lunedì 15 marzo 2021

#SerieA 20/21_27> #CagliariJuventus 1-3 – Capri e Capre


Più che una rivincita è stato uno sfogo. Uno sfogo di rabbia e frustrazione.

Poiché dopo l'ennesima cocente eliminazione di Coppa, e senza quasi più obbiettivi stagionali, la parola rivincita richiederebbe occasioni ben più nobili di un Cagliari-Juve, e vista la situazione della vigilia pensavo pure di non ottenerlo.

Uno sfogo che ha voluto prendersi soprattutto CR7, passato in questi giorni da GOAT a SCAPEGOAT (dall'inglese: capro espiatorio) e dato che si era in Sardegna, famosa per i suoi allevamenti ovini, quale migliore occasione?

Critiche piovute anche da fuoco amico (ed è di queste che voglio trattare, dato che le altre sono sempre pretestuose) che si erano spinte troppo oltre i confini della serata no, in se, vissuta dal portoghese. Un grosso parafulmine su cui abbattere saette che invece dovrebbero colpire a tappeto. L'unica opportunità di questa squadra trasformata in problema. Come se senza di lui qualcun altro si salvasse in questa sciagurata stagione o se nelle occasioni precedenti non fosse stato lui l'unico a tirare la carretta europea.

Tornando a questo campionato fallimentare, chi è che ha fatto 23 gol in 23 presenze? E dove erano gli altri attaccanti in questa stagione, se non in infermeria? E dove era chi doveva invece rinfoltire uno dei tre reparti deficitari di questa squadra?
Con Dybala fuori dallo scorso anno abbiamo dovuto adattare Kulusevsky ad attaccante (esperimento decisamente fallito) tenere in campo un Morata convelescente (ieri peggiore in campo) e ringraziare l'esplosione di Chiesa.

Quel signore di Ronaldo ieri è tornato alla tripletta dopo una lunga serie di doppiette, risolvendo l'ennesima gara da solo e mettendola in ghiaccio già nel primo tempo. E data la condizione fisica e morale di questa squadra, reduce da 120 minuti di delusioni, il secondo tempo sarebbe potuto andare anche peggio di quel gol subito, dal solito Simeone, uno che ormai segna solo contro di noi prima di tornare in letargo.
Una tripletta confezionata in trentadue minuti dopo di cui la Juve ha dovuto solo gestire la gara e resistere alle sfuriate finali di una squadra tecnicamente inferiore ma nettamente più fresca, che con quel gol aveva ripreso un minimo di fiducia.

Non mancano le solite polemiche, che ormai sono come sparare sulla croce rossa, anche da parte di chi ormai si avvia a vincere in carrozza per mancanza di avversari, dimostrando che il primo posto non cambierà mai il loro stile. Una decisione a discrezione dell'arbitro che non punisce con rosso diretto lo stesso Ronaldo. L'avesse dato nessuno avrebbe potuto lamentarsene, ma anche col giallo non si può dire che il rosso fosse così scontato, dato che Ronaldo parte per cercare la palla. Ma d'altronde negli ultimi tempi ci si è lamentati per episodi oggettivi di fuorigioco figurarsi se non lo si faceva su episodio del genere.
Visto che, ad esempio, anche in Milan-Napoli a rigor di logica mancherebbe un rosso diretto per Di Lorenzo entrato col piede a martello su Theo Hernández. Ma ecco tornare la storia del grosso bersaglio su cui sparare di cui parlavo prima.

Nessun commento: