martedì 3 marzo 2020

Black Summer - ovvero c'è ancora spazio per gli zombie? - serie tv (2019)

Bei tempi quando gli zombie movies erano (relativamente) pochi e costituivano l'eccezione anziché la regola: la stupenda trilogia originale di Romero, qualche capolavoro di alcuni suoi discepoli e una marea di filmettini di serie z grezzi ma affascinantissimi, a volte pure talmente trash da fare il giro e quindi divertirti lo stesso (magari delle vere e proprie parodie consapevoli di esserlo) o troppo abominevoli per imbattertene. Roba per appassionati, cultori, guardati pure un po' male da chi quei filmettini li considerava roba per malati di mente. 


Poi però un bel giorno (?) arrivò The Walking Dead. Non furono i primi, ovviamente, ma furono i più furbi e più fortunati: capirono che per consegnare il genere alle masse dovevano trasporlo sul piccolo schermo, alla portata di tutti. Si, pure delle famiglie. Fu un successone, anche abbastanza meritato, perchè in effetti la prima stagione di The Walking Dead oltre che importante era pure bella, anche se poco originale. Da lì in poi la catastrofe. Sulla scia del successo di quella serie tv cominciarono a spuntare zombie dovunque, spesso solo per mascherare la mancanza di idee (emblematica l'escalation nei videogame delle modalità zombie, tipo che probabilmente ce ne sarà una pure per qualche gioco di Peppa Pig), in contesti del tutto assurdi. Lo stesso The Walking Dead cominciò ad "adattarsi" al suo successo trasformandosi in una sorta di "Casa Della Prateria con gli zombie" sfornando pure una marea di superflui spin-off ed emuli ancora più noiosi. 

Non dirmi di stare calmoooooo, sono calmissimo e ragionevolissimo, ti sembra normale che scoppia un'epidemia  la prima persona che incontro è cinese?


Fu così che, da essere un appassionato del genere, cominciai a guardare invece con sospetto ogni prodotto che avesse al suo interno i non morti. Erano già stati presentati in tutte le sue varianti, psicanalizzati, ridefiniti, riassemblati. Si, ok, e poi? Trasformati nella macchietta della macchietta,  relegati in un angolo da cui ripescarli alla bisogna dopo 3 o 4 puntate di dialoghi estenuanti, visti pure dai bambini come roba buffa, da eliminare distrattamente anziché averne paura. 

Fu allora che arrivò Z-Nation. Gli zombie sono buffi? Ok, allora ripeschiamo quello spirito caciarone, parodistico, esagerato dei primi tempi. Non c'è più nulla da dire? Ok, allora mettiamoci dentro di tutto e di più, mescoliamo i generi e giochiamo con i clichè evadendoli e ridicolizzandoli. Solo quando avremo trovato un pubblico fedele ed appassionato potremmo fornirgli la nostra visione del mondo, inserire argomenti più "politici". Ecco perchè per me Z-Nation è stato uno dei prodotti meglio riusciti degli ultimi anni sul tema zombesco e perchè, dopo averlo "sopportato" per intere stagioni in attesa di non so manco bene cosa, mi sono deciso a mollare The Walking Dead. 

E veniamo a Black Summer. Che cos'è? E' uno spin-off di Z-Nation. Ommiodddio, quindi prenderanno pure loro la stessa piega? No... forse. 
Innanzitutto la parola spin-off (o prequel che forse è più calzante) non è così "stringente". Di Z-Nation abbiamo lo stesso universo narrativo, qualche citazione molto velata e stop. Non aspettate di vedervi Murphy da ragazzino o Doc in piena fase figlio dei fiori. Non li vedrete, anche perchè Black Summer è un telefilm "serio". Si, serio. Qui non c'è nulla da ridere, mai. Anzi le atmosfere sono sempre cupe, disperate, senza speranza. Siamo insomma proprio agli antipodi come atmosfere. Se Z-Nation quindi ripescava la "grezzaggine" l'ironia, l'assurdità di certi prodotti parodistici, si può dire che Black Summer cerca invece di tonare allo spirito primigenio dei primissimi film di Romero. Ci riesce? Eh, sostanzialmente si, anche se, per forza di cose, in questo caso ci troviamo di fronte solo ad un prodotto più che discreto.

