domenica 2 gennaio 2022

Strappare Lungo i Bordi - serie TV (2021)


Leggendo alcune delle critiche (poche) piovute sulla serie Netflix di (e su) Zerocalcare ti accorgi di quanto possa essere distante il mondo che dipinge nei suoi fumetti Michele Rech (questo il suo vero nome) da certi ambienti. Perchè se ti concentri solo sul fatto che tutto sia sempre recitato in dialetto romano o sulla presunta "depressivitá" della sua comicitá, vuol dire che non fai parte proprio di quel microcosmo e lo hai beccato solo di sfuggita. Ti limiti ad analizzare insomma il contorno, a guardare i bordi, squadrati e pieni di increspature, non riuscendo mai a vedere il disegno per quello che è, ad entrarci in contatto. Differenza di etá, di ambienti culturali, di modi di intendere la vita, o semplici pregiudizi. Magari si tratta di gente che ha costruito la sua figura con l'accetta, senza bisogno di cercare di strappare lungo i bordi, senza nemmeno farci caso a quei bordi. Peccato che l'arte di Zerocalcare si fondi invece proprio su una tragicomica analisi e decostruzione di una specifica generazione e cultura (più che altro nerd). O insomma ne fai parte (o quantomeno riesci anche solo un minimo ad identificartici) o ne sei del tutto tagliato fuori. E' insomma, come si dice, un vero e proprio specchio di quella generazione.

Se la voce della tua coscienza è un armadillo che parla come Valerio Mastandrea qualche problemuccio forse c'è l'hai


Quella del fumettista romano è una spietata e amara messa alla berlina di una fetta di persone (diciamo quella dei nati tra la seconda metá degli anni '70 e la prima metá degli anni '80) che in fondo non ha mai saputo bene che posto avere nella vita e che si è nutrita costantemente di certi riferimenti culturali. Inutile dire quindi che la serie (così come i fumetti) è un'autentica cascata di citazioni che non possono che stuzzicare la fantasia di quel tipo di pubblico cresciuto a pane e TV dei primi anni '90.
Si ride insomma, molto, ma lo si fa spesso con i denti stretti, consapevoli che tutto ciò che vediamo, in fondo, ci rappresenta più che solo un pochettino. Strappare Lungo i Bordi ci affascina insomma perchè racconta in fondo di noi. E quello che vediamo spesso non ci piace.

L'insicurezza, l'inadeguatezza, la paura del tempo che passa che ci induce a riflettere su tutto quello che abbiamo fatto da piccoli o adolescenti (nel bene e nel male) e su come questo ci ha resi ciò che siamo. Il tempo visto nelle vite delle persone che conosciamo, immutabile per alcuni, profondamente destabilizzante per altri. Le aspettative, le disillusioni, l'effetto che tutte le nostre decisioni hanno sulle vite degli altri.
Un filtro insomma di tutte le emozioni umane e, a volte, della mancanza di emozioni.
E' un po' come se vedessimo al posto dei nostri amici e parenti tanti attori che si affollano su uno schermo che sono i nostri occhi, proiettando su di loro i nostri timori, le nostre insicurezze, le nostre fragilitá.


"Tu e sti gelati, saresti capace de magnattene uno pure ar polo nord o a un funerale"


Ma, come ci dice la bellissima puntata finale, in fondo ogni persona è quella che è, non c'è una ricetta buona per tutti, ognuno compie le sue scelte indipendentemente da ciò che ci aspettiamo da loro. Non basta strappare, con accuratezza, lungo i bordi per trovare la nostra strada, per essere felici e realizzati. Ci proviamo costantemente, ma finiamo prima o poi per ritagliare anche oltre quel contorno, perchè non siamo fatti con uno stampino. Dobbiamo accettarci per quello che siamo, con i nostri pregi e difetti e imparare ad andare oltre il nostro egoismo.
La bellezza sta proprio in questa diversitá in ognuno di noi.
Un messaggio semplice ma forte allo stesso tempo. Soprattutto applicabile a tutti.

La forza di un autore come Zerocalcare sta proprio in questo suo risultare profondo fingendo di essere banale, di nascondere un velo di malinconia e tristezza dietro quintalate di riferimenti culturali, di mantenere un cuore umanista dietro una scorza di cinismo malcelato. Quasi ogni sua storia si schiude col tempo: parte in quarta, veloce, ridanciana, poi piano piano si rivela qualcos'altro, fino al classico pugno nello stomaco. Inutile parlare in questo caso della trama, per non spoilerare.
"Zero" conosce insomma benissimo i tempi comici e sa come giocare sui cambi di registro.


"Ho sentito che Netflixe vole fa n'crossover, o' chiameranno Rech e Morty"


Strappare lungo i bordi è in definitiva una summa di tutto ciò che ha pubblicato Zerocalcare in questi anni, rimescolato e riplasmato, per diventare serie TV d'animazione. Un concentrato della sua filosofia di vita e del suo modo di intendere le relazioni interpersonali. Una vera manna per il suo pubblico di riferimento insomma. Per tutti gli altri è solo un cartone su "un depresso che parla in dialetto romano".

PRO

- Un concentrato di zerocalcarismo 
- Citazioni e riferimenti culturali a getto continuo, come di consueto.
- Diverte e commuove allo stesso tempo.

CONTRO

- Dura troppo poco
- A tratti il formato televisivo rischia di fare scivolare troppo velocemente alcune battute e situazioni che su carta hanno tempi più dilatati
- Ancora non l'hanno rinnovata.

Voto 8,5

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