domenica 6 ottobre 2024

Juventus 1-1 Cagliari – 6ª Serie A 24/25 – Bolognentus




Uno zero a zero mascherato. Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Spogliata dei cappotti, i vestiti e la biancheria intima, di chiacchiere morte come le pellicce di visone, sotto sotto questa squadra resta la stessa. Quella che per vincere deve fare tre gol sennò pareggia. L'ennesimo pareggio. Il quarto in sette partite. Roba che Allegri sarebbe stato crocifisso in sala stampa. Una squadra che finora è molto più simile al Bologna dell'anno scorso che ad una Juve qualsiasi. Sono sempre stato abbastanza chiaro e critico sotto questo punto di vista, poiché sono anni che viviamo di filosofia spicciola e poco di fatti concreti (l'ultimo è stata la Coppa Italia vinta: quello è un fatto). Se è vero che questa squadra è work in progress, di work ne deve "progressare" ancora parecchio.

Troppo facile sparare su Vlahovic e poi continuare a chiedergli scusa quando segna, col tormentone stupido e stucchevole del "chiedete scusa a Vlahovic". Quanto non sopporto questi tormentoni spiccioli! Una cantilena pedante da bambini dell'asilo. Così come poco digerisco la mancanza di misura nelle critiche e nelle lodi.

Questa squadra invece è il risultato delle sue somme. Del fondamentalismo tattico di un tecnico che gioca da sempre con una sola punta e gira palla alla Sarri. Punta, però, che in questa Juve risponde al nome di Vlahovic e vive a quarti di luna, cosa ti potrà mai dare di costante? Se poi togli la lampadina al tungsteno Dusan per la candela Weah (come è stato fatto contro il Napoli) non ottieni affatto più luce offensiva. Perché se il tuo punteruolo non sfonda, non sempre potrai fare buchi con le forbici dalle punte arrotondate. Finiranno sol per alternarsi una volta che il buco è già stato fatto. E questa è una pecca del mercato che, a torto o a ragione della società, ci porteremo dietro per tutta la stagione. Non credo in rattoppi in corsa.

Non ci voleva Nostradamus per prevedere come sarebbe finita questa partita. Ce l'hanno gufata per tutto il tempo nei commenti alla TV, ce la siamo tirata addosso per tutta la gara, come chi si dondola all'indietro con la sedia e poi cade. Scontato come la morte il pareggio è arrivato sul finale, perché se fai queste partite il pareggio o la beffa arriva sempre sul finale e sempre su episodio, ma tu l'avevi già visto da lontano avvicinarsi. Gianni Ciardo diceva: "Signora attenta al bambino, ancora cade" che in pugliese significa attenzione perché potrebbe cadere da un momento all'altro, ma che in italiano (e nel calcio) significa che è già caduto e lo farà di nuovo. Una frase per voi a cui piacciono le filosofie calcistiche: "quando una cosa si può rompere significa che è già rotta".

Conta poco il fatto che senza quel rigore non avrebbero mai segnato. Il karma della valanga di gol mangiati ti colpisce sempre, o quasi. Chiaro che poi, all'eccesso opposto troviamo la mentalità italiana della TV, che definisce "grandissima" la partita di una squadra come il Cagliari, che deve ringraziare Cristo e Vlahovic, se è tornata in Sardegna con un punto di platino.

Per tutta la partita lo spettro è aleggiato come se la stessimo vedendo in differita e conoscessimo già il risultato finale. Le chiacchiere se le porta il vento, il calcio è fatto di gol e concretezza. Puoi avere la palla ai piedi per l'80% del tempo ma le partite non si vincono né ai punti né al televoto. La fortuna e la sfortuna sono un tiro di dadi non una situazione sistematica. Solo chi vive alla giornata continuerà a dare la colpa solo a Vlahovic, così come a Duglas Luiz, così come fino allo scorso anno continuava a sacrificare sull'altare del sacrificio il Caprone Allegri. Vinci e ti esalti, pareggi e la colpa è dei singoli. Così non si fa strada. Così si prendono solo complimenti tossici ma si resta Bologna e non si diventa Juve.

Che sia ben chiaro, anche se non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, questa è una squadra giovane e i giovani non vanno sempre vantati ma forgiati. Non bisogna mettergli croci addosso ma si devono responsabilizzare con le critiche costruttive e non le "madame marchesi".

Come vedete siamo giunti fin qui senza parlare di arbitraggi, perché alla fine della fiera sono quelli che ti danno la spallata solo quando non sai stare in piedi da solo. Il rosso a Conceicao è ridicolo. La chiara volontà di un arbitro che intende mantenere l'inerzia delle cose. Se mi mettono la mano sulla spalla e non sei in grado di valutare l'entità della pressione, giusto non dare il rigore ma espellere per simulazione (per doppia ammonizione) significa sentirsi le spalle coperte.

Nell'arco di questa settimana lo abbiamo visto bene come funziona. Ci sono squadre che vincono 3-2 fuori casa, giocando in inferiorità numerica per un tempo intero, e chi vince in casa per 3-2 giocando in superiorità numerica per due tempi interi. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

In effetti quando parla Tiago sembra che parli Zarathustra e manca poco che si inginocchiano. E non sono uno che rimpiange Allegri. Anzi