giovedì 31 gennaio 2019

#CoppaItalia1819 #AtalantaJuventus 3-0 - Serata da Cancel-lare



Eppure i sintomi erano lì sin da Domenica sera, ma in fondo non è che in tre giorni si guarisce da una malattia e si torna a correre sui prati come se niente fosse. Nella trasferta di Roma con la Lazio, vinta per due sprazzi di luce e (come avevo detto) anche per l'inconcludenza cronica della Lazio con le grandi, la più brutta Juve della stagione si era già vista. Magari si è sperato che l'Olimpico fosse stato stata solo un'eccezione, invece a quanto pare stiamo vivendo il primo vero momento di flessione della stagione. In più come da antico proverbio piove sempre sul bagnato, ci tocca dunque fare anche i conti anche con una sequela di infortuni tra difesa, centrocampo e attacco. Alla fine delle fiera, dunque, dopo 4 anni la coccarda della Coppa Italia si scuce dal petto bianconero, e detto a freddo prima o poi doveva pur succedere.


Nessun alibi ma la cartina tornasole della serata si è avuta con l'infortunio di Chiellini. Che sarebbe stata una serata dal PH acido lo si poteva intuire dal fatto che, in una difesa in cui già mancava Bonucci, l'unico che si stava salvando (ed eravamo appena l'inizio) era proprio il "dottore", registrando già due interventi da Oxford sull'attacco atalantino. Dopo di lui il caos: Giocatori fuori ruolo e fuori luogo scrivevano una delle pagine più brutte della stagione. De Sciglio centrale insieme a Rugani parevano due senza tetto. Daniele che con la Lazio aveva rimediato alle sue cappelle, ieri vedeva sciogliersi il club dei "fatelo giocare, dategli fiducia". Mattia invece schiude la serata in "bruttezza" con una cappellata da avanspettacolo.

A quel punto come terzino puro entra Cancelo e resta emblematico il fatto che proprio colui il quale ci tirò fuori dalle sabbie mobili di Roma ieri ci abbia di fatto affossato. Il portoghese sembrava tornato quello dei tempi dell'Inter, pasticcione e deleterio propizia il vantaggio perdendo un pallone da pollo. Mai più in quel ruolo per favore!


Ma a Bergamo non si salva nessuno, contro una delle squadre attualmente più in forma (l'Atalanta) una di quelle con il fiato più corto (la Juve) non poteva che non soccombere. Due gol regalati che fanno urlare dalla rabbia. Troppa grazia per la Dea a cui non par vero di passeggiare così facilmente. Nel secondo solo un piccolo sprazzo di orgoglio ma niente più. Il disastro era ormai compiuto e nemmeno Ronaldo (ancora fuori palla e poco servito) hanno potuto salvarci. Persino Allegri non sa più che pesci pigliare e si affida agli esperimenti che sanno più di gioco alla roulette che di intuizioni per risollevare la situazione. Frustrato e arrabbiato si fa persino espellere e firma anche lui in negativo la sua eliminazione.

Un disastro completo di proporzioni bibliche, un'ecatombe da cui ripartire in fretta. Ci tocca ora fare la conta delle forze e della situazione. Nelle prossime più che mai ci serviranno le prodezze dei singoli per sfangarla, in attesa che tutto si aggiusti. Chiaro che questa è la mia opinione, dettata da quello che ho visto nelle stagioni precedenti, ma sono quasi sicuro che non mi discosterò di molto dalla realtà.

In tutto questo gli unici ad andare a nozze (oltre agli antiju) sono i vari #cacciateallegri che ormai gufano e tirano i piedi peggio degli antiju. Stanchi delle vittorie sperano ormai nell'eliminazione dalla Champions. Il loro subconscio sa che questo non servirebbe a cacciare l'Allenatore, perchè oltre ad essere una mossa alla "chiudete la stalla dopo che i buoi sono scappati" non è affatto nello stile Juve (quella che si è tenuto Del Neri fino a fine stagione). Questa gente meriterebbe davvero che vincessimo altri 1000 scudetti e nessuna Coppa Campioni. perchè più ci pensate più non la vincerete. Più remate contro l'allenatore (di turno) più non la vincerete.

Magari sconfitte come queste servissero a scremare via un pò di juventini, invece penso che servano solo per formare altri Travaglios e Pippo Baudos. Buon proseguo di stagione a quelli sul carro e ai pendolari che salgono e scendono.

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