venerdì 26 agosto 2022

The Sandman - prima stagione (2022)


Infinite dreams, I can't deny them

Infinity is hard to comprehend

I couldn't hear those screams

Even in my wildest dreams

(Iron Maiden - Infinite Dreams)

Ce ne è voluto di tempo. Ad un certo punto sembrava davvero non fosse possibile trasporre Sandman sul piccolo schermo. Il fumetto di Neil Gaiman (sul personaggio della DC comics) infatti risale alla fine degli anni '80 e nel corso degli anni ha saputo trovare un seguito tra pubblico e critica tale da renderlo tra i fumetti più importanti e celebrati di sempre (lo stesso Stephen King ne è sempre stato un fan). Parliamo infatti di un'opera magniloquente e complessa, che mescola con disinvoltura filosofia, fantasy, misticismo, horror. Si può dire che è tra quei pochissimi fumetti che sono riusciti a superare la barriera dello scetticismo da parte della letteratura (sempre molto snob e restia a considerarli qualcosa di serio) e ad entrare a fare parte di essa. Non la semplice storia di un supereroe o una graphic novel che racconta le evoluzioni di un personaggio ma un insieme di racconti, spunti, riflessioni aventi per protagonisti gli "Eterni" e in particolare uno di questi: Sogno (o Morfeo), il re dei sogni appunto. Sogno costituisce il collante di una serie di storie che hanno per protagonisti umani e personaggi della mitologia, religione, letteratura, spesso tragiche o comunque poche volte dotate di un lieto fine.

Sandman insomma è sempre stato molto più di un semplice fumetto di culto, per molti fumettisti è una specie di vera e propria Bibbia, non stupisce quindi che ci sia stato per tanto tempo il timore di confrontarcisi e provare a portarla ad un tipo di pubblico che magari non ha mai letto un fumetto (oltre che agli esigentissimi fan pronti a distruggerne ogni minima variazione o libera interpretazione). Poi però ecco improvvisamente la leva: Netflix, David S. Goyer e lo stesso Neil Gaiman (nel ruolo di produttore esecutivo) ci consegnano il tanto atteso adattamento in questo 2022. Buco nell'acqua? Capolavoro? Nessuna delle due cose, ma siamo molto più dalle parti della seconda.


"Gli umani sono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. In effetti a pensarci bene sono una specie di pusher"

Innanzitutto la parte più ardua era consegnare al pubblico di massa un mondo complesso e sfaccettato, pieno di regole, riferimenti, personaggi ricorrenti, rapporti complessi tra gli stessi in sole 10 (poi diventate 11) puntate. E da questo punto di vista sicuramente la serie svolge un buon lavoro. Gli spiegoni vengono ridotti al minimo, le parti narrate appaiono ben inserite e mai troppo ridondanti. Molte cose vengono date per scontate o comunque lasciate alla comprensione dello spettatore che, consapevole di star guardando una serie filosoficamente importante, è chiamato giustamente a fare uno sforzo per quanto concerne l'attenzione. Si dá insomma per scontato che conosciate almeno sommariamente le basi della mitologia, della religione cristiana e qualcosina della letteratura classica. E va bene così.

Purtroppo non è (prevedibilmente) altrettanto eccellente il bilanciamento tra le puntate. Quasi impossibile adattare una serie di storie e volumi diversi, spalmati nel corso negli anni, in 10 puntate. Si nota la difficoltà di fare stare tutto in piedi, col ritmo che a volte appare troppo accelerato, altre volte troppo rilassato e i personaggi che si affollano sembrano apparire ed essere determinanti per poi sparire qualche puntata dopo. Su tutto svettano le puntate ambientate nel Diner e quella a spasso assieme a Morte in una sua giornata tipo, di una bellezza quasi poetica, visivamente e concettualmente di livello elevatissimo. Altre puntate invece risultano più dimesse, ordinarie, pur nel loro essere ugualmente affascinanti.

