giovedì 22 aprile 2021

#SerieA 20/21_32> #JuventusParma 3-1 – Partigiani parmigiani allo Uefà-gate


Cari compagni, in attesa delle ritorsioni della UEFA (disciplinari, morali e corporali) verso una delle principale fautrici della SuperLeague, la prima punizione voleva darcela il Parma, prima mandando il capacissimo dirigente Lucarelli ad insegnare ad Agnelli come si gestisce una squadra con i valori del socialismo e poi passando in vantaggio su punizione (appunto). Una punizione sulla quale nulla ha potuto il coccodrillo Cuadrado, se quando devi saltare non salti. L'ennesimo spiffero che ha fischiato tra le fessure di questa casa stregata.

Fortuna che prima della fine della serata, però, abbiamo rimandato l'esecuzione, accompagnando lo stesso compagno Lucarelli e il suo Parma verso la strada della cadetteria, dove potra giocarsi un campionato ancor più popolare di una Serie A che da oggi è un po' più dei popoli e un po' meno dei capitalisti.

Non a caso a risolvere l'ennesima situazione spinosa è stato proprio Alex Sandro, un compagno ormai da tempo ai margini del progetto. L'operaio precario che salva il suo padrone dai titoli della Pradva, andando in gol ben due volte, quando di nuovo in svantaggio la paura di non essere capaci di reagire aleggiava come un fantasma rumoroso. Ne abbiamo viste troppe quest'anno di spugne gettate, ma stavolta siamo riusciti a sfruttarlo questo benedetto turno favorevole, che in fondo non ci voleva neppure tanto.

A nulla è servito il traino dei loro corregionali del Sassuolo, che portando avanti la bandiera rossa dell'Emilia erano andati in casa dell'altro capitalista, quello rossonero, a suonagliele con mazze e bastoni, guidati da quell'Ernesto De Zerbi detto il Che? (Mi raccomando il punto interrogativo) che così forte aveva alzato il suo urlo prima della partita. E pensare che lui neppure voleva andarci, Carnevali ha dovuto tirarselo appresso con la forza per le orecchie.

Il tre a uno lo firma De Ligt, anche lui non appartenente alla elite degli attaccanti, poiché anche i difensori devono poter sognare di segnare. L'olandese volante mette fine ai sogni partigiani dei parmigiani. Ronaldo guarda gli operai fare il suo lavoro da banchiere, confermandosi inefficace sia sulle punizioni battute che su quelle subite. Chissà che la nuova rivoluzione operaia non cancelli tutti i suoi gol e li assegni magari al suo amico Pinsoglio, quello sì sarebbe un segnale popolare, che dite?

La Juve resta però preda del suo anno tempestoso, in campo e fuori dal campo. Continuamente preda delle sue ingenuità, dei suoi errori banali di passaggio. Una squadra che sembra essersi impantanata in una situazione più grande di lei, nella quale si fatica a risolvere problemi e di gioire per vittorie che paiono estemporanee. Covid, inesperienza, lotte politiche e tutto sulle spalle dei poveri tifosi che il prossimo anno saranno ben felici di pagare tre abbonamenti per seguire la propria squadra in questo nuovo mondo più popolare e meno capitalista.

Un anno che fatichiamo a lasciarci alle spalle in cui sta capitando di tutto, che è forse nulla rispetto a quello che potrà capitare in futuro. Dovessimo qualificarci per la Champions sul campo, quale sarà infatti il trattamemto che ci riserverà la UEFA che persino in "tempo di pace" ci ha sempre maltrattato, con gli arbitraggi ad esempio? Le ritorsioni in stile Erdogan e Putin del mondo petroluefa, ipocrita e rancoroso, che si fa scudo del popolo per mantenere le proprie ricchezze e il proprio status quo, ma che poi assieme alla FIFA organizza mondiali in zone dove i popoli stessi sono oppressi solo per tornaconto economico, non si farà attendere. Aspettiamoci un sofà gate sportivo, anzi uno Uefa gate contro la Juve.

Le ipocrisie e le isterie alle quali abbiamo assistito in questi due giorni sono qualcosa di assurdo. Milionari che si credono santi e recitano la parte dei bolscevichi. Capi di stato che dopo essere usciti dall'Europa per interessi economici si scandalizzano se dodici squadre vogliono lasciare la UEFA perché in disaccordo con la sua politica, in vista di una Champions che è sempre più baraccone da circo. Minacce in stile nazista anche da certi politici che con il calcio possono fare quello che nella vita vorrebbe poter fare, tipo non far entrare in Inghilterra i calciatori delle squadre ribelli, di escludere le loro squadre dai campionati e dalle coppe e persino loro stessi dalle nazionali. Squadre prima minacciate e poi pagate per abbandonare il progetto. Che tanto si deve andare a fare i mondiali di inverno in un paese che rispetta il suo popolo soprattutto se donna. E se proprio il Fair Play finanziario ti spaventa poi ci pensano loro, se hai la tessera del loro sindacato.

Resta la codardia delle inglesi, che forse pensavano che magnaccia come Ceferin o Infantino li avrebbero accompagnati alla stazione sventolando il fazzoletto per salutarli. Naturalmente adesso la colpa è nostra, di nuovo i mostri su cui sfogarsi. Speriamo dunque che le vostre squadre soccombano, così da vederle giocare nei campetti di periferia, dove il calcio appartiene al popolo.

Nessun commento: