Croazia-Inghilterra 2-1 (dts)
Non è il football a tornare a casa ma l'Inghilterra. Sembrava tutto apparecchiato per la bella favola di albione: la tavola imbandita e preparata con cura con cibi belli pesanti (si consumava un po' di Tripp(ier) fin dai primi minuti) ma alla fine il tutto finiva per restargli sullo stomaco, troppi goal mangiati. Gli altri invece digerivano alla grande e arrivati alla frutta avevano ancora fame, dopo Peri(sic) non sazi rispondevano "ancora ancora, tanto io Mangio Kitsch".
Interista e juventino, per una volta amici sul campo, si mangiavano in un boccone i 3 leoni mentre loro erano ancora intenti a scacciare le formiche che gli avevano rovinato il picnic (per la Croazia è la prima storica finale della sua, breve, storia).
52 anni di attesa e continueranno ad aumentare: forse alla fine la giovane età e l'inesperienza di molti ha pesato, laddove i croati avevano tra le loro fila parecchi giocatori navigati ed esperti.
Il difetto principale delle squadre inglesi (e di conseguenza della loro nazionale) è quello di avere sempre poca benzina nel serbatoio e partire a 1000: dopo i primi minuti hai l'impressione che dilagheranno senza tanti problemi e poi invece sul più bello sbandano, cominciano a camminare in campo ("You'll never walk alone", non camminerai mai da solo, ma comunque da solo o accompagnato finirai per camminare piuttosto che correre) e si fermano. Stavolta proprio quando sembrano ricominciare a riacquistare qualche energia vanno sotto, ai supplementari. La Croazia invece acquista il morbo del Portogallo e va in finale senza vincere nemmeno una partita nei 90 minuti tra ottavi di finale, quarti e semifinale. Un bel bottino. In finale se la vedranno con i formaggesi che quando partono favoriti di solito steccano. Vedremo se, dopo gli europei di 2 anni fa, riusciranno a suicidarsi contro una outsider o se trionferanno come nel 1998, quando eliminarono proprio i croati in semifinale (loro miglior risultato fin a ieri).
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