La Juve porta a termine il suo minimo sindacale, chiudendo con un en plein la trilogia delle partite da "vincere senza scuse", perché contro tre avversarie decisamente abbordabili. Stavolta però bisogna anche darle atto che qualcosa di meglio ha pure offerto sotto il profilo del gioco e dell'impegno. Oltre a vincere, convince (come si dice in gergo) e abbiamo visto quanto negli ultimi tempi questo non sia del tutto scontato per questa squadra, che con le piccole di solito si appiattisce al loro livello.
Ieri invece, dopo aver riscoperto la resa del tiro da fuori, rapportata al puntare sempre ad entrare in porta con la palla, la Juve scopre anche il piacere di farlo, piazzando nella porta genoana tre siluri di rara bellezza su cui Perin nulla può.
Come contro il Lecce ci mette comunque un tempo a concretizzare la superiorità tecnica mostrata in campo, ma usa questo stesso tempo per calibrare la propria mira. Inizia col piazzare una serie di tiri in porta che non si erano visti in intere partite messe insieme. Tiri centrali, ok, che non fanno comunque male al nostro ex portiere, il quale però prima della fine del tempo si troverà costretto al grande intervento per scongiurare il vantaggio, su un tiro decentrato ma potente di Cristiano Ronaldo. Il Geona restava invece rintanato nella propria area non effettuando alcun tiro nello specchio avversario.
Nella ripresa altra storia, sotto il profilo della precisione e del cinismo. Ci pensa il solito Dybala, che salta la difesa piazzata e la mette di sinistro nel suo angolo preferito. Ronaldo invece entra come un coltello nel burro e la piazza alla sinistra del portiere. Due colpi da K.O. per la coppia gol del momento che spiana le armi come due pistoleri dell'O.K. Corral.
Come variante a tutti i film western che si rispettino, nei quali c'è sempre il cosidetto "terzo incomodo", Douglas Costa partecipa invece alla sparatoria come "terzo comodo". La sua resa da subentrato è ormai una garanzia certificata.
Il gol della bandiera rosso-blu, arriva invece casualmente, quando ormai ci si iniziava già a rilassare alla vittoria. La prestazione dei singoli è di fatto stata positiva e la tenuta è sembrata migliorare oltre la solita ora di autonomia.
Ora si apre un altro campionato, di cui il derby è solo il primo assaggio. Una portata servita alle 5 di pomeriggio nel mese di Luglio, in un ristorante che tradizionalmente è di calci più che di calcio. Prima occasione per testare la tenuta fisica e nervosa della squadra in vista dello sprint finale. Una lotta serrata in cui chi sbaglia paga ma in cui il costo finale potrebbe non essere lo stesso.
Un testa a testa in cui manca il pubblico sugli spalti anche se non sui giornali. Dopo tutti questi anni i desideri mediatici sono sempre meno celati e dovremo lottare anche contro queste "disparità" di trattamento. Mi spiego meglio: pensate solo a come è stata trattata mediaticamente la cronaca delle due contendenti nelle partite contro la Fiorentina. Epico fu il risalto dato a Commisso, lo zio d'America, che per un rigore avuto contro in una partita dominata dai bianconeri e vinta per 3-0 si stracciava le vesti a reti unificate. Ora... penso che tutti abbiano visto cosa è successo in una partita invece finita 1-2 e in cui sia Commisso che la stessa stampa si sono girati dall'altro lato dopo il primo rigore fischiato per distanziamento sociale. Ebbene segnatevi tutto questo al primo errore arbitrale a favore della Juve.
No, giusto per mettere le mani avanti prima del derby, dove notoriamente anche i falli laterali sono da sempre oggetto di inchiesta federal-popolare.
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