Un giorno si dirà: A forza di due a uno divennero campioni d'inverno... e speriamo non solo quello, per il nulla che conta. Sta di fatto che al giro di boa siamo primi e con due punti di vantaggio sulla seconda. Troppo Presto. Troppo poco il vantaggio. Meglio dunque concentrarci su altro e sul futuro. Magari arriverà un giorno in cui soffriremo meno ma per ora abbiamo sofferto più quest'anno che non nei cinque di Allegri: quello dei "vantaggio e tutti dietro". Poiché quest'anno non è mai così semplice come sembra, nemmeno se dopo soli dieci minuti sei già sul due a zero.
Solo i neofiti o quelli che si son sintonizzati tardi sul nostro campionato potevano sperare in una serata tranquilla dopo il doppio vantaggio immediato. Troppo scontato. Conoscendo la poca attitudine sarriana a gestire un risultato sappiamo che solo dopo un 4-0 possiamo davvero stare un po' al sicuro (Juve-Napoli docet). Di certo non si può solo fare gioco per 90 minuti dimenticandosi che in campo esiste un avversario, magari uno come la Roma che ti somiglia in questo intento di voler tener palla, che le tue gambe non reggerebbero ad una partita intera sacrificata al movimento e che hai bisogno di dover tirare fiato. Ecco che questa Juve pecca nel suo punto forte storico, che è appunto la gestione.
Per un'ora la Juve è persino parsa capace di evitare sofferenze, gestendo nel solo modo in cui conosce e cioè con il possesso. La Roma aveva avuto solo un paio di sprazzi davvero pericolosi: nel primo tempo quando Rabiot la salvava col corpo, facendo gridare al solito fallo di mano inesistente, e nel secondo col palo di Dzeko. Quel rigore ha di fatto riaperto una partita quasi chiusa poiché a conti fatti è stato l'unico modo in cui la Roma poteva segnare... e infine l'ha fatto. Logico che in simili condizioni alla fine ci facessero penare. Erano in casa, col pubblico che abbaiava ad ogni nostro tocco nella loro area, chiedendo il rigore anche quando la prendevamo di petto, testa o persino di piede. Noi stanchi loro con rinnovata fiducia a pescare tra le energie residue.
Eppure la più grande occasione resta la nostra, quando tre contro uno in contropiede Ronaldo passa la palla a Higuain che segna... ma partendo con una suola in fuorigioco. Con buona pace della tanto decantata "tolleranza dei venti centrimetri". Manco se Higuain avesse indossato tacchi a spillo...
Eh ma noi sappiamo che a parti invertite è sempre diverso. Come quando "l'ultimo uomo" stende Dybala in area, sul rigore del 2-0 ma non viene espulso. Soprattutto dopo il placcaggio di Inter-Atalanta. Roba che fosse capitata a loro avremmo importato i gilet gialli anche in Italia, magari convertendoli in gilet nerazzurri.
Squadra con intenti propositivi, magari con un buon attacco, la Roma ha però una difesa che lascia alquanto a desiderare. Lo si è visto in queste diciannove gare ma di solito è la caratteristica che la contraddistingue storicamente. Una formazione che può vincere con chiunque (vedi Barcellona in coppa) ma che può anche prenderle da chiunque (vedi partita col Torino in casa). La Juve è stata brava a sfruttare le sue amnesie e i suoi cattivi posizionamenti, anche se l'ha fatto solo a metà e non in modo sufficiente da affossarla una volta per tutte. Quasi sempre lenti nella ripartenze, i bianconeri sembrano allergici a infilare palle per gli inserimenti degli attaccanti, quasi volessero entrare in porta con la palla.
Nella sera in cui Demiral trova il gol e poi deve abbandonare il campo per infortunio, De Ligt non ce lo fa rimpiangere. Ieri sempre presente e a tratti decisivo. Dybala mette il broncio quando viene sostituito, anche se ormai dovrebbero essere abituato a sacrificarsi per Ronaldo in campo. Quello lo si capisce. Si deve lasciare in campo Ronaldo per contratto. Ma quello che non ho capito e l'inserimento di Danilo che non sa gestire quando siamo in vantaggio. Il finale è vissuto col fiato sospeso di chi non conosce la sua sorte sino alla fine e a nulla serve riflettere col senno di poi che ti dice: in fondo ce l'hai fatta. Guardi il calendario e scrivi un altro due a uno, ma solo tu sai quanto hai dovuto patire per scriverlo di nuovo.
Alla fine esulti, con buona pace di Padovan che ce la tira ogni settimana, essendosi creato ormai il suo personaggio. Lo leggi ogni volta scrivere del nostro necrologio. Deve essere andato a scuola da Pruzzo e si candida già come suo successore. Già qualcuno lo chiama Pruzzovan. In tutto questo, come dice il buon vecchio Vasco a dispetto della sua fede calcistica avversa noi (della Juve) siamo ancora qua... eh già.
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