venerdì 5 aprile 2019

5 film da recuperare di John Carpenter

Continuiamo il nostro excursus sul cinema di John Carpenter. Dopo aver parlato dei 6 film fondamentali per capire il suo stile, ci occupiamo oggi di 5 film di genere che vale assolutamente la pena di recuperare, film senza significati metaforici o politici, da guardare magari senza troppi pensieri ma che a loro modo costituiscono tappe importanti all'interno della sua carriera.


1. Fog
Una classica storia di fantasmi in un film sulla vendetta e l'espiazione. Nulla di particolarmente sconvolgente o originale ma lo stile è assolutamente riconoscibilissimo, a cominciare dal finale: beffardo e irridente come da tradizione. Il tema dell'isolamento e dell'impossibilità di comunicare con l'esterno per chiamare i soccorsi saranno sviluppati meglio nel successivo La Cosa, ma la tensione (anche grazie ad una trama semplice ma affascinante) è sempre presente. Tante le citazioni, soprattutto nei confronti di Lovecraft. Da evitare assolutamente l'inutile e fuorviante remake.



2. Christine - La macchina infernale
Un adattamento abbastanza fedele del romanzo di Stephen King o quantomeno un film che ne riprende lo spirito di fondo. La strana storia dell'attrazione di un ragazzo per la sua macchina è lo spunto per una riflessione sul bisogno di indipendenza e di libertà che attraversano il passaggio dall'adolescenza all'età adulta (l'imbranato Ernie si trasformerà fino a diventare un sadico e un assassino, in una parabola che ricorda un po' quella dei villain nei fumetti supereroistici) Il retrogusto nostalgico e dolceamaro sono comunque quasi più presenti rispetto all'horror puro, anche se non manca almeno una scena cult da ricordare: chiedere ai Radiohead.



3. Starman
Carpenter che gioca a fare Steven Spielberg. Dopo che quest'ultimo gli aveva rubato la scena con ET (il flop de La Cosa, uscito proprio lo stesso anno del fortunatissimo film sull'alieno "buono"), anche John prova a girare un film "per famiglie" con un extraterrestre come protagonista. I punti di contatto con il film del regista di Cincinnati ci sono tutti, Starman però è soprattutto una storia d'amore, un amore universale che va al di là di tutti gli ostacoli e le differenze. Forse una tematica banale (non in questi tempi probabilmente) ma la messa in scena è efficacissima e coinvolge.




4. Grosso Guaio a Chinatown
Un film fantasy pieno di scene di lotta, frasi cult, effetti speciali (per l'epoca e per il budget consueto a disposizione del regista) da urlo e (soprattutto) con un antieroe come protagonista che è rimasto nella storia del cinema. Il vero eroe della vicenda è infatti paradossalmente la "spalla" del protagonista, mentre lui, il camionista Jack Burton, uccide più con le battutacce che con le armi e non capisce quasi nulla di tutto quello che gli accade intorno. Non ci troviamo di fronte ad una vera e propria parodia, tuttavia il film è meraviglioso proprio perchè si diverte a ribaltare tutti i cliché del cinema action di quegli anni. La dimostrazione che Carpenter oltre alla fantascienza e all'horror è capace di gestire anche un film commedia alla perfezione, i tempi comici sono perfetti.


5. Il Signore del Male.
Dietro alla dura invettiva a certe organizzazioni ecclesiali (comunque ben visibile) si cela un film horror inquietante e pieno di tensione, quella tensione creata non dai mostroni o dalle scene splatter, ma dalla perdita di tutte le nostre certezze sul mondo e sulla nostra vita (da brividi il raggelante e indimenticabile messaggio dal futuro"Questo non è un sogno. Non è un sogno. Noi usiamo il sistema elettrico del tuo cervello come una ricevente. Non possiamo trasmettere attraverso interferenze consce. Tu ricevi questo messaggio come se fosse un sogno. Noi trasmettiamo dall'anno 199....") Se il film precedente era quello più divertente e divertito di Carpenter, questo invece all'opposto è il suo film più "Cattivo", crudele, un vero e proprio pugno nello stomaco dall'inizio alla fine. Un horror metafisico. Si respira un'area funerea e di pericolo incombente (quel tipo di pericolo che ancora una volta ha a che fare con Lovecraft più che col classico pazzo serial killer dei film horror) continuamente, il cameo di Alice Cooper poi non fa che conferire al film un ulteriore status di cult. Un controverso e filosofico "what if" che non può non far discutere, anche a distanza di anni.


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