mercoledì 3 aprile 2019

#SERIEA1819 30> #CagliariJuventus 0-2 - Kean Canem Edit


Nel turno infrasettimanale che la Lega scientemente inserisce sempre tra la nefasta "pausa" nazionali e l'eliminatoria di Coppa (come a dire: "innaffiamo i fiori ora che piove") una Juve piena di defezioni liquida il Cagliari con inaspettata naturalezza. Molti l'aspettavano al varco, anche perchè solitamente questo è sempre stato un campo ostico anche in tempi di "salute", lecito dunque per i vari Padovan sognare una Juve sconfitta con un Napoli che accorcia 6 punti in una settimana, sperando nel remake di "quella Juve di Ancelotti che aveva nove punti di vantaggio sulla Lazio a sette giornate dalla fine" (parole sue). Peccato per lui che oggi Ancelotti sia dall'altra parte e che non ci sia più Collina ad arbitrare.

Una formazione sperimentalmente obbligata a dare Kean l'opportunità della titolarità per novanta minuti, supportato da Bernardeschi e Matuidi come laterali offensivi. Della serie piove sempre sul bagnato (mentre la Lega, come detto, decide di annaffiare i fiori del turno infrasettimanale) perdiamo anche Caceres per infortunio muscolare, uno che in condizioni normali avrebbe già avuto poco spazio, e riproponiamo, con nuovo successo, Emre Can come difensore. I bianconeri si impongo con poca sofferenza con un gol per parte, tra i sardi che dove non arrivano menano. In particolare Bernardeschi ne sa qualcosa, dato che solo lui ha subito 5/6 falli, ma anche lo stesso Kean, sbattuto contro i cartelloni pubblicitari ma... così in amicizia e senza fallo.

Ma dove nemmeno i calciatori del Cagliari riescono ad arrivare si spingono i loro tifosi, insultando e abbaiando. Sì perchè se Cagliari-Juve poteva liquidarsi anonimamente in campo con il più classico dei risultati, a dispetto delle attese e cadendo nell'oblio delle cose che si vogliono dimenticare in fretta, verrà invece ricordata per la sua "coda polemica" come qualcuno l'ha definita.

Ci risiamo: calcio, razzismo, italiani, moralisti e ipocriti. Il pane quotidiano di questa Nazione, con ingredienti evidenziati da poco, anche se da sempre nascosti sotto pelle e mai notati. Partiamo però da un flash forward: le reazioni sui giornali di stamattina. Notiamo subito la differenza tra la prima pagina del Corsport e le altre due testate sportive. Mentre queste ultime stigmatizzano immediatamente l'accaduto prima in addentrarsi in discorsi "filosofici" sull'accaduto, sul giornale dove fino a ieri "erano tutti Koulibaly" oggi nessuno, o in pochi, vogliono essere Kean.

Forse rispondendo alle solite leggi del mercato, faceva più comodo allora dedicare (giustamente) giorni interi di titoli ed iniziative a quel caso, piuttosto a questo che oggi forse renderebbe meno. Poiché siamo tutti antirazzisti con la nostra maglia e un po' meno con la maglia del nostro avversario. Oggigiorno che la distinzione tra pensiero politico e pensiero ultras si è sempre più assottigliata e i ministri della Repubblica girano il Paese con le fasce da "capitano". Non dimentichiamoci di essere il posto in cui chi si candida "scende in campo" e molti motti politici sono presi dal mondo del calcio o peggio da quello delle curve, luogo in cui si crede (o si credeva) che tutto fosse concesso. Una sorta di territorio anarchico e di nessuno dove sfogarsi il fine settimana.

Sia chiaro, non sto accusando il ballerino Zazzaroni di essere diventato razzista, lungi da me, sto facendo notare a qualcuno che quando si vuole minimizzare basta invertire o comunque mischiare le cause con gli effetti. La sera dei buuu di San Siro, ad esempio, c'era chi avrebbe preteso persino l'immunità o la grazia per Koulibaly che applaude l'arbitro e viene espulso. Oggi il giochino è invece scaricare su Kean la colpa del clima creatosi ieri alla Sardegna Arena. E no signori, non sono qui a chiedervi di essere razzisti o meno, ipocriti o meno, per quello c'è la vostra coscienza e in alcuni casi anche la legge, chiedo a voi un minimo di coerenza, logica e buonsenso.

Se quello di ieri sia stato un gesto "provocatorio" di Kean nei confronti dei tifosi avversari o meno si può anche discuterne, come si può discutere sull'insegnare a professionisti pagati, come sono i calciatori, di cercare (e ripeto cercare) di non rispondere alle provocazioni in campo o fuori. Se restare immobili con le braccia aperte, citando più o meno volutamente o velatamente Mandela sia più provocatorio di una mano portata all'orecchio o del gesto delle heuevos... iniziano ad esserci dei dubbi. Sul fatto che un gesto sia fatto per provocare o per rispondere ci sono pure molte differenze. Ci si è chiesti, ad esempio, perché un ragazzo come Kean, nella sera in cui Allegri gli affida l'attacco della Juve per novanta minuti, lui senta il bisogno di reagire così, dopo aver segnato il gol del KO. Ebbene nell'era degli smartphone e dei video postati sui social basterebbe poco per accorgersi che il suo non è "un gesto provocatorio" come scrive il Corriere Dello Sport ma un gesto di reazione a ottantacinque minuti di ululati. Una risposta istintiva e a dirla tutta neppure peggiore di molte altre che in questi anni si sono viste sui campi da gioco.

Ecco perchè non ho trovato opportune le parole di Bonucci (ancora una volta in vena di sostituirsi ad allenatore e capitano) e non tanto nella sostanza quanto nella forma. A parte i mille altri modi, anche più discreti e fuori dalle telecamere di rimproverare l'atteggiamento del giovane (o di un giovane da parte di un veterano come lui) il suo addossargli la colpa al "cinquanta per cento"... questo no, non mi è piaciuto, come penso non sia piaciuto a molti tifosi juventini. Soprattutto se a farli è uno che solo un anno fa, dopo il gol in Juve-Milan, era andato sotto la curva nord ad esultare con il consueto gesto dello "sciacquatevi la bocca" rivolto ai (ieri ex, oggi di nuovo suoi) tifosi. Cinquanta per cento significa che siamo pari e patta col razzismo invece la risposta di Kean al pubblico non può avere lo stesso peso dei buu razzisti subiti. Può avere un peso, sì, ma non lo stesso.

Tanto più che l'interista Giulini, che è subito corso a SKY per difendere la sua azienda (il Cagliari) e i suoi clienti (i tifosi del Cagliari) contro i moralisti Adani and co., dovrebbe spiegarci perchè, se il pubblico ce l'aveva con Kean per quella che quelli come lui chiamano una "provocazione", hanno iniziato a fischiare e a inveire contro Matuidi e Sandro ogni volta che toccavano una palla, tanto da far perdere le staffe anche al francese. La domanda è naturalmente retorica perchè la risposta la si conosce anche se si fa finta del contrario. Mentre molto più sensate e coerenti sono parse le parole di Allegri, che ribadisce quello che aveva detto dopo il caso Koulibaly. Iniziamo cioè a togliere dalla massa i responsabili e a sbatterli fuori dallo stadio, invece di giocare con il noi e con il loro.


Di tutto questo (per fare una battuta) sarà forse contento il Pistocchio, che pur di non vedere una giornata di titoli che di nuovo celebrativi su Kean avrebbe accettato di buon cuore anche la terza guerra mondiale. Meglio la terza guerra mondiale che un titolo che esalti un giocatore con indosso la maglia bianconera, vero Mauri'?

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