martedì 17 dicembre 2024

Grotesquerie - serie TV (2024)


Ryan Murphy non è certo uno che si tira indietro quando si tratta di sfornare opere controverse. Che si tratti dei media (della critica più nello specifico) o dello spettatore, le sue serie sono spesso al centro delle polemiche (Americano Horror Story o Monster). Lui fa spallucce e tira dritto, anzi si ha la sensazione che si nutra di questo suo essere divisivo, di godere nel riuscire a farsi detestare tanto quanto amare. Grotesquerie si può considerare come l'apoteosi di questo modo di fare: una serie che ha come tematica principale l'odio e la mancanza di empatia nella società nella quale viviamo e che fa di tutto, essa stessa, per farsi detestare dalla spettatore, sfidandolo continuamente a rivedere il suo approccio, ad evadere le sue aspettative, a togliergli continuamente il tappeto da sotto i piedi. Riuscirà a farsi odiare o è proprio grazie alla sua spigolosità che affascinerà? E' questo che sembra chiedersi e chiederci l'autore.
Se dopo i primi episodi credete di trovarvi di fronte al classico thriller poliziesco (con conseguente serial killer misterioso da individuare) è meglio che rivedete le vostre aspettative. Drasticamente. E preparatevi a farlo più volte. 


"Nella Bibbia ci sono decine e decine di omicidi, sacrifici, ammazzamenti e tutto filava liscio. Ora invece appena uno fa una strage per motivi religiosi viene demonizzato. Il mondo sta proprio andando a scatafascio"


E' vero, la serie comincia proprio così, con i classici cliché del genere: detective alcolizzata, assassino psicopatico, omicidi compiuti secondo un rituale a sfondo religioso, i soliti sospetti...E invece no, già dopo qualche puntata ci accorgiamo che tutto è fin troppo sopra le righe, enfatizzato, eccessivo, grottesco. Come se ci trovassimo in un film di David Lynch ma con un andamento più lineare. Sicuri? Giá, in fondo, in mezzo a detective che soffrono di dipendenze, suore e preti affascinati dal sangue e dal peccato, ragazze obese che ingrassano in quantità, con lo scopo di partecipare ad un reality show dove si deve dimagrire, infermiere che abusano dei pazienti in coma, in mezzo a tutti questi personaggi che amano farsi odiare possiamo sempre tornare al centro della questione: gli omicidi del serial killer. Vogliamo insomma capire chi è questo Grotesquerie (l'assassino in questione). E invece no, Murphy ti sta prendendo in giro. E' Grotesquerie (la serie) che bisognerebbe cercare di capire. 


True Deadtective


Con un colpo di scena simile a quello visto in Sugar (molto più prevedibile ma ugualmente d'impatto) ad un certo punto la serie diventa qualcos'altro. O no? I personaggi cambiano di prospettiva, si invertono, trovano altre caratteristiche. Tutto quello che lo spettatore aveva capito su di loro non c'è più. Eppure sono attraversati dalla stessa scintilla, si ritrovano a vivere situazioni simili, come se la realtà attorno a loro mutasse ma li imprigionasse in un loop infinito, in un incubo dove si ritrovano ad affrontare le stesse problematiche e gli stessi eccessi. E' tutto un sogno? Oppure è la realtà ad essere ormai totalmente fuori controllo tanto da sembrarci un incubo agghiacciante e senza fine? 

Grotesquerie non è una serie lineare. E' un calderone dove Murphy inserisce tutto quello che gli viene in mente, un telefilm che procede per accumulo e che l'autore piega continuamente ala sua visione e alla suggestione del momento. E' un mezzo per parlare di tante cose più che una storia coerente. E' un'accusa alle religioni, ma anche un'analisi sulle ripercussioni del post COVID, un avvertimento sul riscaldamento globale, una riflessione sulla crisi dell'uomo moderno, una denuncia sull'odio nei confronti delle donne, una rappresentazione eccessiva sugli eccessi e l'autodistruzione, un'aspra critica ai social che ci hanno resi cinici e freddi, incapaci di provare empatia. Grotesquerie è tutto questo e tanto altro. Non è comunque un classico thriller, con gli stilemi tipici del genere.
E a volerlo ribadire con ancora più ferocia Murphy ci lascia con l'ennesimo sberleffo, l'affronto finale allo spettatore. "Allora sei de coccio?" sembra dirgli, mentre lo lascia con una frase finale che non è un Cliffhanger, è un gancio in mezzo al cielo, un "io so e non ve lo dico, tiè". Non è un caso che la puntata finale abbia scatenato un putiferio con gente pronta a darsi fuoco o a dare fuoco a Murphy per avergli "rubato del tempo di vita prezioso".


"Chi sono io? Fatti una domanda e datti una risposta, possibilmente sottovoce"


Visione autoriale spinta all'eccesso o abile mossa di marketing (per farsi produrre magari una seconda stagione?). Ai posteri l'ardua sentenza. Ma ancora una volta lo scopo l'ha ottenuto e ha fatto esattamente quello che voleva.

PRO

- Atmosfere e suggestioni tra lo psichedelico e l'apocalittico
-Bravi gli attori nel destreggiarsi in un contesto nel quale devono risultare volutamente irritanti
- Tanta carne al fuoco

CONTRO
-Troppa carne al fuoco, con molte tematiche che vengono gettate addosso all spettatore senza approfondirle
-La trama si piega costantemente alla visione dell'autore, fino a perdersi e ritrovarsi per poi perdersi di nuovo
-La puntata finale (e la scena finale soprattutto) faranno indispettire (volutamente) più di qualche spettatore. 

Voto 7,5

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