That lock up the seven seas
And the Seer of Visions said before he went blind
Hide them from demons and…
(Helloween - Keeper of the seven keys)
(Helloween - Keeper of the seven keys)
Cosa c'è di più abusato in un film/serie TV horror del classico "famiglia con scheletri nell'armadio si trasferisce, per ricominciare, in una casa dal passato oscuro"? Poche altre cose. Ebbene questo è sostanzialmente anche l'incipit di Lock & Key, serie tv targata Netflix, tratta dal fumetto omonimo di Joe Hill (nientepopodimenochè il figlio di Stephen King). In effetti la serie, purtroppo, soffre di qualche clichè di troppo. La cosa strana però è che questi ultimi, quelli più fastidiosi, non provengono dall'incipit di cui sopra, anzi. E' proprio la casa, con le sue porte e relative chiavi, a fornire gli spunti più originali e interessanti della serie, a creare misteri e sequenze piene di fascino. E' da altre parti invece che proviene la banalità, a cominciare da un approccio non ben definito (a metà tra il telefilm per famiglie e il fantasy horror) e da troppe sequenze "adolescenziali" che appiattiscono un racconto altrimenti in più parti maturo e che, invece di spezzare la tensione, finiscono per annoiare. Nonostante questo si può parlare di un prodotto abbastanza riuscito che potrebbe (se vengono limate le problematiche di cui sopra) in futuro regalare soddisfazioni.
Nonostante non ci sia nulla di realmente originale in quanto detto sopra, non si può non restarne affascinati. Quante chiavi ci sono? Che poteri (alcuni davvero molto particolari ed originali) regalano? Da dove proviene quel demone che vuole impossessarsene a tutti i costi? Quali segreti nasconde la cittadina? Domande destinate a farne sorgere altre ma che avranno quasi sempre comunque una risposta.
Purtroppo però, come detto, questi spunti interessantissimi vengono "annacquati" da uno sviluppo non sempre entusiasmante. Va bene, i protagonisti sono due adolescenti e un bambino (quello con più sale in zucca tra l'altro), ma i continui tira e molla amorosi, i primi fidanzamenti, le delusioni, i tradimenti stridono troppo con tutto il resto. Gli si dedica troppo spazio, uno spazio che non regala nulla di particolarmente interessante o nuovo, spesso ci si ricasca anche quando i risvolti di trama hanno costruito una tensione e una escalation che richiederebbe di concentrarsi soprattutto su quello. Va sicuramente meglio comunque quando questi momenti "leggeri" vengono accompagnati da qualche citazione sfiziosa (si passa da It, a Lock & Stock a qualche comparsata eccellente: dallo stesso Joe Hill al mitico Tom Savini) anche se non sempre queste riescono nel compito di fugare la noia. Diciamo che altri prodotti hanno sicuramente fatto meglio su questo versante (combinare mistero e sentimento, bambini e problematiche tutte loro con tensione e scene horror), anche tra quelli considerati "per famiglie". Si, mi riferisco proprio a quel telefilm lì, ma non solo. Non si tratta quindi di "buonismo" eccessivo (termine ormai utilizzato come sinonimo di qualunque cosa non sia furbescamente cinica), ma di un'eccessiva ridondanza e di uno sviluppo troppo insistito su dinamiche giovanilistiche che finiscono per annoiare. Quanto alle polemiche, non solo per questo telefilm, sui "cambiamenti di etnia" (che magari pure possono far storcere un po' il naso, quando non sono giustificati), le lascio ai "nostalgici" (tanto più che spesso gli scrittori delle opere originali non si fanno di certo questi problemi).
Ottimo, una la possiamo usare come controfigura di quella vera. Qual è quella vera? |
Locke & Key è insomma un prodotto ambivalente. Appassionante nel suo lato più fantasy e avventuroso (la scena nelle grotte non può non ricordare ad esempio The Goonies), nella sua "mitologia" e nei misteri che riesce a creare, ma noiosetto e banalotto quando si inerpica su sentieri più prettamente sentimentalistici, abusati e adatti quasi esclusivamente ad un pubblico teen. Due anime che non riesce ad amalgamare bene, finendo spesso per non approfondire ciò che avrebbe meritato una cura maggiore. Un peccato, perchè il materiale c'è, l'impalcatura appare solida e i colpi di scena creati hanno un certo fascino. Si spera che la seconda stagione riesca a ridurre queste asperità permettendo alla serie di raggiungere il suo pieno potenziale.
PRO
- Le chiavi e la "mitologia" che si portano dietro
- Alcuni misteri ben inseriti nel contesto
- Qualche bella citazione e comparsata
CONTRO
- Qualche banalità di troppo
- Dinamiche adolescenziali straviste
- Alcuni colpi di scena un po' telefonati
Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento