La prima stagione di The Witcher non mi era affatto dispiaciuta. Certo aveva i suoi difetti: effetti speciali un po' mediocri, un sviluppo delle vicende un po' confusionario, alcune situazioni decisamente differenti dalle opere da cui era tratto...però sostanzialmente funzionava. Un bel fantasy che stava in una via di mezzo tra quello alla Signore Degli Anelli (elfi, nani, creature tipiche dell'immaginario di quel genere, il bene contro il male) e quello alla Game of Thrones (l'inserimento degli intrighi politici, un'approccio più dark, l'incombere di una minaccia dall'esterno che permea tutta la narrazione). Più vicino al primo che al secondo ma con un approccio decisamente più horror e sanguinolento.
Un ibrido ben riuscito insomma, che per certi versi si rifaceva anche spiccatamente ai videogames dedicati alla serie creata da Andrzej Sapkowski ( e infatti ogni volta che ne vedevi una puntata ti veniva l'istinto di tornare a giocarci).
Un prodotto insomma da "sgrezzare", limando quei difetti, ma che lasciava intravedere buone prospettive per una futura seconda stagione. Ecco, appunto in questa seconda stagione hanno fatto esattamente questo.
"Se vuoi diventare un vero Witcher devi partire dalle basi: togliere la cera e mettere la cera, preparare la cena, rassettare..." |
Il definitivo incontro tra Ciri e Geralt (inseguito per tutta la prima stagione) ha portato ad esempio ad un minor sbilanciamento della trama e delle varie vicende. Qui in pratica i protagonisti sono 3 (i due sopracitati più Yennefer) con le sortite di 2 "comprimari" (Ranuncolo, che funge quasi da spalla comica e Vesemir, il maestro di Geralt). Tutto, o quasi, ruota attorno a questi personaggi: il loro incontrarsi, scontrarsi, inseguirsi aiutarsi. Un trio che di fatto finisce per formare una specie di famiglia molto anomala e che ha lo scopo di proteggere Ciri e aiutarla a comprendere il suo destino.
Le parti che riguardano questi personaggi sono indubbiamente le più riuscite, sia emotivamente che a livello strutturale visto che la loro caratterizzazione funziona decisamente bene e lo spettatore finisce per essere coinvolto. La puntata finale in questo senso è davvero ben ideata e racchiude un po' tutta questa ricerca fatta sui personaggi.
"Ma se qualche ora fa stavi a migliaia di chilometri da qui, non ci sono macchine, non hai poteri, come cacchio hai fatto?" |
Ciò che coinvolge meno purtroppo invece è quando la trama si appiattisce per lasciar spazio ad eventi molto più su larga scala, che hanno per protagonisti gli intrighi politici e le macchinazioni che hanno per oggetto le varie fazioni (gli elfi, i maghi, i nilfgaardiani...). E' qui che la serie fa riemergere (per fortuna in misura molto minore) i difetti citati in precedenza. I nomi e i luoghi continuano ad avvicendarsi, dialoghi su dialoghi che hanno per oggetto casate, territori ecc. che, oltre a creare confusione in chi non è avvezzo ai romanzi o ai videogames, non coinvolgono più di tanto lo spettatore. La serie non ha le stimmate da Game of Thrones (lo scrivemmo giá recensendo la prima serie), non è una soap su congiure di palazzo e giochi di potere (seppur questa componente nei romanzi sia comunque molto presente), il nome d'altronde è emblematico. The Witcher è una serie che ha un protagonista forte e carismatico e dei co-protagonisti che hanno il compito di svolgere una missione. Certo alcune cose funzionano e risultano ben inserite nel contesto (Francesca e la sua voglia di vendetta per ciò che le accade, il mistero sulla figura della Fiamma Bianca, che costituisce il colpo di scena finale...) ma ci sono anche alcune parti decisamente meno interessanti per quanto non noiose.
Per quanto riguarda la componente più strettamente tecnica questa seconda stagione ha fatto passi da gigante. Gli effetti speciali e le ambientazioni sembrano molto più vere e credibili. I mostri e i combattimenti hanno quell'epicitá che meritavano. Ne avremmo voluti di più di combattimenti e situazioni di tensione, piuttosto che stipati nelle prime ed ultime puntate. L'anima horror della serie viene fuori in tutta la sua potenza e quell'aria di mistero, di oscuritá e risolvolti psicologici rende alcune delle puntate decisamente affascinati e riuscite (la prima ad esempio, davvero ben costruita sotto questo punto di vista). A tratti si scivola su territori vicini alla fiaba dark con spruzzatine di splatter.
"Azz, gli effetti speciali sono fatti proprio bene, sembri vero. Ok ora puoi anche fermarti...mi hai sentito?" |
Apprezzabili pure i collegamenti a quel The Witcher - Nightmare of the Wolf uscito qualche mese fa, che assume una connotazione ancora più da prequel che da spin-off in salsa animata (recuperatelo). La mitologia della serie insomma acquista maggior vigore e diventa più coerente. Forse si poteva dare maggior spazio ad un personaggio come Vesemir ma il formato ad 8 puntate non permette troppe dissertazioni.
La seconda stagione di The Witcher quindi è, come avrete capito, un upgrade della prima. Una versione più rifinita, avvincente, centrata. Permangono purtroppo alcuni difetti che gli impediscono di raggiungere lo status di capolavoro, ma non di renderla una serie godibile per fan - e non - dei romanzi e videogames dai quali è tratta.
PRO
- I tre protagonisti sono ben caratterizzati e funzionano
- Effetti speciali meglio riusciti che in passato
- Trama più intrigante e sceneggiatura strutturata meglio
CONTRO
- I personaggi secondari funzionano molto meno bene
- Ancora, a tratti, presenta una sensazione di confusionarietá quando si tratta di vicende più "politiche" e legate ai vari intrighi tra fazioni (soprattutto se non si conoscono le fonti da cui attinge)
- Alcune "licenze poetiche" possono fare storcere il naso ad qualcuno.
Voto 8
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