Certo che sono sicuro di far parte dell'esercito: la prima cosa che ti insegnano è che se vedi qualcuno in difficoltà devi sparargli, articolo 1.


Sarà che nei tempi nei quali viviamo un'epidemia di massa non ci sembra più così assurda, sarà che non possiamo più avere quindi quella stessa desensibilizzazione, quella "noia da orrore", ma Black Summer mette ansia. Non paura, ansia. Quella sensazione di non sapere se domani ci sarai, di non sapere se riuscirai a restare in futuro assieme alla tua famiglia, l'aggirarsi tra la follia imperante della massa che non capisce e non sa come combattere una piaga (e qui torniamo di nuovo ai tempi attuali) e finisce per far ancora più danni... Tutte sensazioni che Black Summer riesce a veicolare bene, anche grazie alla scelta di situarsi proprio all'inizio dello scoppio dell'epidemia. Zero fronzoli, nessuna lungaggine da "casa nella prateria" di cui sopra, nessun tentativo di filosofia da quattro soldi. Solo un manipolo di persone (nessun "leader" da telefilm zombesco, nessun eroe, nessun vero villain) che cercano solo di salvare la pellaccia e raggiungere una meta. La meta. Quello che sembra mancare ultimamente al genere, un fine, uno scopo se non quello di scappare, per poi scappare, per poi ancora scappare trasferendosi di luogo in luogo all'infinito, con i personaggi che finiscono per trascinarsi per anni peggio degli stessi zombie. Magari questa meta può essere una chimera, un sogno, un'illusione, ma c'è: il telefilm cerca di farti andare avanti con la visione per un motivo. Non si tratta di ottimismo, pessimismo, di dipingere o meno un mondo ormai senza speranza e che quindi non la cerca più. Si tratta di raccontare una storia, un percorso. The Walking Dead lo ha smarrito ormai da tempo quel percorso, nascosto e poi seppellito di fronte al fan service, al problema del budget degli attori coinvolti, alla scelta di come andare avanti smarcandosi dal fumetto, alla presentazione del villain della prossima stagione (con esiti sempre simili a se stessi)...

Ci avevano detto di venire tutti allo stadio ma non vedo nessuno: sicuri che non fosse un incontro a porte chiuse?


Black Summer invece non offre nulla di nuovo e forse nulla di veramente memorabile, ma quello che fa lo fa bene. Sa benissimo di dover fare i conti col fiato corto e regala quello che si si aspetta da un prodotto del genere: tensione. Quando questa potrebbe cominciare a scemare ti getta subito in una nuova situazione apparentemente senza via d'uscita nella quale chiunque può morire, non ci sono "personaggi preferiti dai fan" da salvaguardare, non ci sono paletti, non ce la chilometrica puntata finale di un'ora e mezza (che magari non differisce dalle altre) messa lì solo perchè il pubblico si aspetta che ci debba essere. Anzi, qui avviene l'esatto contrario, nessun mid-season messo là per far speculare gli adepti per mesi, le puntate sono poche e col passare del tempo diventano sempre più veloci, più brevi, arriviamo al limite dei 20 minuti per capirci. Il prodotto di cui abbiamo bisogno insomma in questi tempi: sincero, attuale (mai come in questi mesi), adrenalinico.

In definitiva Black Summer si applica. Molto. E ottiene dei risultati. Magari alla lunga visto i problemi intrinseci del genere finirà per affondare comunque, ma ce la mette tutta per evitare le possibili trappole della noia e della mediocrità, della banalità e del clichè. E questo per il momento ci basta.

PRO

- Veloce, ansiogena, essenziale
-  Protagonisti credibili e "precari"
- Non ci sono mai fasi di stanca o distensione

CONTRO
- Caratterizzazione dei personaggi marginale
- Qualche clichè inevitabile
- Potrebbe non reggere alla distanza

Voto 7,5

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