sabato 17 ottobre 2020

#SerieA 20/21_4> #crotoneJUVENTUS 1-1 – MORAIELLATA


Una serata che più storta non poteva andare, o magari sì, se oltre ad essere 17 fosse stato anche venerdì. 

A saperne qualcosa è Morata, che in questa serata calabrese avrebbe potuto prendersi la Juve. Approfittando dell’assenza del CR-Re sarebbe potuto diventare il Denethor della situazione. E forse proprio come Denethor anche lui deve aver guardato dentro il Palantir, bramando la gloria ma ottenendone in cambio solo una iella fottuta. Una gloria che gli è scappata letteralmente di mano per due centimetri e nemmeno messi insieme per lunghezza ma ottenuti sommando quel centimetro che l’ha fottuto sul palo e l’altro centimetro che l’ha fregato sul fuorigioco del gol.

Ma il vizio di pareggiare a Crotone noi proprio non lo perdiamo. Alla fine infatti restano i due punti persi contro chi quest’anno cercherà di evitare l’ultimo posto contro chissà quale altra scappata di casa. Che noia pensare che qui verranno a banchettare in tanti. Perciò questo, a conti fatti, è un pareggio molto peggiore di quello strappato a Roma, anche se contavamo un po’ di importanti defezioni (perché col Crotone dovevi vincere comunque) e anche se ancora una volta ti riduci a giocare gran parte della gara in 10 (perché, ripeto, contro il Crotone devi vincere comunque)

Infatti ci siamo andati vicini, a vincere comunque, anche se andarci vicino non conta. Per noi non è mai contato. Il palo doveva dirgli qualcosa, doveva dirci qualcosa, magari non illuderlo e non illuderci che fosse la sua e la nostra serata. Persino la serata arbitrale è parsa a senso unico, soprattutto sui falli. Roba che alle solite parti invertite per fermare Stroppa sarebbe servito un esorcista. Già me lo vedevo a correre per tutto il campo per inseguire l’arbitro.
Severo con noi e accondiscendente con loro. Anche il rosso è sembrato eccessivo. Così, anche se non è parso poi tutta questa ciofeca, Chiesa “battezza” l’esordio con una espulsione ed anche se il suo mestiere é quello di battezzare si può proprio dire che anche per lui è stata una serata sconsacrata.

Ma è stata una Juve con poco carattere e poco orgoglio, anche al di là dell’aspetto scaramantico. Magari con un centimetro in meno e un gol valido in più sarebbe stata tutta un’altra storia, ma l’atteggiamento non è parso affatto da Juve. Troppi errori, ancora una volta troppe ripartenze pericolose concesse. Pochi veri ruggiti sotto porta. E si sente tutto il peso delle mancanze quando vedi arrivare Portanova davanti portiere avversario e avresti voluto che al suo posto ci fosse stato chi quella porta l’avesse sfondata. Il solito Bernardette che non apporta nulla da sostituito. Anche se entrato tardi, in fondo sai che se anche fosse entrato prima nulla sarebbe cambiato. Ma se ti chiami Juve devi avere l’orgoglio del leone ferito ed anche se pareggi devi farlo dopo che ti sei mangiato un po’ di gol. Enorme perciò è stato il passo indietro.

Così anche solo alla quarta giornata capiamo che questo sarà un anno lungo e tortuoso per Pirlo. E che più sarà lungo e più sarà tortuoso, più delle valli e i monti di Mordor.

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