martedì 1 maggio 2018

American Gods - prima stagione [Serie Tv 2017]

Cercare di descrivere in poche righe cosa è (e di cosa parla) American Gods è impresa piuttosto ardua. E allora partiamo dal titolo: American Gods parla di Dei (americani ci aggiungiamo), abbastanza ovvio. Si ma quali Dei? Tutti. Tutti? Esatto, non si fanno distinzioni tra cattolici, musulmani, pagani, "Dei moderni" molto più terreni, si arriva perfino a scomodare figure del folklore e della superstizione. Tutti gli Dei hanno infatti il loro spazio ed esistono se c'è qualcuno crede in loro. Ecco allora che possono benissimo coesistere pure più di un solo Gesù Cristo, a seconda di come viene idealizzato dalle religioni che lo venerano. E tutti questi Dei stanno in America. Cosa ci stanno a fare? Non si sa bene, ma sostanzialmente si fanno la guerra, una guerra che vede fronteggiarsi due grandi fazioni: quella degli Dei Antichi e quella degli Dei moderni che in qualche modo li hanno soppiantati (idealmente la tv, internet, i telefonini ecc). Se tutto questo vi sembra folle in realtà è una delle poche cose che si possa chiamare "filo conduttore" delle puntate, perchè il resto sarà un misto tra il folle, il, grottesco, il bizzarro, lo splatter, il drammatico...
Tutto in sole 8 puntate che, va bene durano attorno ai 60 minuti ognuna, ma sono decisamente poche per tutto questo minestrone di eventi ed ambizioni. Basteranno?


Quel tizio ci ha chiamati Kratos e Sergio Ramos. Che dici, lo pestiamo per bene?

Shadow Moon (che già dal nome è tutto un programma) è un ex detenuto che, appena uscito dal carcere, viene a sapere che sua moglie è morta e (come se non bastasse) è morta in un incidente avuto mentre faceva sesso con un amico di famiglia. Shadow è uno di quei tipi insomma che se incontrano un gatto nero per strada il gatto se la fa addosso dalla paura. Ma sarà solo sfiga o c'è di più?
Triste ed incazzato allo stesso tempo si imbatterà in un misterioso personaggio che si fa chiamare Mr. Wednsday (lo ha conosciuto di mercoledì) che gli racconterà un mucchio di cose apparentemente senza senso. Naturalmente non è tutto così facile come sembra, il tizio non è un semplice "pazzo", sarà anzi Shadow Moon a rischiare di impazzire perchè Wednsday lo porterà in giro per l'America in un viaggio on the road che li vedrà incontrare questi Dei, cercando un alleanza per una guerra sempre più incombente. A loro due si aggiungeranno una serie di personaggi (la maggior parte dei quali non ricorrenti nella serie) del tutto fuori di testa o semplicemente bizzarri: Dei che si sono rifatti una vita come venditori di armi, "vedove nere", creatori di realtà alternative ecc. Ogni puntata regalerà uno spaccato sempre più folle e (apparentemente) decontestualizzato rispetto alla "trama principale" ma che in qualche modo ha dei sottili legami con essa.

Invece di moltiplicare i pani e i pesci si è moltiplicato direttamente lui

Parlare di vera e propria "trama principale" poi per un telefilm come American Gods è azzardato. Diciamo che la serie si regge su degli spunti, su degli abbozzi che non vengono mai sviluppati del tutto, su un canovaccio sul quale però durante le puntate si ha ampio spazio di variare e di "uscire e rientrare" all'interno dei binari. Gran parte degli episodi di fatto si compongono di "micro storie" e di racconti che hanno per protagonisti uomini e donne comuni che hanno a che fare con  questi Dei. Pure lo stile cambia di puntata in puntata, mantenendo comunque un vago senso pittorico ma abbracciando vari generi e perfino diverse caratteristiche visive (prendiamo ad esempio il prologo di una puntata in stop motion).
Anche il cast è di tutto rispetto: ad un "poco navigato" Ricky Whittle si affiancano attori del calibro di Ian McShane, Peter Stormare, perfino i redivivi Gillian Anderson e Crispin Glover, più altri, che offrono interpretazioni sempre impeccabili e coinvolgenti. Per fortuna i dialoghi sono ben scritti, anche perchè, visto che la serie è pricipalmente basata su monologhi e conversazioni, qualora una delle due componenti (cast e dialoghi) fosse venuta meno sarebbero collata tutta l'impalcatura.

“Come dico sempre, Se ti ci metti con impegno raggiungi qualsiasi risultato.”

Bisogna lasciarsi trasportare dal flusso per apprezzare American Gods, senza porsi troppe domande (di risposte ce ne saranno poche e lo si capisce fin da subito), si viene insomma spiazzati di continuo e così come per Shadow Moon si finirà spesso per domandarsi "ma cosa sta succedendo?". Proprio quando ci sembrerà di riuscire a mettere a posto le tessere del puzzle e a volerne finalmente di più...finisce la prima stagione. Non con un cliffhanger, no, definirlo tale è un eufemismo, diciamo che tutto quello che accade nelle prime 8 puntate sembra quasi un grosso prologo di un qualcosa che accadrà in seguito. Ci si rimane insomma un po' straniti e disorientati (un po' come per tutto l'arco delle 8 puntate) faticando a capire quanto sia davvero genuinamente geniale e quanto invece sia un po' troppo autocompiaciuto.

American Gods insomma è uno dei telefilm più geniali e allo stesso tempo uno di quelli più assurdi e nonsense degli ultimi anni. Si dovrà combattere ogni secondo con la sospensione dell'incredulità per riuscire a godersi qualcosa di affascinante e sofisticato. Per apprezzarlo insomma dovrete credere ciecamente in lui, come si fa con gli Dei, non dubitando mai anche quando la logica imporrebbe di farsi una risata e bollarlo come "una serie di cose a caso".

PRO

- Cast e dialoghi eccellenti
- Fotografia artistica e sempre originale
- Situazioni assurde e grottesche

CONTRO

- Sembra quasi un prologo della seconda stagione
- Trama piuttosto evanescente
- Finisce subito e sul "più bello"

Voto 8--

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