Chiamatelo Allegrismo. Che partita si è andato a prendere il Mister con quei due cambi? Una vittoria che sa di impresa, non tanto per il gioco espresso, ma al contrario per quello non espresso. Due tiri in porta due gol e partita ribaltata. Quanti ci credevano ancora, e sinceramente, dopo il vantaggio del Tottenham? Con loro in casa, nel tempio di Wembley, in totale controllo della partita e noi (come Sabato scorso) senza nessun tiro in porta all'attivo?
Ve lo dico io, uno solo: Douglas Costa. Lui tiene accesa la candela di un primo tempo che ha nell'1-0 l'unico "aspetto positivo". Va a lui e al Mister il merito di averci creduto nel secondo tempo. Ecco forse solo pensando a Domenica si può spiegare cos'è questa Juve e cosa è successo stasera. Questa Juve, acciaccata e piena di defezioni non ci sta a mollare nulla.
Se quest'anno, infatti, tutti si riempiono la bocca con la nuova moda del Sarrismo, ancora una volta Allegri dimostra di essere il mago della partita, intesa come periodo in divenire, in cui puoi fare le tue mosse per ribaltare situazioni difficili o complicate. Se Sarri infatti "fa la schedina" e mette in campo i suoi, affidandosi a quanto gli ha detto prima e in allenamento, Allegri ha dimostrato (non solo quest'anno) di saper "scommettere live". Naturalmente ha uomini che hanno i numeri per farlo, ma l'ossessiva presenza e manovra attiva durante le partite è la sua caratteristica distintiva principale.
Chiaramente è una Juve col fiato corto, non nascondiamoci, con molte defezioni importanti (altro aspetto che poteva farci essere negativi sin dalla vigilia) ma una Juve che ha nei suoi uomini un gruppo di Rocky Balboa che sanno incassare senza andare al tappeto, per poi approfittare di un avversario stremato che ti ha colpito ma non sconfitto. Sorprendente ad esempio è vedere come un Dybala o un Higuain, non ancora al 100% riescano a metterla dentro con una sola occasione. Magari ripensando a quante se ne siano mangiati quando invece erano in forma smagliante. E' grazie a questi due interruttori se siamo ancora in gioco sui tre fronti. Così, come era accaduto a Roma e a Napoli sabato, anche il Tottenham ha capito che è difficile ammazzarci.
Nel secondo tempo gli innesti di Licht e Asa hanno cambiato tutto, ribaltando anche la fortuna. Se infatti nel primo tempo l'arbitro ci nega un rigore solare, Son ci fa un gol colpendo la palla neppure-lui-sa-come, sul finale se quel gol in fuorigioco si fosse infilato i tempi supplementari sarebbero stati una mazzata psico-fisica che avrebbe lasciato strascichi molto peggiori, oltre a buttarci fuori per inerzia. Non mi stancherò mai di dirlo, la Champions è questa: una competizione che si gioca anche sul fronte della fortuna e sugli episodi, oltre che all'esperienza e alla capacità di non mollare mai.
Per il futuro invece dobbiamo continuare a stringere i denti, perché la bravura dei singoli, la loro epicità in questo periodo particolare di forma e organico, non ci tiene fuori da un mese delicato, in cui sarà importante ritrovare anche il gioco. Ma per gioco non intendo il tiki taka fine a se stesso che fa divertire i terzi, ma la forza fisica della grande squadra.
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