mercoledì 30 gennaio 2019

Hill House - prima stagione (2018)

This house aches
I whistle it's tune
After so much noise
Freedom is silence
Half the house is missing
Taken half of me with it

(Marillion - House)


Hill House è, come prevedibile dal nome, l'ennesima serie tv su una casa stregata (è tratta dal romanzo "L'incubo di Hill House", di Shirley Jackson). I cliché ci sono tutti e sono così classici che più classici non si può (ad esempio i buu ripetuti insistentemente e sempre con le solite modalità), la solita storia dei fantasmi che infestano l'edificio, i soliti segreti custoditi dal passato, la classica scena con la persona che, "posseduta" e plagiata dallo spettro, compie gesti dei quali poi si pentirà una volta rinsavita. Avrete capito insomma che ci troviamo di fronte ad un prodotto che di certo non ha tra le sue qualità l'originalità. Eppure, puntata dopo puntata, flashback dopo flashback, apparizione dopo apparizione, vi accorgerete che piano piano anche voi siete stati catturati dai fantasmi, solo che si tratta dei fantasmi interiori dei protagonisti.

E' inutile girarci intorno, negli horror ormai è stato detto quasi tutto e, se nella vostra vita ne avete visti a bizzeffe, nulla potrà più davvero spaventarvi (almeno per me è così e vi assicuro che non sono di quelli che al cinema parla per 2 ore fingendo sicurezza ottenendo solo il risultato di far capire che in fondo se la fa addosso). La differenza allora la faranno due fattori (se si tratta di un horror comico uno solo: il divertimento): lo stile e l'empatia che susciteranno i personaggi.. Guardacaso Hill House li ha entrambi. Perchè se è vero che i clichè sono sempre lì a tormentarvi a tradimento molto più delle "presenze", i continui ribaltamenti in merito al significato di una vicenda (una stessa scena spesso verrà scandagliata e analizzata dal punto di vista di diversi personaggi appartenenti alla famiglia protagonista) magari non vi stupiranno ma vi faranno appassionare. Certo, di colpi di scena davvero riusciti ce ne son pochini, ma più di una volta vi ritroverete a pensare "ah, ecco perché...", "adesso capisco perché tizio aveva agito così e aveva detto cosà".

ET: telefono casa infestata

Il continuo ribaltamento non è poi solo psicologico (un personaggio aveva paura di un qualcosa che per un altro era una fesseria) ma anche temporale. I diversi membri della famiglia Crain vengono  infatti osservati dallo spettatore in diverse fasi della loro vita, soprattutto due: l'infanzia e l'età adulta. Ne nasce quindi quello strano effetto IT: vedere una stessa persona da bambina e poi da adulta ci fa entrare nel suo modo di pensare, ci fa capire perchè ha compiuto determinate scelte, ci porta a perdonare determinarti errori e tic che, vedendoli magari estrapolati dal contesto, ce la renderebbero antipatica. In poche parole ci affezioniamo. Certo ad alcuni più che ad altri (Nell, Olivia, Luke) ma questo dipende dal tipo di caratterizzazione che si è scelto di impostare per poter portare avanti determinate dinamiche della trama.

Hill House è in buona sostanza la storia di una famiglia e dei suoi demoni, è la storia di un padre che cerca in tutti i modi di tenere al sicuro i propri cari, la storia di una madre che teme di perdere per sempre la lucidità e la  capacità di non essere un pericolo per i propri bambini, la storia di un gruppo di fratelli che sceglie di affrontare in maniera diversa i propri traumi infantili...Tutto ciò è molto "umano", il fattore horror o comunque "fantastico" della vicenda diventa allora appendice (raccordo che aiuta a spiegare determinate fobie o paure più che fattore scatenante di paure per lo spettatore) quando non inutile orpello (a volte noioso e stucchevole). La "casa" è allora (come accadeva per la "città" in opere come Silent Hill 2: l'assonanza nel nome non è del tutto casuale) essa stessa un'entità, un essere vivente che influisce ed influenza tutti coloro che ci vengono a contatto: "I muri sono come le ossa, i tubi sono le vene. Ha bisogno di respirare, ha bisogno di luce". La casa è stata parte della loro vita e non riusciranno a liberarsi del suo ricordo e della sua influenza nemmeno da adulti, nemmeno fuggendo e cambiando vita. La casa è stata la loro famiglia e ha plasmato la loro famiglia. 

"Wow, bellissimo questo effetto speciale", ovvero i bambini smaliziati di oggi


Per tutti questi motivi la notizia di una probabile (speriamo si sgonfi in una bolla di sapone) seconda stagione ci fa rabbrividire (e non di paura): una casa non è una città. La sua storia, i suoi segreti, le sue stanze segrete, il suo passato sono stati già raccontati e sviscerati, non servono ulteriori "visioni".


PRO

- Ottima caratterizzazione dei personaggi 

- I diversi flashback e punti di vista arricchiscono il racconto 

- Vi conquisterà poco alla volta senza che ve ne accorgiate


CONTRO

- Tanti, tantissimi clichè, una pioggia di clichè

- Non tutti i personaggi vi "cattureranno"

- I colpi di scena sono piuttosto telefonati

Voto 8-

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