Sugar è una serie spiazzante e ambigua, che ama depistare continuamente lo spettatore. In superficie si mostra in un modo ma poi se andiamo a vedere è sempre qualcos'altro. E' un omaggio ad un genere ormai vetusto, al quale appartiene pienamente, ma è modernissimo nelle ambientazioni e nei messaggi che lancia. Ci fa immaginare uno sviluppo e poi all'improvviso diventa una roba totalmente differente, tanto diversa che le recensioni pubblicate dopo il rilascio delle prime puntate sono invecchiate davvero maluccio, quasi descrivessero qualcos'altro (i giudizi si danno solo alla fine). E' una serie, eppure è costantemente imbevuta di citazioni cinematografiche, in un costante rimando a scene di film iconici degli anni 40/50. In più anche la trama sguazza costantemente negli omaggi alla celluloide: sia concettualmente (lo sviluppo, almeno iniziale) che a livello di ambientazioni (le lussuose ville hollywoodiane, così sfarzose e ambite ma piene di segreti e crimini inconfessabili). Sugar insomma è un prodotto immerso nel passato che omaggia e riverisce, eppure è allo stesso tempo un qualcosa di innovativo ed originale, uno strano mostro di Frankenstein che funziona alla grande, a patto che non siate fan della linearità assoluta e che amiate i coup de theatre.
Henry Sugar è un investigatore privato e...non lo è. E' un lavoro che fa, che gli piace, ma non è il suo vero lavoro, non è ciò che è, è qualcun altro. Lui è bravissimo nel trovare le persone, grazie anche alla sua spiccata empatia e alla sua umanità, umanitá che lo fa costantemente riflettere sulle sue azioni e sulle conseguenze. "Non mi piace fare del male, non mi piace la violenza", eppure si ritrova costantemente immerso in situazioni violente. I suoi monologhi interiori sono una cifra stilistica del noir ma, ancora una volta, si trasformano: da voce narrante diventano in questo caso un vero e proprio flusso di coscienza, una sorta di continua autoanalisi alla ricerca del proprio io.
Un senso costante di malinconia, di solitudine pervade le puntate. E Sugar sembra il più solo di tutti. Uno che si affeziona alla persone, anche le più insospettabili (ad un certo punto cerca di risollevare, senza successo, la vita di un senzatetto), ma che si ritrova irrimediabilmente solo, a riflettere con i suoi pensieri, attanagliato dai demoni. Demoni che finiscono per capirlo definitivamente quando si ritrova ad indagare sul caso di una ragazza scomparsa, la nipote di un noto regista. Una ragazza che gli ricorda sua sorella, anch'ella sparita in circostanze misteriose. Ricordi del passato, fascinazione per il cinema, tremori che lo attanagliano si fondono e lo portano in un contesto allucinato nel quale comincia a muoversi e a perdere colpi. E con lui lo spettatore, trascinato in un contesto che dice ma non dice mai troppo, che lo trolla, lo depista, gli mostra un solo lato della medaglia e poi ad un certo punto...boom, il colpo. Di scena. Un dettaglio che trasforma non solo la trama ma la serie in una cosa completamente diversa e che colpisce lo spettatore come poche altre scene viste di recente in una serie TV. Può affascinare o indisporre ma di sicuro non lascia indifferenti. Ed è impossibile spoilerare.
"Lei è il mio regista preferito lo sa? Ho visto entrambi i suoi film, anche se la seconda parte di carriera era inferiore alla prima e gli inizi erano un po' acerbi" |
Chi è Sugar allora? Cosa è Sugar (la serie)? Difficile, come spiegato fino a qualche riga più su, darne una definizione univoca senza rivelare troppo.
Di sicuro è un telefilm fascinoso, pieno di stile, citazionista, che ci mostra un personaggio tormentato e ambiguo. L'interpretazione di Colin Farrell é eccellente. Il suo muoversi come un corpo estraneo, in un mondo che lo affascina e che ama (il cinema) ma che conosce solo "dall'esterno", ci fa empatizzare con lui. E' il suo punto di vista che seguiamo, uno sguardo privilegiato ma non esaustivo, che solo ad un certo punto (forse) comprendiamo a fondo, un po' come le persone che ci circondano.
PRO
- Stile, atmosfere, citazioni, un vero e proprio omaggio all'hard boiled d'epoca.
- Colin Farrell perfetto per un ruolo complesso ed ambiguo.
- Colpi di scena in quantità. Uno soprattutto destinato a fare discutere a lungo.
CONTRO
- Non tutti i telespettatori saranno pronti ad accettare la "svolta" della serie a metá stagione
- Finale anti climatico e che lascia tutto un po' troppo in sospeso, nonostante sostanzialmente il grosso della trama sia esaurito.
- Il focus posizionato costantemente nella testa di Sugar porta naturalmente a mettere in secondo piano tutti gli altri personaggi.
Voto 8,5
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