Ronaldo ieri sera ha veramente realizzato di non essere più un giocatore del Real. Sì, forse all'inizio della nuova avventura ci ha pensato poco, spinto dall'adrenalina della nuova esperienza. Ma ieri sera, col primo rosso in 158 partite di Champions, Cristiano ha capito di aver lasciato Madrid e che per vincere la Champions, con la Juve, deve sudarsela davvero. Ma tranquilli, il nostro è solo un innocente sfogo, perché se negli ultimi cinque anni di Champions (per non parlare di tutta la storia precedente) al posto nostro ci fossero stati Inter o Napoli, avrebbero chiesto la Uefexit con annessione alla Copa Libertadores. E in fondo lo sanno e spesso se lo fanno anche scappare nelle battutine che ripetono a memoria.
La Juve invece aiuta Ronaldo a rialzarsi e gli dice: "su non piangere, mo' gliele diamo noi le botte a questi.
Magari ripensandoci oggi avrebbe davvero voluto dare un bel "mafalone" (ceffone foggiano) all'ex interista Murillo. Chissà che rapandogli a zero quei quattro peli che ha in testa non gli avesse debellato anche i pidocchi che ha nel cervello. Tutti pensieri che sta facendo Ronaldo, per carità... ma che forse sotto sotto abbiam fatto anche noi. Perché se davvero avesse fatto questo almeno sarebbe uscito dal campo soddisfatto e con un ghigno sulla faccia. Invece non solo Murillo simula ma quando Ronaldo gli mette la mano in testa a dire: "provolone alzati che non ti ho toccato" la squadra valenziana va a piangere dal giudice di porta. A quel punto, il crauto Brych, che abbiamo imparato a conoscere per quell'espulsione inventata su Cuadrado nella finale di Cardiff, quando un altro maestro dell'anti sportività che risponde al nome di Ramos Sergio si era buttato a terra simulando di aver preso una testata, si ripete. Stavolta però non è nemmeno stato capace di prendere questa chiavica di decisione da solo. Ha dovuto chiedere l'aiuto da casa all'amico Fritz che di mestiere fa il "guardia di porta" ed è detto Gozer il Gozeriano.
Il pastrocchio è fatto e tra lo scherno dei tifosi di casa, una Juve che era andata più volte vicina al vantaggio, si trova costretta in 10 a vedersela da sola, come da sola se l'era vista in tutti questi anni senza Ronaldo. Ma il Valencia forse non ci conosce, non sa che se ci ferisci scateni in noi l'immediata reazione. A dire il vero non abbiamo dovuto neppure faticare tanto, visto che da un certo punto di vista ci ha pensato il Karma. Come quando Cancelo prende un calcio in faccia e gli danno rigore (autore solo ammonito) o come quando lo stesso Murillo causa il secondo rigore (ahahah 'o frechete) e l'ex Neto si arrende per la seconda volta a Pjanic. Persino nel finale Brych non demorde e nella sua ignobile serata assegna agli spagnoli un rigore ridicolo sul filo di lana. Stavolta è Szczesny a fare il Gandalf della situazione, ribadendo all'arbitro e al Valencia il nostro: Tu, non puoi, passare!
Il primo scoglio è dunque superato, non senza qualche tribolazione che poteva essere evitata. Rimane il bilancio di una gara arcigna, in cui la Juve ha detto: io ci sono e vediamo come va. Pensare al futuro non mi piace, la Champions la conosciamo bene e sarebbe ripetere sempre le stesse litanie, ma quel che mi è piaciuto ieri è stato il carattere mostrato dalla squadra e la voglia di non mollare o abbattersi. Successivamente bisognerà fare i conti con l'assenza di Ronaldo, in particolare a Manchester (poiché per regolamento il portoghese dovrebbe star fuori per due giornate) ma fino ad ora abbiamo dimostrato di poter fare a meno del jolly, che giocheremo a tempo debito, quando anche li sarà più incazzato ed affamato.
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