lunedì 11 gennaio 2021

#SerieA 20/21_17> #JUVENTUSsassuolo 3-1 – Vittoria di Pirlo o vittoria di Pirro?


Rincorrere (nel calcio) è sempre più difficile che essere rincorsi. Chi accumula un ritardo come il nostro sa di essersi giocato tutti i jolly e non può più sbagliare, a differenza di chi gli sta davanti.
In più, con una gara di ritardo e giocando quasi sempre nel posticipo della giornata, ci tocca passare da dove le altre sono già passate e affrontare gare che le altre (nel bene o nel male) han già superato. Se poi tutto questo non dovesse bastare, dobbiamo farlo anche con l'infermeria che si riempie di giorno in giorno e la panchina che lentamente si svuota. In questo modo, ogni vittoria di Pirlo rischia di trasformarsi in una vittoria di Pirro.

Insomma sembriamo quelli che, pur essendo già in ritardo, corrono verso la propria destinazione ma devono anche fare i conti con gli ulteriori ostacoli che la strada presenta loro, rischiando di peggiorare il proprio ritardo.
È una situazione kafkiana. Oltre a quello che devi fare tu c'è sempre qualcosa di trascendentale. Il Covid come nuovo infortunio che arriva per lotteria, che dopo essersi preso Cuadrado e Sandro, ci tiene lontano anche De Ligt. Il campo che si prende anche McKenny e Dybala già nel primo tempo. E meno male che ogni tanto qualcosa torna, come un'espulsione che finalmente arriva dopo tante gare in cui i nostri avversari sono stati graziati. Anche lì rischiamo di perdere un uomo, che alla fin fine ha retto a sangue caldo dopo la botta ma chissà quali conseguenze avrà a freddo.

Sprecare la superiorità numerica sarebbe stato un peccato, ma un peccato ancora più grande sarebbe stato sprecare quel sombrero e tacco di McKenny, per cui (come un soldato) ha sacrificato le proprie gambe ed è stato costretto ad uscire, o quel dribbling di Kulusevsky che libera Ronaldo davanti al portiere. Due splendide azioni stilistiche e individuali già vanificare nell'immediato da chi invece doveva concretizzarle in gol, recitando la parte più semplice davanti al portiere.

Nonostante la bella prova in dieci del Sassuolo siamo riusciti a prendere gol al primo tiro in porta subito, col solito contropiede concesso, su cui la difesa buca la marcatura. Tutto già visto, tutto sempre uguale, nelle ultime quattro gare. Dopo aver trovato un gran gol nel siluro di Danilo da fuori area ed aver sprecato l'impossibile, anche nel primo tempo, con lo stesso Kulusevsky, che su suggerimento di Ramsey la sparava alta a porta praticamente libera.

Ed anche dopo aver subito il pareggio continuavamo a sprecare. Il palo di Chiesa e il rigore in movimento di Ronaldo sono solo le occasioni fallite più clamorose. Finché finalmente Ramsey non si sblocca, dopo la lunga serie di tentativi e qualche gol annullatogli nelle ultime gare. Gli appassionati di black humor potrebbero tirare fuori la vecchia leggenda metropolitana sul suo conto, magari anche solo per ricordare l'anniversario dei 5 anni senza David Bowie.
Prima della ciliegina finale di Ronaldo, sigillo della gara e di una presentazione personale grigia, la Juve si conferma squadra poco incline alla gestione. Sia in vantaggio che in svantaggio resta sempre troppo alta, anche quando non serve o, meglio ancora, quando serve solo alle ripartenze avversarie. Tendenza acuita o forse causata dall'azione deficitaria del centrocampo, il peggiore degli ultimi tempi, che non offre alcun filtro alla difesa. I rovesciamenti di fronte sono il leit motiv di ogni nostro match.

La vittoria di San Siro contro il Milan sarebbe rimasta inutile se non avessimo vinto col Sassuolo e anche aver vinto col Sassuolo servirà a poco se dovessimo ritornare da San Siro sconfitti dall'inter. Ma se tutto questo fosse ad un livello troppo facile, c'è sempre l'ostacolo di una Coppa Italia messa lì in mezzo (mercoledì) da dover superare o di una Supercoppa imminente (mercoledì quell'altro) da dover affrontare. Insomma dovremo essere una Juve multitasking. Beato il Sassuolo che, come ha detto Adani in telecronaca, "vince sempre... può lasciare solo i punti ma vince sempre". Noi invece per vincere dobbiamo vincere, non basta il televoto.

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