) in punto di morte lascia un testamento "virtuale" e una eredità "reale". Mette in palio la sua intera e inestimabile fortuna a chi trova le tre chiavi nascoste di OASIS, chiavi che si ottengono superando tre prove a cui si accede decifrando una serie di indizi più o meno nascosti dall'autore stesso.
Insomma un testamento alquanto "bastardo", una caccia al tesoro non da poco che dopo 5 anni non ha visto nessuno riuscire a decifrare alcun indizio, e che oltre ad attirare persone comuni, associazioni e clan, catalizza tutte le attenzioni e le mire della seconda multinazionale mondiale dopo quella di Halliday. Secondo voi, visto la posta in palio, giocheranno pulito?
Il protagonista del film è un ragazzo, che del suo mito Halliday conosce tutto e ne condivide le passioni. Un programmatore eccentrico e misantropo con il mito degli anni 80.
Ed è proprio intorno ad un "videogioco" che tutto gira... certo definirlo in questo modo, ad orecchie semplici, suona un po' come un termine limitato se non dispregiativo, se non si considera cosa ci sia davvero dietro un "videogioco".
Qui quindi voglio fare una breve premessa: considerate il computer, per come lo conoscete oggi e per come era stato concepito all'epoca della sua creazione, cioè una serie di circuiti che inizialmente servivano ad eseguire calcoli matematici semplici e complessi, solo successivamente adattato al trattamento e all'immagazzinamento, prima di solo testo, poi di immagini, poi di video ed altro ancora, fino alla complessa rete virtuale futuristica di cui il film tratta. Qual è stato il meccanismo che ha permesso all'uomo di far evolvere un computer e a spingerlo nel futuro? Lo stesso con cui ognuno di noi si è evoluto ed è diventato adulto: il gioco. Provate a dire ad un giocatore di scacchi che gli scacchi sono solo un gioco.
Il gioco come allenamento per la mente. Pensate a come deve ragionare il cervello di un programmatore, solo se siete dei programmatori potete capire cosa intendo, colui che con il puro ragionamento - il ragionamento filosofico virtuale - riesce a concepire e a dar vita ad un mondo virtuale perfetto. Il gioco dunque diviene creazione umana, cioè Arte. Ecco che il videogame, da mera esperienza ludica diviene un arte a tutti gli effetti. Un arte che lo stesso Spielberg inserisce nelle arti di cui lui stesso fa parte. Pensate infatti al Cinema, a cosa ci è voluto per riconoscerlo come un arte indipendente e non come alla scopiazzatura del Teatro? E quanto ci è voluto al Teatro stesso? Insomma la creazione di qualcosa è di per se arte e Spielberg ce lo dice in questa sua opera.
Un opera talmente sfaccettata che è persino arduo provare a riassumere con un solo articolo, e di cui possiamo parlare solo a grandi linee. Parlare di tutte le citazioni presenti richiederà senz'altro dibattiti che si svilupperanno negli anni a venire e solo per questo motivo, un film del genere può essere considerato come capolavoro. Un capolavoro che a sua volta richiederebbe una serie di appendici inversamente proporzionale al grado di conoscenza che si ha dei vari Ester Eggs che si incontrano per strada... Ad esempio se non si conosce il termine Easter Egg, si ha già bisogno di un appendice prima di iniziare, anche se nel film se ne parlerà abbastanza, visto che l'oggetto finale da cercare è proprio un uovo dorato.
Un Ester Egg (letteralmente uovo di Pasqua) e un qualcosa che un programmatore (o artista in accezione estesa) nasconde nel suo programma (opera d'arte) affinché l'utilizzatore (osservatore) la trovi. Ecco questo film è un enorme Ester Egg che contiene altri Easter Eggs: tutte le citazioni e gli omaggi che Spielberg fa ai vari Stephen King, Christopher Nolan, Robert Zemeckis, ma anche a film come King Kong, il Gigante di ferro ecc. ecc. Alcuni più in evidenza, altri più nascosti. Solo chi ha visto e amato Inception ad esempio può infatti cogliere la sottile citazione ai tre livelli e al furgoncino in corsa (non vi ho detto nulla) o al cognome dell'antagonista.
Pare infatti che prima di essere stato accettato da Spielberg, la Warner Bros (che aveva acquistato i diritti del romanzo) l'abbia proposto a Christopher Nolan, Robert Zemeckis, Matthew Vaughn, Edgar Wright e Peter Jackson. Steven dunque è come se avesse voluto fare un film con tutti questi co-registi virtuali. Capite ora cosa intendo quando dico che ci sarebbe tantissimo da parlare? sia senza spoiler che (peggio ancora) con gli spoiler... non ditemi che devo spiegarvi anche spoiler!
Avete presente quel giochino da cellulare che consiste nel trovare tutti gli oggetti nascosti in una ambientazione? Ready Player One è questo e molto di più. Un film che sarà tanto più bello se visto con cognizione di causa. I NERD ci andranno a nozze ma anche chi ne sa poco meno che nulla di cultura POP ne sarà catturato. Non foss'altro per la trama accattivante e per gli ottimi effetti speciali. Un film che diventerà più bello ogni volta che lo si rivedra', perché se ne saprà qualcosa di più ogni volta. Se ne coglierà qualcosa di più ogni volta. Magari ambire alla conoscenza totale sarà per pochi, ma scommetto che qualsiasi persona sedendosi davanti allo schermo sarà capace di cogliere almeno un richiamo.
Correte a guardarlo!
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