Altro 2-0 bugiardo per difetto, una Juve straripante che non tramuta in forma tutto ciò che è stata in sostanza, ma che domina ancor più che contro il Frosinone, complice forse l'effetto Stadium. Stavolta più che un pullman è stata una diga a fermare lo straripamento del torrente Juve. Una diga messa su dopo il raddoppio che la Juve ha avuto persino poco interesse di superare, preferendo il divertimento e il risparmio delle energie in vista di Sabato. I numeri sono ancora una volta impietosi: 77% di possesso palla, 824 passaggi con una precisione che si attesta sopra il 92%, 15 tiri di cui 8 nello specchio.
Sesta vittoria consecutiva (settima con quella di Champions) ma gli antiju possono consolarsi con un'altra partita senza gol di Ronaldo (ogni partita in cui CR7 non segna per loro ormai è come una mezza vittoria). L'abbiamo visto Ronaldo, sbracciarsi perché non è stato servito tutte le volte che ha voluto. Tante volte aveva ragione, perché davvero quest'inizio anno o lo si cerca troppo o troppo poco. Ma la cosa veramente importante è che lo si sia servito in occasione del suo assist per il raddoppio di Matuidi. Tutto il resto per me può girare intorno come una pagina strappata di un rotocalco rosa da quattro soldi sotto la pioggia di settembre. A me interessa portare a gol quanti più giocatori possibili e lasciare a Piatek il trono di capocannoniere, visto il poco che potrà ottenere la sua squadra in altri ambiti.
Torna invece, finalmente, al gol la Joya Dybala. Un gol da rapace in semigirata che toglie sulle sue spalle tutta la pressione che si era accumulata dall'esterno in questo inizio stagione. Un Paulo Dybala che oltre il gol offre anche un prestazione degna della sua fama, il più in palla in una squadra "tutta in palla", che ieri sfoggia una prestazione Tiki-Taka-Style, con una serie impressionate di passaggi e un possesso palla da "che ce siete venuti a fa'?". I bianconeri dimostrano di sapersi adattare all'avversario, cambiando il proprio modo di giocare senza dare riferimenti. Un gruppo sempre più affiatato e dal gioco europeo.
Sull'altro versante, come detto, il pullman di Pippo Inzaghi arriva tardi davanti alla porta, chiamato giusto per evitare una goleada imbarazzante. Il Frosinone l'abbiamo visto a Roma abbandonare ogni velleità di ricerca di uno zero a zero che, per quanto si cerchi allo strenuo delle forze, quest'anno è riuscito ad arrivare solo contro questo Bologna. Perché in quanto a gol fatti non se ne parla, i ciociari restano ancora a zero in sei partite.
Pratica liquidata sin dall'inizio, senza perdere il tempo che si è perso domenica scorsa. Un allenamento in vista del Big Match di Sabato. Una partita (quella di sabato alle 18) che rischia di ricordare molto lo Juve-Roma del violino di Garcia, caricata ormai a molla su una piazza che invece è costantemente carica a quarzo e che quindi non ne avrebbe bisogno, rischia di scatenare polemiche persino sui falli laterali assegnati, ma che alla settima giornata appare persino troppo prematura per qualsiasi analisi (nel 2014 il violino suonò persino una giornata prima).
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