"Io sapevo che i sogni si chiudevano in un cassetto, non nelle bolle"

Ma era molto molto difficile da questo punto di vista fare qualcosa di radicalmente diverso, anzi la serie Netflix prova a fare un lavoro di cesello legando per quanto possibile vari filoni della saga e a costruire un percorso più lineare. Non ci riesce fino in fondo ed è naturale che fosse così, per quanto il pubblico televisivo potrebbe storcere il naso, abituato a meccanismi narrativi molto diversi, più lineari appunto. Così come potrebbe ad esempio vedere non di buon occhio un protagonista dimesso, mai sopra le righe, abituato ad agire molto più con le parole che con l'azione. I modi sono teatrali, verbosi, così come il fare appare quasi sempre compassato. Un tipo di protagonista che funziona benissimo invece in un fumetto, che deve proprio a quelle caratteristiche distintive la sua riuscita su carta. Qui insomma è difficile trovare un compromesso: o vi piace lo stile (e magari avete letto il fumetto) oppure forse non siete quel tipo di pubblico al quale la serie si rivolge. 


"Stavolta non mi inganni, ci giochiamo la tua vita con un sottile gioco di astuzia: sasso carta, forbici"

Altra questione è invece quella dell'adattamento di personaggi e trama. E' qui che Netflix si prende più di qualche licenza, cambiando a suo libero gusto generi (Johanna Constantine, ad esempio, in vece di quel John Constantine visto anche sul grande schermo nel film con Keanu Reeves o una Lucifer Morningstar al femminile), etnie, qualche risvolto di trama, qui semplificato...Alcuni si sono stracciati le vesti, prevedibilmente. In realtà al netto della voglia di concedere al pubblico televisivo una maggiore immedesimazione in personaggi meno ombrosi e con più cliché, il lavoro svolto è discreto. Restano tutte le contraddizioni, i dolori, le rinunce, il destino beffardo, l'impossibilità di raggiungere la felicità di quei personaggi tormentati. The Sandman è una serie molto "umana", mette sempre in primo piano l'analisi e la riflessione sull'esistenza, lasciandosi poche volte andare a slanci positivi o solari. E' un racconto umanista, il genere o l'etnia quindi in questo tipo di cose è irrilevante, a parte in un paio di scene effettivamente poco credibili ambientate nel passato. 

Forse le pecche maggiori della serie sono invece dal punto di vista visivo. Non che alcune puntate non regalino scorci pittorici di grande fascino, anzi, ma vista trama e sceneggiatura si poteva fare forse di più per rendere alcune scene, ideate per un contesto horror, molto più oscure e destabilizzanti. A tratti il taglio scelto sembra quasi ammiccare a quello di Good Omen (altra opera trasposta dagli scritti di Gaiman), ma in quel caso la serie era molto più vicina alla commedia fantasy ed era ovviamente più calzante. Resta comunque di gran fascino il mondo del sogno, che richiama il mondo delle fiabe squarciato da coltellate fantasy horror.


"Se posso permettermi un consiglio sul look, ti serve una spuntatina agli occhi"

The Sandman è insomma una serie particolare, originale, che fa di tutto per arrivare a quanta più gente possibile, consapevole per della sua natura non per tutti. Dá quante più risorse e ammiccatine possibili al pubblico generalista senza per questo snaturarsi troppo. Un sogno che si è avverato per i tantissimi fan della saga di Neil Gaiman. Per i più intransigenti forse un incubo. Ma è probabilmente quanto di meglio si potesse fare dovendo conciliare un'anima complessa e di nicchia con il bisogno di visibilità. Non un capolavoro (viste le premesse citate sarebbe servito un miracolo) ma la trasposizione migliore che si potesse immaginare. E forse in fondo anche riuscire in questo è un capolavoro.

P.s. La sua originalità e particolarità sta anche nell'aver rilasciato inaspettatamente, qualche tempo dopo, una strana e affascinante puntata spin-off dopo le canoniche 10. Un assaggino in due parti, che sta tra Love Death and Robots e Black Mirror dove si sostituisce il fantasy alla fantascienza. Non ne disdegneremmo altre di questo tipo.

Pro

- Un'opera complessa, sfaccettata, piena di spunti dagli ambiti più disparati (religione, letteratura, filosofia, mitologia...)
- Un protagonista lontano dai cliché e dalla facile lettura, ombroso e tormentato
- Alcune storie raccontate hanno un fascino incredibile e distruggono emotivamente, come poche altre in ambito televisivo

Contro

- Ritmo e puntate piuttosto sbilanciate, non tutte settate sullo stesso livello
- Visivamente si poteva fare di più visto lo spunto di partenza
- Non può accontentare tutti. Ma in fondo è davvero un difetto?

Voto 8,5

Nessun commento: