martedì 14 gennaio 2020

IL METODO KOMINSKY - serie tv (2018)

La vecchiaia arriva per tutti e quando arriva che fare? Come affrontarla? Ognuno a modo suo, ovviamente, compatibilmente con il proprio stato mentale, di salute e le proprie possibilità economiche. Prendiamo ad esempio due anziani "di successo" che nella vita hanno avuto una carriera brillante e piuttosto soddisfacente. Quando l'età ti impedisce di fare il tuo lavoro (non solo per questioni fisiche ma in questo caso soprattutto per questioni di difficoltà di trovare ingaggi o mantenere la stessa credibilità) cosa ti resta? La famiglia? Quale famiglia? 
E' su questo sostanzialmente che si concentra "Il Metodo Kominsky", serie tv brillante creata da Chuck Lorre (Due uomini e mezzo, The Big Bang Theory) e che vede per protagonisti Michael Douglas e Alan Arkin. Le risate non mancano ma spesso si tratta di umorismo nero, quasi sempre si tratta di risate amare, di quelle che mentre ridi pensi "ci passeremo tutti". Si ride sulla vecchiaia, si ride sulla solitudine, sulla fragilità, sulle malattie ma molto spesso lo si fa assieme al protagonista di quella situazione. Si ride con lui, non di lui. Certo non sempre il telefilm riesce a mantenere una certa maturità nell'affrontare le diverse situazioni, più di una volta si scade nella classica battutina facile e infantile, ma in generale il tutto è costruito piuttosto bene e quasi mai fa storcere il naso. 

Alan, Qual è stato l'ultimo film o l'ultima serie in cui non interpretavi il vecchio bacucco?


Sandy e Norman hanno tanti punti in comune. Hanno condiviso per anni le gioie e i dolori del successo (uno è un attore "in declino", l'altro il suo agente), hanno commesso tanti errori, si ritrovano ormai anziani senza grandissime prospettive per il futuro. Allo stesso tempo però si potrebbe dire che sono due persone agli antipodi. Il primo ha avuto matrimoni burrascosi, vari divorzi, tantissime relazioni (e continua ad averne). Il secondo ha avuto un'unica donna con la quale ha condiviso quasi tutta la vita. Il primo ha una figlia molto presente nella sua vita, che anzi lavora perfino assieme a lui (gestiscono una scuola di recitazione), il secondo invece ha una figlia tossicodipendente che entra ed esce continuamente dalla riabilitazione, che non lo sopporta e con la quale ha un rapporto molto conflittuale. Quando poi la moglie di Norman muore, quest'ultimo si ritrova solo e senza amici, a riflettere sulla sua vita. E lì che Sandy diverrà per lui l'unico sostegno, l'unico vero amico, tra una battuta e l'altra. Sandy in qualche modo è  l'unico in grado di capirlo veramente, di vedere oltre la dura scorza della sua apparente insensibilità.

Sebbene Alan spesso risulti insopportabilmente cinico e tenda ad inimicarsi il mondo intero è allo stesso tempo depresso, oltre che incazzato con se stesso. Un uomo fragile e insicuro che si nasconde in un bozzolo di cinismo e maschera le sue paure con battutacce sconvenienti. Ha bisogno di aiuto ma riesce a chiederlo solo a modo suo. Alan è come un uomo che ha recitato una parte nella sua vita e continua a recitarla anche quando ormai non avrebbe più grossi motivi per farlo, come farebbe un attore disilluso. Non sa fare altro.

Al contrario di lui Sandy, che un attore lo è per davvero, affronta le situazioni della vita in maniera meno diretta, apparentemente distaccata, raccontandosi che in fondo anche da vecchio è sempre la stessa persona, che in fondo è un buon padre, che è ancora piacente e brillante, che lavora in una scuola di recitazione per scelta e non per necessità.
Pur circondandosi continuamente di persone finisce però per dare per scontati coloro che davvero gli sono più vicini, anche quando mostra vicinanza in realtà sta mettendo se stesso in primo piano (emblematica la scena del prestito). Anche lui di fatto recita una parte.

"Eh eh, caro Michael, la vecchiaia arriva per tutti: Da Basic Instinct e Attrazione fatale siamo passati a Prostatic Instinct e Attrazione fecale" 


Il telefilm è insomma un continuo confronto e scontro tra due amici, fatto di gesti di altruismo, di battutacce, di litigate, discussioni, drammi, situazioni incompatibili...Una metafora dolceamara sulla vecchiaia e sull'amicizia e una grande prova di bravura per Douglas ed Arkin, che devono sostenere quasi solo con i loro dialoghi i diversi mood della serie, riuscendoci perfettamente.
Il Metodo Kominsky cerca costantemente di mantenersi in bilico tra risata e dramma, tra approccio politically scorrect e riflessione sulle fragilità umane, tra cinismo e condivisione. Non sempre ci riesce, qualche volta sbanda, rinunciando alla qualità per la quantità. Non sempre insomma l'amalgama delle varie situazioni risulta perfetto, ma quando funziona ci regala ottimi momenti di televisione. 

PRO

- Divertente ma piena di momenti di riflessione
- I battibecchi tra i due protagonisti
- La durata degli episodi è perfetta

CONTRO

- La comicità non sempre è di livello eccelso
- Alcuni episodi finiscono per essere una sequenza di sketch più che raccontare qualcosa
- La trama è molto scarna

Voto 7,5


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