martedì 28 dicembre 2021

Don't Look Up - Adam McKay (2021)


Viviamo in un mondo polarizzato che ci ha trasformato nelle versioni iperradicalizzate di noi stessi. Parliamo di tutto, esprimiamo opinioni su tutto, soprattutto sulle cose che non conosciamo e sulle le quali non abbiamo alcuna competenza (dando per scontato che agli altri freghi qualcosa). Abbiamo trasformato il nostro modo di essere e le nostre convinzioni in un concentrato di ideologie malsane che assorbono le nostre vite e ci spingono a schierarci, sempre e comunque, per paura di sentirci tagliati fuori. Ecco che allora, perfino quando almeno su una cosa unica, immutabile, incontestabile, non potremmo non essere d'accordo, finiamo per schierarci anche in quel caso. Sfidiamo la logica, il buon senso, il benessere comune, la veritá , l'essenza stessa di ciò che siamo e la realtá che è sotto i nostri occhi. Tutto pur di costruirci una nostra personale e consolatoria idea di mondo, inscalfibile da qualunque evidenza contraria.


"Hai detto che verrá la fine del mondo a causa del meteorismo? Una scorreggia ci seppellirà?

Credevamo sarebbe stato impossibile arrivare a certi livelli, eravamo lì a dirci "no, dai, va bene tutto ma sulla morte non possiamo polarizzarci, la morte è l'unica cosa sicura della vita, no? Su quella siamo tutti d'accordo". Poi è arrivato il COVID e, tra le altre cose, ci ha levato anche quell' ultima certezza. Perchè se mentre le gente lá fuori si ammala, purtroppo alcuni muoiono, e tu nel frattempo stai lì fisso sullo schermo di uno smartphone a discutere sui social tra no vax, no mask, no pass, no fax (oh, ci saranno pure loro chi lo sa?) direi che qualcosina ci è sfuggita di mano. Frega ancora qualcosa a qualcuno di quelli che ci hanno lasciato le penne?

Quando pure la scienza ha solo notizie negative da darti e non riesce a venire a capo di un qualcosa che non credeva possibile beh, allora non può che mentire. Deve essere per forza così. "Ma come, proprio loro, che sanno tutto, ora non sanno cosa fare? Che scienziati sono?" D'altronde si sa, gli scienziati di solito non sono esattamente degli intrattenitori nati, personaggi facilmente spendibili tra la gente comune. E se non sai come accattivarti le simpatie della massa e non sai usare un linguaggio comprensibile per tutti hai perso in partenza. Non importa se hai ragione, importa come questa ragione sai veicolarla. Il nostro è un mondo così paradossale che dá più importanza al mezzo piuttosto che al messaggio, alla comprensibilitá piuttosto che alla veridicitá. E la veritá è sempre più difficile da spiegare, soprattutto se è tremenda da accettare.


"Ho capito, il mondo sta per finire, qual è il problema? Manco avessi detto che perderemo le elezioni. Il mondo sta per finire da milioni di anni, qua le elezioni ci sono tra 2 settimane"

La paura ci spinge a farci quindi la diagnosi fatta in casa, una spiegazione personale fatta apposta per noi, che ci faccia sentire meglio e magari muti nel tempo adattandosi ai cambiamenti in corso: Il COVID non esiste, esiste ma è solo un raffreddore, esiste ma il numero di contagiati è falso, esiste ma i morti di COVID sono inventati, i vaccini sono stati inventati per farci ammalare, i vaccini fanno venire il COVID, i vaccini sono acqua colorata e non funzionano, i vaccini creano le varianti...Tutto pur di trovare una spiegazione, chiara, univoca, semplice, consolatoria. L'unica verità purtroppo però è una sola: il COVID esiste e non sappiamo, non oggi, come debellarlo. Al massimo riusciamo a contenerlo.

Don't Look up quindi, film di recente arrivato in esclusiva su Netflix, pur parlando della fine del mondo non potrebbe essere più attuale ed attinente. Lo è e ne è ben consapevole, si limita a cambiare la causa scatenante dell'isteria collettiva (una cometa che distruggerá al 99,78% la Terra) mantenendo invariato tutto il resto. Quasi alla lettera.
Quella che dovrebbe, o vorrebbe, essere una parodia dei tempi attuali in realtá finisce per mostrarci una versione solo lievemente esagerata della nostra vita quotidiana. E spesso centra il bersaglio, soprattutto quando mostra la nostra innata incapacitá di fare quadrato su qualcosa di concreto e valido per tutti (tutto ormai finisce per essere politicizzato, non c'è più una veritá incontestabile ma più veritá diverse, ognuna ad uso e consumo del partito politico al quale si appartiene). La cometa è lì, basterebbe guardare in su per accorgersene, è un fatto acclarato, concreto, per tutti. E invece no, anche di fronte all'evidenza più pura, buona parte di noi preferisce voltare lo sguardo, guardare in basso, imboccati da una parte della barricata che ci dice come pensare, perchè magari la realtá è troppo tremenda da affrontare e ci fa paura.
L'umanitá insomma preferisce passare il tempo a litigare e a schierarsi piuttosto che a pensare assieme ad un modo concreto per salvarci assieme.
Alla fine più che ridere di fronte a certe situazioni "catturate" dal film si finisce per annuire amaramente. Quelli lì non sono dei semplici folli da compatire e sbeffeggiare, siamo noi. Quello è il nostro mondo.


"It's the end of the world as we know It and i feel' fine"


Peccato che il film più di una volta purtroppo finisca per incespicare su una mera parodia caciarona, condita da situazioni farsesche che nulla aggiungono al messaggio generale. Il ricco e imponente cast non sempre viene quindi sfruttato alla perfezione ( Di Caprio però ormai sembra riuscire ad entrare alla perfezione in qualunque ruolo), laddove ad esempio in altri film precedenti dello stesso regista sia i tempi comici che quelli più riflessivi erano gestiti decisamente meglio. Qui invece alcune volte si scivola nel cartoonesco e in inutili esagerazioni che, per quanto simpatiche, stonano con il taglio "autoriale" che il film si propone (il finale ad esempio risulta un po' troppo grottesco). Si ha come la sensazione che alcune trovate siano messe lì per non annoiare lo spettatore (vista anche la durata piuttosto elevata del film) più che per reale convinzione.

Don't Look Up è in definitiva , comunque la si pensi, perfetta metafora dei nostri tempi, anche nei suoi difetti. Esagerato, verboso, didascalico, ci dipinge il mondo nel quale viviamo con estrema ed efficace precisione, quasi scientifica, per poi buttare un secondo dopo tutto in vacca cavalcando la vena più esagerata e grottesca, quasi fosse un film demenziale o una strana parodia di Armageddon degli anni '20. C'è chi riderá e chi lo odierá perchè si sentirá oggetto delle risate che il film vuole suscitare. Buona parte di coloro che lo vedranno insomma finirá immancabilmente per prendere una posizione netta e insindacabile, (guidata da quell'inevitabile prurito che induce a politicizzare tutto il possibile e l'immaginabile) e finirá per cadere esattamente nella trappola ordita da Adam McKay.
Ha ragione lui, non ne usciremo mai probabilmente, manco se arrivasse un meteorite pronto a distruggerci tutti.

Voto 8-

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