Si fa presto a dire Juve-Chievo, non un semplice testa-coda ma un abisso profondo 48 punti. Eppure la Juve di quest'anno, quando la differenza è stata così netta contro l'avversario in campo, è sembrata divertirsi a fare la funambola. Come il Piè Veloce Achille spesso ha dato alle sue tartarughe troppo vantaggio, danzando in bilico sul burrone e rischiando di precipitarci, in quell'abisso. Spesso un colpo di coda è però bastato e il paradosso di Zenone di è trasformato giusto nel paradosso di Zena, in memoria del paradossale 1-1 subito in casa con il Genoa. Ieri invece nessuno di questi timori si è poi concretizzato e pur rifilando "solo" 3 gol al Chievo (ne avrebbe potuti fare anche di più) la Juve fa quello che ci si sarebbe aspettato da questa partita: 3-0 e sotto con la prossima.
Ma persino in una partita come quella di ieri si può trovare comunque un qualcosa da dire per sopravvivere alla noia. Ci pensa allora Ronaldo, fuoriclasse anche in questo, a fornire una chiacchiera su questa partita, altrimenti presto dimenticata. Il marziano scende sulla terra e cade. Non nell'abisso di cui si era parlato ma comunque in una serata storta, che culmina con il rigore sbagliato. Ok qualche merito bisogna pur darlo a Sorrentino, uno come lui in queste partite si esalta sempre, quel Sorrentino che all'andata negò allo stesso CR7 il gol all'esordio da molti aspettato e addirittura per qualcuno dato per scontato, ieri gli nega un altro colossale gol su rigore, e per uno come Cristiano sbagliare un rigore è sempre un piccolo paradosso. Ma se il rigore l'aveva anche battuto bene, tutto sommato, per il resto è stata una classica serata no. Lo stesso magnanimo portoghese, con i suoi errori sotto porta da giocatore qualsiasi, regala a Sorrentino un'altra amnistia dai suoi gol.
Ma se Ronaldo non ingrana la Juve non si lascia trasportare a terra, ci pensano Douglas Costa con un gol strepitoso, e Dybala, con un assist altrettanto al bacio per Emre Can ad affossare il povero Chievo. Inerme nella sequela di passaggi (ben 28) che han portato la Juve al raddoppio. Pur non segnando Dybala ieri fa il Ronaldo, poiché in stile Ronaldo è stato capace di trascinare la squadra anche senza aggiornare il personale tabellino marcatori. La ciliegina la mette Rugani, che non si lascia sfuggire l'occasione di una partita da titolare sfruttandola nel migliore dei modi.
Con quella di ieri la Juve diventa maggiorenne nelle vittorie già alla prima di ritorno, 18 su 20 e questo Achille sembra scacciare i nemici con una mano sola, mentre la frustrazione dell'antipopolo partorisce sbattimenti di piedi fanciulleschi come lo #JuveOut, ultimo ritrovato della scienza antijuventina direttamente dai laboratori prescritti. La stessa demenza terrapiattista che porta il popolo del "fai quello che dico io non fare quello che faccio io" a lamentarsi persino di un'espulsione a proprio vantaggio, in una partita col risultato ancora in bilico, perché adesso Acerbi salterà la Juve, manco la Lazio (come ha fatto con loro) fosse costretta ormai a giocare in 10 contro 11 anche con noi.
I soliti tori che dicono cornuti agli asini in una ultim'ora annoverano le nuove deliranti dichiarazioni del loro patron, diplomatico come da par suo, che lancia di fatto l'hashtag #FroninoneOut chiedendosi a cosa servano i ciociari in A. Strano che lo scorso anno non si sia chiesto ad esempio cosa ci facesse il cugino Benevento in Serie A. Lui che grazie ai fallimenti e alle retrocessioni si è comprato due squadre ed ora allatta alle loro mammelle, poteva dire semplicemente che 20 squadre sono troppe e che tornare almeno a 18 sarebbe l'ideale per trovarsi d'accordo con una sostanziale maggioranza, lui invece, elegante come un elefante in una cristalleria, getta il sasso ad altezza d'uomo. L'avesse detto Agnelli (e dubito che mai il nostro presidente possa mai dire una cosa del genere anche se arrivasse a pensarla) si sarebbe parlato di discriminazione territoriale e orde di giornalisti si sarebbero mosse verso Mordor, invece è stato il re del cinema trash, quello che tutto può parlare senza censura e senza deferimenti, come gli attori dei suoi film "può dire quel che cazzo gli pare..." e condirlo con un peto.
Questi sono i signori che ci fanno gli hashtag contro, quelli che giocano Supercoppe senza averne meriti sportivi e pretendendo di partecipare a Superleghe senza avere una storia di successi alle spalle e vorrebbero fare la lezione al Frosinone. L'unico hashtag che dovrebbero farsi e quello autocelebrativo, di fronte a questa Juve: #SeriAOut annetevene tutti affan...
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