Anche se bisogna comunque aspettare mercoledì sera per recuperare la classifica reale, vincere oggi era più che importante, come e più delle altre Domeniche, perché significava tornare nella condizione di dipendere solo da noi stessi. Ora difatti saremo noi a giocare, tecnicamente e praticamente, dopo il Napoli, ma ci scommetto che Sarri stasera la rigirerà comunque nella sua padella.
Paulo Dybala, l'uomo del momento, firma anche questa, con e senza quei due gol. La firma con quella punizione magistrale, col rigore che si procura e con la palla che consegna a Higuain perché lo batta lui al suo posto, tra i mugugni di Allegri. Poi è lo stesso Higuain che nel secondo tempo chiede scusa, a noi e a lui, per quell'errore dagli undici metri consegnando alla Joya la palla che pone rimedio all'ennesimo rigore sbagliato e chiude la partita. Dybala perdona, ringrazia e a suo modo mette riparo ad una sua responsabilità inconscia, quella di non esserla sentita di battere quel rigore, forse per non rovinare il suo momento migliore con un altro errore.
Così la chiude lui, e vissero tutti felici e contenti. La Juve vince, senza patemi d'animo, riuscendo anche a dosare le forze, cosa altrettanto fondamentale visto che tra tre giorni è di nuovo campionato, di nuovo come un calcio di rigore da calciare, sperando di non sbagliare anche quello. Undicesima vittoria consecutiva e porta inviolata in casa dal 5 Novembre, giorno di quello strano Juve-Benevento. Numeri non ancora definitivi, per chi ha l'obbligo di ricercare sempre e comunque la matematica del campo, ma comunque numeri che iniziano a farsi importanti.
Nella giornata della commozione e del ricordo per Astori, non posso non sfogare tutta la mia indignazione verso un giornalismo sportivo sempre più sciacallo e sbilanciato. Peggio se a farlo è chi si spaccia per juventino, dimostrando sempre e comunque il contrario. E mi riferisco a un uomo chiamato Crosetti, che twittando una disinformata critica al minuto di "silenzio" dello Stadium si una tira dietro le orde di vermi come Ziliani e compagnia strisciate. Davvero questo mondo è senza più speranza e anno dopo anno il mio pessimismo verso la bontà della gente pallonara non riesce a trovare smentite, perché sono proprio gli addetti ai lavori a dare il peggio che si può dare, superando ogni becero bar di periferia.
Non notare che in tutti gli stadi è stata mandata la stessa canzone di Lucio Dalla, il cantante simbolo per quel suo 4 Marzo, rimasto tragico soltanto una settimana fa, in memoria di Davide, non solo è disinformazione da parte di chi invece dovrebbe farla, ma è ossessione e sciacallaggio, dei più beceri.
E pensare che solo qualche giorno fa, la stessa Juventus si è meritata gli applausi dei "nemici" Viola per aver, in sfregio alla stanchezza del ritorno e con poche ore di sonno, voluto essere a Firenze per rendere omaggio al suo Capitano. Fuggi dal calcio, non per il calcio ma per i suoi tifosi.
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