Quando si parla di film o serie TV di genere post apocalittico non possono che venirci in mente scenari cupi, di devastazione, paesaggi aridi e nient'altro che disfacimento. I colori di solito sono tipicamente grigi, se non ancora più scuri, nessuno spazio per sfumature diverse. D'altronde cosa potrebbe esserci in uno scenario di quel tipo se non morte e disperazione? Beh, a volte anche quando tutto sembra perduto e la notte sembra non finire mai, in realtà all'orizzonte forse sta spuntando un nuovo giorno che porterà qualcosa di diverso, a volte quando qualcosa muore qualcos'altro è sul punto di nascere. Non sempre tutto deve essere per forza privo di speranza.
Sostanzialmente Sweet Tooth si potrebbe definire come una "favola post apocalittica". Già, perché se il genere di appartenenza e lo spunto di partenza sono simili a quelli di un The Walking Dead, The Stand o The Strain, tutto però viene veicolato attraverso un racconto molto più intimista, delicato, a misura di bambino. E favola è proprio ciò che si avvicina di più alla definizione di una storia che ha per protagonisti degli animali antropomorfi e ci insegna una morale.
La classica pandemia che distrugge quasi tutto il genere umano (e ovviamente alcune situazioni non possono non offrirci spunti di riflessione a tema COVID) infatti in questo caso accade contemporaneamente ad un altro evento, paradossalmente molto più sconvolgente e inspiegabile: all'improvviso cominciano a nascere dei "bambini animali". Si, metà umani e metà cervi, scoiattoli, maiali...". Il come e il perché di questo è ovviamente uno dei misteri alla base della serie tv, anzi il mistero principale. Ci sarà un collegamento tra questi "ibridi" e la malattia che ha decimato irrimediabilmente la popolazione mondiale? Colpa loro? Oppure magari questi nuovi esseri sono una risposta della natura all'estinzione? Forse si tratta di un grido d'allarme e un desiderio di rinascita da parte della Terra, un nuovo inizio.
E' quello che cercheranno di scoprire Gus (un piccolo "bambino cervo", il primo della sua specie) e altri personaggi di questo "racconto" tratto dal fumetto di Jeff Lemire.
Lo Sweet Tooth (per noi italiani "golosone") della serie TV è un ragazzino che per 10 anni ha vissuto nascosto in una foresta, assieme al padre, convinto di poterlo tenere al sicuro da un mondo ormai alla deriva e senza più alcuni scrupolo morale, un mondo che ha individuato negli "ibridi' il male principale che ha condotto il mondo alla sua fine. Ma un bambino per sua stessa natura è portato ad esplorare, scoprire, imparare ed è così che il piccolo Gus comincerà (causa dipartita del genitore) a partire per un viaggio, per un' avventura, come un novello Bilbo Baggins, alla ricerca di sua madre. Un viaggio on the Road che finirà per coinvolgere una serie di altri personaggi che si imbatteranno in questo strano ragazzino: il medico Aditya Singh, la psicologa Aimee e, soprattutto, l'ex giocatore di football Jepperd che finirà per essere la sua ancora di salvezza. Ognuna di queste persone ha la sua storia e le varie puntate ci mostreranno il loro passato e la loro evoluzione fino a diventare ciò che sono.
La voce narrante che commenta costantemente le peripezie del piccolo Gus e degli altri ci immerge ancora di più in questi racconti, in queste atmosfere favolistiche, quasi costantemente ambientate nella natura, nelle lunghissime distese di verde che appaiono così distanti dalle ambientazioni che abbiamo visto in quasi tutti gli altri prodotti a tematica post-apocalittica. Un futuro di malattia, di morte (mostrata quasi sempre fuori campo, soprattutto quando si tratta di morte violenta), eppure ancora così pieno di vita e di vitalità. Due cose che stridono tra loro e che che fanno uno strano effetto. Un ibrido insomma, per usare le parole della serie, sia a livello visuale che concettuale.
Se da una parte infatti abbiano il percorso alla ricerca della figura materna, dall'altra abbiamo la caccia degli "ultimi uomini", guidati dal misterioso generale Abbott che intendono catturare tutti gli ibridi. Un villain che appunto ricalca quelli che si vedono nelle fiabe ma in una cornice più adulta.
"A cosa mi servono quei bambini? Quale modo migliore per dimostrarsi un villain che rapire dei bambini?" |
Sweet Tooth è in definitiva una serie TV fresca, originale, adatta a tutti. Racconta con delicatezza la storia di un'apocalisse, lo fa mantenendo sempre in primo piano lo sguardo di un bambino che si apre al mondo.
PRO
- Un'apocalisse originale
- Bravissimo l'attore protagonista, in un ruolo non semplice
- Le puntate costruite come piccoli racconti collegati alla trama generale
CONTRO
- A volte alcune scene non hanno la giusta drammaticità necessaria
- Non tutti i personaggi risultano interessanti allo stesso modo
- Una parte centrale forse un po' più lenta rispetto al resto.
Voto 8+
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