Se è vero che non è tutto oro ciò che luccica, la Juve stasera lascia accesa una fiammella tricolore... che non è quella del Movimento Sociale, ma piuttosto il simbolo della speranza che ancora ci rimane di non buttar via questo scudetto. Se questa fiammella sia più o meno fioca staremo a vederlo nelle prossime tre settimane, perché le mie perplessità (come quelle di molti) restano intatte anche e soprattutto dopo la partita di ieri, assieme alla speranza di essere smentito.
E intanto la prima smentita è arrivata, anche se sofferta. Non mi sono sbagliato di molto nel pronostico pre-partita, sentivo che da Milano saremmo potuti uscire nel modo peggiore. Nell'attuale situazione di testa e gamba siamo fortemente in balia di una mare in tempesta, che può ribaltare la nostra imbarcazione da un momento all'altro. Meno male, dunque, essere riusciti a tornare a galla, dopo una lunga apnea che pareva fatale. Lasciandogli assaggiare l'amaro calice della sconfitta al novantesimo, a loro che di sconfitta (altrui) al novantesimo han tanto gioito negli ultimi tempi. Questione di Karma.
Perché se non è tutto oro ciò che luccica, anche restasse un fuoco fatuo, il bagliore che rimane ad illuminare un poco il cuore dei tifosi più pessimisti è quello di aver vinto in casa di quelli-per-antonomasia, proprio quando invece gli stessi quelli credevano ormai di aver vinto, scongiurando un "nostro 5 maggio", per citare uno striscione che gli si è rivoltato contro (ancora una volta), ed aver evitato lo sperpero di uno scudetto proprio in casa loro, nel peggior modo che potesse capitare: gettandolo via assieme ad una partita pazza e sciagurata.
Acchiappata, buttata e ripresa, speriamo che questa vittoria possa divenire un simbolo di questa stagione. In dieci per una partita intera stavamo riuscendo nel becero obbiettivo di perdere senza esserci impegnati sino in fondo per evitarlo, ancora una volta, come da recente abitudine che è ormai divenuta il nostro peggior difetto. Tra quello che non è oro rimane la patacca di un'ennesima prestazione da fare incazzare Gandhi in persona. Proprio ora che siamo alla fine, proprio contro questa gente. Produce senza sosta la fabbrica dell'errore e dell'orrore, con giocatori che farebbero tenerezza se non facessero rabbia. Ok quel pareggio, ancora una volta su palla inattiva, ma è nel raddoppio dell'inter che traspare tutta la fotografia del momento Juve: con Cuadro che resta a terra a "prendere i fari" dopo il contrasto, senza accennare a un rapido risorgimento, e con noi che ce la buttiamo dentro da soli nelle persona di Barzagli.
In mezzo alle solite "originalissime" coreografie sugli spalti, farcite dai soliti pianti, che non mancano mai, per una gamba squarciata di Mandzukic che qualcuno avrebbe voluto cacciasse solo sangue giallo. Lamenti e pianti per un giallo che sarebbe dovuto arrivare su Pjanic, che lo stesso Miralem avrebbe anche meritato (in tutta onestà) ma che eclissano del tutto dai media un rigore non concesso a Matuidi. Proprio loro che "il Var è il nostro dio", salvo bestemmiarlo una domenica si e l'altra no a seconda di come distribuisca le sue sentenze. Proprio loro che qualche anno fa scelsero lo stesso Orsato, a garanzia di "non-juventinità" in uno Juve-Napoli entrato nella memoria bianconera collettiva per il gol di Zaza.
Eppure Orsato non lo scopriamo oggi... anche se forse loro sì: E' quel fischietto talmente permaloso da ammonire più per proteste che per falli. Un arbitro che come detto, e visto, ha arbitrato male da una parte e dall'altra e a tratti si è lasciato sfuggire la gara di mano. Che ha avuto bisogno del supporto della Var in più occasioni per portare a casa la sua direzione di gara.
E meno male che ci sono questi pianti a tirarci un po' su di morale dopo la prestazione di ieri. Meno male che sia arrivata la rimonta, col gol di un Higuain che ieri con questo si è ampiamente pagato un biglietto di spettatore dal campo. Meno male che la decide Dybala, spaccando la partita nel poco tempo che gli è stato concesso da Allegri, con qualche spazzo volenteroso e, soprattutto, con l'assist su punizione per alla vittoria finale. Che bello che i nostri tifosi accorsi in massa siano usciti sani e salvi da una gara come questa, in cui l'appellativo pazzo che l'inter si è data ha influenzato anche noi.
E' una pazza Juve che gioca pericolosamente sull'orlo del burrone, che riesce a superare, non una finale come qualcuno a detto, ma solo un ottavo di finale ad eliminazione diretta, e che se vuole che questo luccichio si tramuti in oro deve riuscire nella difficile impresa di vincere ancora un quarto col Bologna, una semifinale (tostissima) con la Roma, prima di giocarsi una finale in casa col Verona.
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